lunedì 11 agosto 2008

Tra Pechino e l'Ossezia

Ossezia? E che cos'è? Se siete tra quelli che, dopo aver letto dell'esplosione del conflitto in cui è coinvolto tra gli altri questo paese, si sono chiesti cosa fosse l'Ossezia, o forse - più probabilmente - dove fosse, non sentitevi ignoranti, perché ci sono (anzi, c'ero) anch'io.

Probabilmente se l'inizio di quella che sembra a tutti gli effetti una vera e propria guerra fosse avvenuta fuori della concomitanza con l'inizio dei giochi olimpici di Pechino, chissà, magari non avrebbe avuto tutto questo clamore, la stampa l'avrebbe pompata di meno. E quindi, tutto sommato, questa coincidenza ha se non altro avuto il merito di portare in misura maggiore all'attenzione dell'opinione pubblica ciò che sta succedendo là.

A Pechino si combatte per le medaglie, nel Caucaso si combatte per il petrolio, il gas, ecc... Da una parte si gioca e dall'altra si muore. Come al solito, il fatto che queste cose accadano in territori così lontani e per di più mentre qui da noi è estate piena, si va al mare, in montagna e ci si rilassa, fa apparire il tutto come qualcosa di lontano, di evanescente, di... insomma, non ce ne può fregare di meno.

I media tendono a far credere che dietro il conflitto si celino motivi etnici o politici (tipo le istanze di secessione della piccola regione a nord del Caucaso e cose simili), mentre il fatto che ancora il consiglio di sicurezza dell'ONU non sia riuscito a trovare uno straccio di accordo per il cessate il fuoco mi pare che lasci spazio a ben poche interpretazioni su quali siano i veri motivi del conflitto.

Già da ieri, comunque, sembra che una sorta di tregua sia stata raggiunta, e che tutto - apparentemente - sia tornato alla situazione com'era prima dell'inizio delle ostilità. I giochi di Pechino, quindi, possono continuare con un po' più di tranquillità: la situazione là pare essersi un po' tranquillizzata, e di quello che continua a succedere nel resto del pianeta nessuno fiati.

Guai a disturbare.

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