martedì 2 novembre 2021

Sale d'aspetto




La sala d'aspetto è deserta, ci sono solo io. In sottofondo c'è una musica suadente, ripetitiva, tipo certe nenie in stile new age. Al di là di una porta si avverte, ovattata, la voce di qualcuno che parla con qualcun altro. Mentre sono seduto qui penso alla sala d'attesa come metafora della vita; anche la vita, in fondo, è come una grande sala d'attesa. Aspettiamo sempre qualcosa, qualcuno, oppure siamo noi stessi oggetto di un'attesa.

Leopardi, nel Sabato del villaggio, descrive come si trascorre un sabato a Recanati, e quell'idillio è anche simbolo dell'attesa della felicità. Io, più prosaicamente, aspetto il mio turno.

12 commenti:

Sara ha detto...

Quel quadro con la rosa stazzonata mi incuriosisce.

Andrea Sacchini ha detto...

Da amante di piante e fiori, ci sta :-)

siu ha detto...

C'è da augurarsi che i momenti della nostra vita siano un po' meglio di questa sala (..?..) d'aspetto ;-))
Ciao Andrea!

Andrea Sacchini ha detto...

Forse dipende anche un po' da noi.
Buongiorno Siu :-)

Franco Battaglia ha detto...

Occupare i tempi morti, anche con un post filosofico, ed ecco che l'attesa si rianima.

Andrea Sacchini ha detto...

Anche se filosofare nel mio caso è una parola grossa :-)

Claudia Turchiarulo ha detto...

Belle le sale d'attesa ai tempi del Covid. Dalle mie parti non lasciano entrare proprio nessuno...

Andrea Sacchini ha detto...

Dipende dalle strutture, almeno qua. In quelle pubbliche (ospedali ecc.) sono molto rigidi, in quelle private c'è più lassismo. Poi non so se sia così dappertutto.

leggerevolare ha detto...

bella questa metafora dell'attesa della felicità... ma in fondo è vero

Andrea Sacchini ha detto...

Tutto sta a vedere se questa felicità alla fine arriverà.

andrea ha detto...

Quanto tempo che ho trascorso nelle sale d'aspetto per i miei genitori, per me stesso e anche per la mia compagna. Durante la malattia di mia madre ho letto libri interi. Quando tornavo nel mio paese in era pre-covid e accompagnavo mio padre dal dottore mi saliva un'ansia terribile per tutte le domande che ricevevo dai presenti. Ho finito per aspettare fuori :)

Andrea Sacchini ha detto...

In era pre-covid quella di aspettare fuori era una scelta. Ora non più.

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