Vi siete mai chiesti perché, qualche secolo fa, noi europei siamo andati a scoprire le americhe attraversando l'oceano e non è stato il contrario? Cioè, perché siamo stati noi europei, con le nostre navi, ad andare dagli amerindi (e a perpetrare quello che è considerato il maggiore genocidio della storia umana) e non sono stati loro a venire qua da noi? La domanda è stata posta da un aborigeno della Nuova Guinea a uno dei più grandi antropologi viventi: Jared Diamond, che nel 1997 pubblicò Armi, acciaio e malattie, opera che gli valse il premio Pulitzer per la saggistica e che mi rammarico di non avere ancora letto - ma recupererò a breve. La risposta alla domanda potrebbe sembrare banale: perché noi europei conoscevamo l'arte della navigazione, conoscevamo le armi, tecnologicamente eravamo molto superiori agli amerindi che popolavano da circa quindicimila anni il continente americano. Tuttavia si tratta di una risposta che in realtà non soddisfa pienamente la domanda e che, a sua volta, ne fa nascere un'altra: se c'era questa differenza, questo divario tecnologico e culturale tra le due civiltà, quali ne erano le cause?
Questa domanda spiazza Diamond, il quale comincia a pensare e a cercare di elaborare una risposta avvalendosi di studi, ricerche storiche e antropologiche. Finché giunge a una conclusione, a una risposta che non è sicura, cioè non è scientificamente provato che il motivo sia questo, diciamo che si tratta di una ipotesi, una traccia, che però trova un certo consenso all'interno della comunità scientifica. La risposta, secondo Diamond, sta nel fatto che l'Europa è territorialmente disposta sull'asse orizzontale est-ovest mentre il continente americano è disposto sull'asse verticale nord-sud. In altre parole, l'Europa è disposta geograficamente nel senso della latitudine, è "stesa", si potrebbe dire, l'America è disposta nel senso della longitudine. Questa risposta mi ha sorpreso perché, pur avendoci pensato un po', non sono riuscito a cogliere il collegamento tra la disposizione geografica del continente europeo rispetto a quello americano e la sua superiorità tecnologica. La spiegazione la dà Telmo Pievani a partire dal min. 35 circa della conferenza che posto qui sotto. Non la sto a riscrivere, se vi incuriosisce la potete ascoltare - dura circa un quarto d'ora - direttamente dal video. Segnalo anche, a partire dal min. 50 circa, alcune riflessioni molto attuali sul tema sempre abbastanza spinoso e controverso della globalizzazione.
Molto interessante la questione della disposizione geografica dei continenti... Devo vedermi il video, ma immagino che il continente americano si sia ritrovato a fare un po' da "muro" tra i due oceani, tanto che per effettuare la prima circumnavigazione Magellano dovette scendere fino alla Terra del Fuoco per trovare un varco...
RispondiEliminaDall'Europa invece, anche se con diverse peripezie, Polo riuscì a raggiungere il Catai (l'attuale Cina). Cosa che sarebbe stata più agevole agli americani della costa pacifica, se avessero avuto uno sviluppo tecnologico migliore.
Ma forse sarebbe stato meglio se ognuno si fosse stato alle case proprie, specie se per fini di conquista/colonizzazione/evangelizzazione, sin dai tempi di Alessandro Magno e Gengis Khan, per quanto mi riguarda!
Ci sei andato abbastanza vicino ma la risposta non è quella.
EliminaNon concordo, invece, sul fatto "se ognuno fosse stato a casa propria". Se ognuno fosse rimasto a casa propria oggi non potremmo mangiarci neanche un piatto di spaghetti al pomodoro, dal momento che la pasta è stata inventata tra il Tigri e l'Eufrate una manciata di millenni fa e il pomodoro (ma anche melanzane e altri ortaggi) sono arrivati qua in Europa con Colombo. Se ognuno fosse rimasto a casa sua non avremmo neppure il risotto alle zafferano, dal momento che il riso è arrivato qui con gli arabi (pensa se lo sapesse Salvini) quando l'Italia era sotto la dominazione musulmana nel XII secolo e lo zafferano è una pianta originaria del Medio Oriente da queste parti totalmente sconosciuta.
Se ognuno fosse rimasto a casa sua e Marco Polo, invece di andare in Cina, avesse continuato a fare la spola tra Venezia e Marghera non avremmo avuto le spezie, le porcellane, la seta. Invece è andato là e abbiamo avuto tutto da guadagnarci.
Faccio per dire che il progresso e le conoscenze le abbiamo avute perché la gente si è spostata. Le maggiori civiltà sono nate sulle città di mare, dove c'erano i porti e il viavai delle persone di ogni parte del mondo e conseguente contaminazione delle culture. Non si hanno notizie di civiltà nate sulle cime delle montagne.
Poi, certo, come dici bene tu, non è che sia stato tutto rose e fiori, perché gli spostamenti umani hanno significato anche disastri, come nel caso degli europei nei confronti degli amerindi (per non parlare di tutto il lungo e terribile periodo coloniale nel continente africano).
Faccio per dire che non è stato solo un male che gli uomini si siano spostati nel corso della loro storia.
Tu però non mi citi tutto: ho aggiunto anche specie se per fini di conquista/colonizzazione/evangelizzazione.
EliminaDiciamo che è dipeso, volta per volta, da "chi" si è messo in viaggio, e "perché".
Ho avallato ciò che hai voluto dire con quel "come dici bene tu", ma in effetti non era molto chiaro.
EliminaPardon.
Grazie Andrea. Bisogna davvero prendere una posizione e dirlo forte: "Bisogna vaccinarsi" e non dare ascolto alle sirene delle pseudoscienze.
RispondiEliminaPurtroppo quelle sirene sono molto suadenti, allettanti, e molti non hanno gli strumenti per riuscire a emanciparsi da esse. È fisiologico, purtroppo, che sia così.
EliminaCiao Ettore.