lunedì 29 novembre 2021

Discordanze

Da una parte l'OMS parla di rischi molto alti riguardo alla nuova variante, dall'altra Burioni minimizza e tranquillizza. Due messaggi contraddittori che arrivano da fonti autorevoli. Continua così l'andazzo che ci trasciniamo dietro da quando è scoppiata la pandemia: voci diverse e contrastanti tra gli stessi scienziati che non fanno altro che confondere ulteriormente una platea che è già confusa di suo. È fisiologico, nella scienza, che ci siano voci e posizioni diverse e perfino contrastanti, perché la scienza è così che funziona, ma questa discordanza deve restare in ambito accademico, non mediatico.

Negli USA, ad esempio, è molto difficile trovare virologi senza guinzaglio che parlano a ruota libera su giornali e tv contraddicendosi tra loro, là c'è Anthony Fauci che fa conferenze stampa in tv o rilascia dichiarazioni sulla stampa dopo essersi riunito e consultato con la comunità scientifica, e parla per tutti con una voce sola, come si dovrebbe fare per cercare di limitare al minimo la confusione in questo delicato periodo. In questa cosa, ma anche in altre, gli americani sono molto più avanti di noi.

8 commenti:

Caterina ha detto...

Allora per come la vedo io, Burioni non ha minimizzato, ha solo detto che non abbiamo ancora prove scientifiche per dire che è davvero più pericolosa e questo non l’ha detto solo lui ma quasi tutta la comunità scientifica. Secondo me è stato un messaggio importante perché si sta diffondendo come al solito il panico. Le opinioni contrastanti sono normali nella scienza e son d’accordo con te che queste opinioni debbano restare in ambito accademico, perché il popolo non ha le competenze per avere una visione chiara di queste cose. È anche a causa di questa risonanza mediatica che la scienza ha perduto anche quella poca stima che aveva conquistato, perché questo odio per la scienza, questo scetticismo in fondo c’è sempre stato. Gli scienziati di solito non vengono presi in considerazione .. basta pensare a quello che succede coi cambiamenti climatici.

Andrea Sacchini ha detto...

Burioni, effettivamente, non ha del tutto minimizzato, ma converrai con me che è difficile affermare che le due dichiarazioni prese in esame, quella dell'OMS e quella di Burioni, vanno nella stessa direzione. L'OMS afferma, per bocca di un suo autorevole esponente (cito dall'articolo che ho linkato), che "il rischio globale complessivo relativo alla nuova variante Omicron è comunque valutato dall'Oms come molto elevato" e "ha molte mutazioni e questo ci fa temere che ne scaturisca una minore efficacia dei vaccini". Burioni, invece, afferma che "non ci sono prove che sia più contagiosa o più pericolosa". Io vedo ben poche convergenze tra le due dichiarazioni, non solo a livello di sostanza ma anche di tono.

Per quanto riguarda la scienza, il calo di fiducia nei suoi confronti che si è registrato dal momento in cui è scoppiata la pandemia, in cui la fiducia era molto alta, a oggi, in cui è notevolmente più bassa, dipende in gran parte da queste continue contraddizioni, che ci sono ancora oggi ma che erano molto più frequenti nei primi mesi dell'anno scorso, quando ancora del virus si sapeva poco o niente e sembrava che gli scienziati facessero una specie di gara a chi la sparava più grossa. Dispiace che sia successo, perché mai come durante una pandemia globale la scienza dovrebbe avere poche ma autorevoli voci, esattamente come accade negli USA.

Sto leggendo in questi giorni un libro scritto da Giorgio Parisi, lo scienziato italiano che ha vinto quest'anno il Nobel per la fisica, e un capitolo parla appunto dei motivi che secondo lui stanno portando a una sfiducia di massa nella scienza. Tra questi cita una certa arroganza degli scienziati accompagnata a una palese contraddittorietà tra ciò che dicono. Ma ci tornerò sopra con un apposito post.

Flo ha detto...

Più che l'OMS, è RAI News che parla di rischi molto alti.
L'OMS (qui: https://www.who.int/news/item/28-11-2021-update-on-omicron) dice che non si sa ancora nulla e che ci vorranno alcune settimane per avere informazioni più chiare.
Burioni (sempre sulla RAI...) dice esattamente la stessa cosa.

Flo ha detto...

Che poi, è sempre la solita faccenda: titoloni drammatici e poco in linea coi contenuti... una rabbia...

Andrea Sacchini ha detto...

Vero. D'altra parte quella che comunemente chiamiamo "informazione" ha ormai conservato ben poco di quell'aura di "nobiltà" dei tempi passati. Oggi informazione equivale a monetizzazione, e monetizzazione significa che più i titoli sono "forti" (indipendentemente dal fatto che corrispondano al contenuto di ciò che annunciano) più attirano clic, quindi visualizzazioni, quindi soldi. Triste ma è così.

Gas75 ha detto...

La non coerenza tra le fonti autorevoli manda in esaltazione chi dovrebbe starsene zitto.
Io già mi vedo però i dirigenti Pfizer, Moderna, Astrazeneca ecc... a fare il trenino di capodanno, tutti contenti per la "manndemia" piovutagli dal cielo.

Andrea Sacchini ha detto...

Beh, per quanto ne so io le aziende farmaceutiche il trenino di capodanno lo fanno tutto l'anno, e l'avrebbero fatto tranquillamente anche se la pandemia non ci fosse stata. Il problema vero, e qui l'UE dovrebbe battere i pugni sul tavolo e pretenderlo, è che i brevetti non vengono liberalizzati per meri e stupidi motivi di soldi; poi dopo non è che ci si può lamentare che arrivino le varianti. Vabbe', discorso lungo.

Gas75 ha detto...

Con la pandemia festeggiano più del solito.
Io sarei per il "vaccino di cittadinanza": ti vaccini e torni a essere una forza lavoro per il Paese oltre a mantenere la tua famiglia. Come fa attualmente chi si è vaccinato, ma sentendosi ben poco parte della nazione, in seguito a privazioni subite, scetticismo, mancanza di chiarezza univoca.
In questo contesto (utopico), fai vita sociale ma ti atteggi da immune (no mascherina al chiuso, no disinfettarsi le mani, contatti fisici...)? La terza volta che ti beccano perdi il diritto alle dosi successive gratuite. Gli italiani devi pungerli sul portafogli per fargli dare valore alle cose, mica sulle immagini di persone in terapia intensiva o interviste a chi ne è uscito per miracolo.

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