lunedì 8 novembre 2021

Antivaccinisti vintage

L'ostilità ai vaccini non nasce col covid ma ha radici antiche, talmente antiche che è contemporanea alla nascita dei vaccini stessi, e questo fatto ridimensiona, almeno in parte, il rapporto causa-effetto, ipotizzato da molti, tra internet e la disinformazione che vi regna e il proliferare dei gruppi novax.

Nel 1798 il medico inglese Edward Jenner scoprì, in maniera fortuita (le grandi scoperte che hanno fatto progredire l'umanità hanno quasi tutte carattere serendipico), quello che diventerà il primo vaccino della storia, il vaccino contro il vaiolo. Il governo inglese, visto il successo della scoperta di Jenner nel combattere quella terribile malattia, nella seconda metà dell'Ottocento approvò delle leggi che resero obbligatorio per i bambini il vaccino contro il vaiolo, prevedendo sanzioni per le famiglie che lo rifiutavano alla propria prole. 

In opposizione alle imposizioni governative, gruppi di persone sempre più numerosi cominciarono a pubblicare volantini, pubblicazioni, iniziative di sensibilizzazione contro l'obbligo vaccinale, dando vita a manifestazioni pubbliche a cui partecipavano a volte decine di migliaia di persone, che sfilavano nelle piazze esibendo striscioni, immagini irridenti Edward Jenner, addirittura bare di bambini, esattamente come i novax odierni che manifestano nelle nostre piazze. Nacquero in questo contesto le prime vere e proprie organizzazioni novax, la Anti Vaccination League e la Anti-Compulsory Vaccination League

Il governo inglese, sull'onda di queste mobilitazioni, istituì nel 1896 una commissione con l'incarico di approfondire gli studi su questo vaccino. La commissione, terminati gli studi, certificò l'efficacia della scoperta di Jenner ma, nel contempo, abrogò le sanzioni per chi rifiutava di vaccinarsi. Nel frattempo i movimenti antivaccinisti uscirono dall'Inghilterra e si diffusero negli Stati Uniti e in Canada, e poi un po' dappertutto, accompagnando per tutto il Novecento la nascita e la diffusione di ogni vaccino arrivato dopo quello contro il vaiolo.

Cosa accomuna i novax di un secolo fa con quelli di oggi? Principalmente una cosa: la refrattarietà ad accettare l'evidenza, e cioè che i vaccini (quello contro il vaiolo allora, quello contro il covid oggi e tutti quelli che nel Diciannovesimo e Ventesimo secolo sono stati scoperti) sono sicuri, hanno pochi o nulli effetti collaterali e sono efficaci nel combattere le malattie per cui sono stati creati. Ma anche alcuni argomenti retorici utilizzati dagli antivaccinisti odierni ricalcano quelli utilizzati un secolo fa, come ad esempio l'idea che siano i vaccini a indurre la malattia che dovrebbero prevenire, oppure che dietro l'obbligo vaccinale ci sia un complotto superiore ordito non si sa bene da chi per limitare la libertà delle persone e altri.

Insomma, l'antivaccinismo ha radici antiche e consolidate, e se ai tempi di Edward Jenner i dubbi e le perplessità potevano avere una loro ragione di esistere, dal momento che si trattava di una scoperta nuova che l'umanità non aveva ancora conosciuto, oggi non più. Eppure...

5 commenti:

OLga ha detto...

interessante,buona serata.

Andrea Sacchini ha detto...

Ciao Olga.

Flo ha detto...

Eppure...

Caterina ha detto...

Un articolo davvero interessante. E son d’accordo con te, se da una parte I primi no vax potevano essere giustificati perché si trattava di un nuovo farmaco ( dall’altra no dato che era un farmaco efficacissima contro quella orribile piaga che era il vaiolo), questi di oggi invece non possono essere giustificati in alcun modo. Certi comportamenti non li capisco, sinceramente. Anche se, se ci pensiamo l’uomo è incline a comportamenti irrazionali, forse per quel naturale senso di ribellione, per quella sua naturale inclinazione a disobbedire alle regole. Spesso, però, piglia cantonate. Come cavolo si fa a mettere in discussione le evidenze scientifiche. Oggi in un mondo dove la scuola è obbligatoria e garantita a tutti, certi modi di pensare sono davvero assurdi.

Andrea Sacchini ha detto...

Sì, l'uomo è per sua natura incline ai comportamenti irrazionali, ma c'è un limite anche a quelli. O almeno ci dovrebbe essere.

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