Sale d'aspetto
La sala d'aspetto è deserta, ci sono solo io. In sottofondo c'è una musica suadente, ripetitiva, tipo certe nenie in stile new age. Al di là di una porta si avverte, ovattata, la voce di qualcuno che parla con qualcun altro. Mentre sono seduto qui penso alla sala d'attesa come metafora della vita; anche la vita, in fondo, è come una grande sala d'attesa. Aspettiamo sempre qualcosa, qualcuno, oppure siamo noi stessi oggetto di un'attesa.
Leopardi, nel Sabato del villaggio, descrive come si trascorre un sabato a Recanati, e quell'idillio è anche simbolo dell'attesa della felicità. Io, più prosaicamente, aspetto il mio turno.
Commenti
Ciao Andrea!
Buongiorno Siu :-)