mercoledì 16 settembre 2009

20 milioni di motivi per mandarli una volta per tutte a quel paese

E' il primo pensiero che mi è venuto in mente quando ho letto della causa civile intentata contro Wikimedia Italia da Giampaolo e Antonio Angelucci, quest'ultimo parlamentare del Pdl. Una richiesta di risarcimento per diffamazione di tutto rispetto: 20 milioni di euro - giusto per fare un paragone, Berlusconi a Repubblica ne ha chiesto uno. A questo punto dovrei fare delle considerazioni, dire qualcosa, ma cosa si può dire? Si potrebbe provare a spiegare che Wikimedia non è responsabile di quello che scrivono gli utenti su Wikipedia, visto che su quest'ultima non ha nessun controllo; si può fare presente ad Angelucci che le pagine sono liberamente accessibili e modificabili da chiunque, anche se uno non ha voglia di fare il login o di registrarsi, visto che l'indirizzo ip viene registrato dal portale.

Ecco, è tutto molto semplice: se ad Angelucci non andava bene qualcosa che ha trovato sul suo conto, che ovviamente è stato scritto da altri utenti, poteva tranquillamente modificare la pagina apportando le correzioni che riteneva più opportune. Oppure poteva inviare egli stesso una richiesta di modifica e di correzione. Difficile? Evidentemente sì, visto che invece è passato direttamente alle vie legali. A meno che non ci siano altri motivi che a prima vista è difficile cogliere. Non lo so. Io non aggiungo altro, ma per rendere il quadro un po' più chiaro, semmai ce ne fosse bisogno, cito qui sotto uno stralcio di un post di .mau., che di Wikimedia è oltretutto membro del direttivo uscente.

Quello che però preoccupa davvero è il metodo. Innanzitutto, (i legali di) Angelucci padre e figlio non hanno nemmeno pensato a mandare una diffida, o una richiesta di rettifica: sono andati direttamente in causa - ovviamente civile, perché è molto più semplice da fare di una causa penale - contro Wikipedia Italia. Wikipedia con la P, sì: l'indirizzo dell'atto di citazione era quello. Fossimo stati un po' più svegli avremmo forse potuto rifiutare l'atto di citazione dicendo "andate dall'Associazione Wikipedia Italia", che esiste, sta a Roma e non so assolutamente che faccia; ma visto che l'atto era comunque a nome della Capa di WMI in qualità di presidente pro tempore alla fine sarebbe tornato da noi.

Evidentemente (i legali di) Angelucci padre e figlio non sanno o fingono di non sapere che noi di Wikimedia Italia non abbiamo alcun potere sulle voci dell'enciclopedia, che stanno fisicamente su server fuori dal territorio italiano e non gestiti né gestibili in alcun modo da noi; chiunque può modificare le voci, e non essendoci state precedenti diffide nessuno si è messo a verificare attentamente quello che è successo. Pensate a un giardino comunale lasciato al buon senso dei fruitori, e a un gruppetto di persone che si chiama "Amici del giardino" e che cerca volontariamente di animarlo e permettere a tutti di usarlo. Se succede qualcosa che non va, chi andreste a prendere? Chi ha effettivamente compiuto il danno, il Comune o gli Amici del giardino?

L'articolo integrale di .mau., di cui consiglio vivamente la lettura, lo trovate qui.

2 commenti:

  1. Verrebbe instintivo lasciarli perdere, evitare di interessarsi a loro. Ma, purtroppo, questa è gente che legifera, e che finché sta lì ha il coltello dalla parte del manico.

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