venerdì 22 aprile 2022

Giornalisti

Sto leggendo in questi giorni La Russia di Putin, di Anna Politkovskaja, un duro atto di accusa all'attuale presidente russo e al regime da lui instaurato nella Russia del dopo Boris Eltsin. Anna Politkovskaja, forse la giornalista che maggiormente, oltre a svelare le nefandezze del regime, ha documentato le due guerre tra Russia e Cecenia, fu uccisa nel 2006 con due colpi di pistola nell'androne del palazzo dove abitava, a Mosca. Le (lacunose) indagini portarono all'arresto degli esecutori materiali del delitto ma sui mandanti non si è mai riuscito (voluto?) a fare luce.

Casualmente ho letto in questi giorni della concessione dell'estradizione negli USA, da parte dell'Inghilterra, del giornalista e attivista Julian Assange. Assange è cofondatore di WikiLeaks, l'organizzazione divulgativa attraverso la quale, nel 2010, furono fatti conoscere al mondo i crimini e gli abusi commessi dagli USA nelle guerre in Iraq e Afghanistan. Assange, negli USA, rischia una condanna a 175 anni di carcere per la sola colpa di aver fatto il suo mestiere di giornalista.

Naturalmente i due casi non mostrano importanti analogie, se non per il fatto che entrambi i giornalisti hanno subìto le conseguenze dell'aver parlato di ciò di cui non si doveva parlare. E fa una certa impressione vedere come anche noi occidentali, sempre così critici verso i regimi in cui i giornalisti vengono perseguitati, alla fine non è che ci comportiamo così diversamente nei confronti di quelli scomodi.

3 commenti:

  1. Conoscevo solo vagamente la storia di Assange e dopo aver letto il tuo post sono andato un po' a documentarmi. È incredibile. Spero che alla fine non venga estradato.

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    1. Lo spero anch'io, ma temo che il suo destino sia oramai segnato.

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