mercoledì 6 ottobre 2021

Le mosse della disperazione

Non è difficile vedere nelle intemperanze governative di queste ore un tentativo di Salvini di salvare il salvabile. Il grande sconfitto di queste amministrative è lui (a Milano la lega ha preso gli stessi voti del 2016 e Sala ha vinto per la seconda volta praticamente passeggiando) e la scompostezza delle mosse di queste ore certifica la disperazione di chi non vuole arrendersi all'evidenza del declino e si arrabatta come può per cercare di non essere messo all'angolo. È probabile che lo stato maggiore della lega, ovviamente refrattario a farsi trascinare nel baratro assieme a lui, non tardi a liberarsene.

Nel frattempo lui cerca di fare ciò che può, tipo attaccare Draghi sulla riforma del catasto e strillare contro l'ipotesi di un'apertura contingentata e controllata delle discoteche. Lo scopo è chiaro: cercare di recuperare qualche briciola di consenso da chi teme aumenti stellari delle tasse sugli immobili e dai mai dimenticati no-green pass e affini. Come al solito, e come ormai abbiamo imparato, non c'è una strategia precisa, una coerenza di intenti, un qualcosa che assomigli anche vagamente a un ragionamento; solo l'improvvisazione pura dettata dalla disperazione. Niente di nuovo sotto il sole.

4 commenti:

Sari ha detto...

A mio avviso queste elezioni non la vinte per davvero nessuno. Staremo a vedere come andranno i ballottaggi... per il resto è stato eletta la continuazione, l'usato sicuro o meno rischioso. Le persone sono stanche dei giochetti dei partiti e delle boutade di alcuni personaggi. A Bologna metà degli aventi diritto al voto sono rimasti a casa e mi pare di poter dire che non era mai accaduto.
Le riforme vanno fatte, non c'è dubbio, ma occorre pensarle e non improvvisarle per poi farci rimpiangere le vecchie.
Ciao.

Andrea Sacchini ha detto...

Se si guarda l'affluenza, hai perfettamente ragione. Difficile parlare di vittorie o sconfitte quando più della metà degli aventi diritto non vota. E non solo a Bologna per questa tornata elettorale. Ormai anche alle politiche metà delle persone sta a casa. E, mi viene a volte da dire: come dare a loro torto?
Ciao Sari.

Andrea Consonni ha detto...

non so piu' che dire sul tizio mentre sulle discoteche penso anche io che sia una decisione assurda.
In Svizzera sono aperte e se hai il certificato entri e basta. Come nel cinema dove lavoro: la capienza è completa e si entra solo col pass Covid e quando sei dentro puoi togliere la mascherina e muoverti liberamente. Nel cinema dove lavoro la capienza massima è 1000 persone e domenica scorsa ne sono arrivate quasi 3000.

Andrea Sacchini ha detto...

Quella sulle discoteche penso anch'io che sia una soluzione con pochissimo senso: o le apri o le tieni chiuse, dài...

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