Leggo di sfuggita dell'incidente cinematografico capitato ad Alec Baldwin e penso alla tragica ironia insita nel fatto che là le armi non uccidono solo nella realtà quotidiana, nella vita normale di tutti i giorni, e tanto, ma uccidono anche nella finzione. È come se dicessero: facciamo talmente tanti danni, siamo talmente pervasive nella società americana, l'ultimo paese moderno a non riuscire a recidere il suo atavico legame col bisogno di sparare, che non va bene che ci sia un ambito, quello appunto della finzione cinematografica, in cui non possiamo lasciare il nostro zampino di morte.
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La loro ancora di salvezza, vietato tradirla.
RispondiEliminaAnche Obama ha fallito, lì.
Eliminae ulteriore ironia della sorte Baldwin è un progressista contrario all'uso indiscriminato delle armi!
RispondiEliminaml
Ah, pensa un po', non lo sapevo.
EliminaNon capisco come possa accadere, ma accade.. :(
RispondiEliminaSembra sia stato un errore dell'addetto alle armi del set.
EliminaC'è un episodio dell'ottimo serial "Ellery Queen" (precursore televisivo di "Colombo"), ambientato su un set cinematografico, in cui avviene un incidente pressoché identico. Ovviamente la pistola non si è caricata da sola con proiettili veri.
RispondiEliminaDiceva mia mamma che dalla televisione anche il più sprovveduto impara a mentire, rubare, uccidere... Corsi di cattiveria spacciati per programmi di intrattenimento, peraltro sponsorizzati!
Se non ricordo male, anche Brandon Lee, figlio del più famoso Bruce, rimase ucciso allo stesso modo durante le riprese di un film.
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