Ho terminato il celebre romanzo di Bram Stoker, il capostipite che ha ispirato centinaia di film, libri, fumetti, videogiochi, musical e chi più ne ha, più ne metta. Mi ha catturato fin dalle prime pagine, un po' per la sua struttura epistolare, un po' per la trama avvincente, ma soprattutto per le descrizioni dei luoghi e dei personaggi che i protagonisti incontrano durante il viaggio che affrontano partendo da Londra per inseguire fin nella sua "tana" uno dei "conti" più famosi della letteratura mondiale.
Il romanzo, pur essendo stato scritto alla fine dell'Ottocento, mi pare denoti una certa modernità, molto lontana dai canoni classici del romanzo epistolare dell'epoca. In molte pagine, ad esempio, si trovano le trascrizioni dei resoconti fonografici del dottor Seward. Senza contare poi gli estratti da articoli di quotidiani dell'epoca. La struttura epistolare e in forma di diario dell'intera opera, poi, aggiunge quel di più che fa dell'opera un classico. Raccontare gli avvenimenti in forma di epistole e pagine di diario, infatti, non si limita a mettere al corrente il lettore circa i fatti e le vicende che compongono la storia, ma permette di venire a conoscenza in maniera approfondita delle personalità degli scriventi, cosicché i vari Wilhelmina "Mina" Murray, Jonathan Harker e John "Jack" Seward non hanno più segreti caratteriali.
Notevole, in aggiunta, la capacità dello scrittore di non cedere ai facili stilemi del "grandguignolesco" e dello splatter per descrivere l'orrore, ma di farne percepire la presenza attraverso atmosfere angoscianti ed emozioni, a differenza di quanto accade con autori contemporanei come Stephen King e altri, che in certe loro opere non lesinano certo sulla cruda descrizione dell'orrore.
A proposito di King, la seconda parte del romanzo, più o meno in coincidenza dell'inizio dell'inseguimento per tutta Europa del conte Dracula da parte dei protagonisti, mi ha ricordato a più riprese il celeberrimo It dello scrittore di Portland. Certo, sono due romanzi e due stili diversi (tranne forse nella corposità). Dracula è un romanzo corale, It è sì anche lui corale ma è soprattutto un romanzo di formazione. Tuttavia questo aggregarsi di personaggi per distruggere definitivamente una incarnazione del male, il pagliaccio assassino nel caso di It, il vampiro nel caso di Dracula, mi pare sia una peculiarità che li accomuna.
Ero partito un po' titubante, a dire il vero, si è invece rivelato uno dei libri più belli letti finora quest'anno.
Vero, un gran bel romanzo.
RispondiEliminaBram Stoker e Dracula compaiono in alcuni albi di Dampyr (Bonelli) se può interessarti.
Non lo sapevo. Interessante.
EliminaNon amo l'horror ma questo l'ho letto e stoker ha saputo mettermi la giusta dose di angoscia in maniera sottile.
RispondiEliminaBello
Sì, ma la sua bravura è stata anche quella di incollare il lettore alle pagine. Si deve sempre sapere cosa succederà, cosa faranno i personaggi, cosa diranno. Bravissimo.
EliminaHo letto un po' di recensioni in rete e ho trovato anche gente che l'ha detestato, come è normale che sia. Qua, invece, mi pare che sia piaciuto a tutti. Bello :-)
RispondiEliminaIl romanzo è estremamente moderno per quel che ricordo. Sarà stata proprio la forma volutamente epistolaria a dargli un'impronta realistica ed efficace, almeno credo. Io lo lessi la prima volta tantissimi anni fa, affascinata dalla storia del vampiro. Stranamente però, non è la figura principale del romanzo. Ma sicuramente la più affascinante e seducente. Grazie per la bella recensione e a presto!
RispondiEliminaIn effetti il vampiro è una figura che rimane in disparte. È più una figura "incombente" ma senza ruoli importanti nell'economia del romanzo.
RispondiEliminaCiao Mariella :-)