Ora, per quel che mi riguarda auguro al cavaliere di rimettersi al più presto. Detto questo, non è che il suo ricovero mi fa dimenticare ciò che il suo regno politico ultraventennale ha significato per l'Italia. E il disprezzo politico e umano che ho sempre provato nei suoi confronti rimane intatto anche se si è ammalato, non cambia di una virgola. A scanso di equivoci, il mio non è cinismo, è semplicemente memoria storica basata sulla conoscenza documentata del suo operato, cose che non si modificano col modificarsi delle condizioni di salute di chi ha scritto questo pezzo di storia.
sabato 5 settembre 2020
La dimensione storica di un leader
Il titolo che leggete qui sopra è la copia esatta del titolo con cui Bruno Vespa apre il suo editoriale sulla prima pagina de Il resto del Carlino di stamattina. Il contenuto lo immaginate. Ora, Bruno Vespa a parte (la sua idolatria per il cavaliere affonda le radici nella notte dei tempi), fa abbastanza specie notare come gli improvvisi problemi di salute di qualcuno inducano la maggior parte dei suoi detrattori verso atteggiamenti più indulgenti ed edulcorati nei suoi confronti. Chi è sempre stato apostrofato coi peggiori epiteti immaginabili, improvvisamente si ammala e... beh, sì, era quello che era però, insomma, in fondo aveva parecchi lati positivi, d'altra parte il diavolo non è mai così brutto come lo si dipinge, no?
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Concordo e sottoscrivo. L'accoppiata Bruno Vespa e Resto del Carlino è indigesta, per usare un eufemismo...
RispondiEliminaVero, ma il Carlino e Vespa sono complementari. Entrambi si rivolgono a un target di pubblico semplice, non raffinato, poco avvezzo al senso critico e all'approfondimento; un po' come Feltri con Libero o Sallusti col Giornale.
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