Referendum: Sì o No?
Qualche tempo fa, qui su queste pagine, avevo espresso la mia intenzione di votare No al referendum costituzionale di domenica e lunedì prossimi, che ha come oggetto la diminuzione del numero dei parlamentari. Sono rimasto sostanzialmente della mia idea, cioè votare No, anche se devo ammettere che alcune delle argomentazioni minori che ho letto e ascoltato a supporto del Sì mi sembra abbiano una loro validità.
Riassumendo un po', le principali motivazioni sbandierate dai sostenitori del Sì sono due: riduzione dei costi della politica e maggiore efficienza del funzionamento del parlamento. La motivazione economica è pura demagogia, dal momento che si parla di risparmi talmente risibili che solo chi non ne ha ben chiara l'entità può ritenerla solida ed elevarla a rango di argomentazione. (Mi viene anche da chiedermi come mai, se la motivazione economica è così pregnante, non si sia pensato di tagliare lo stipendio a tutti i parlamentari invece di tagliare i parlamentari stessi, cosa che tra l'altro si sarebbe potuta fare in maniera più semplice e spedita tramite legge ordinaria e senza andare a toccare la Costituzione.)
Per quanto riguarda invece la presunta maggiore efficienza che avrà un parlamento meno pletorico, beh, mi pare che siamo in presenza di una pura ipotesi. In base a quale principio dovrebbe scattare infatti tale automatismo? Non si sa. Ho provato un po' a fare qualche ricerca tra le pagine e le dichiarazioni dei sostenitori del Sì e non ho trovato nulla di convincente. Tutti affermano genericamente che l'efficienza del parlamento migliorerà ma non ho trovato nessuna argomentazione che spieghi perché. Immagino dipenda dal fatto che, alla fine, anche i sostenitori del Sì sanno perfettamente che l'inefficacia del parlamento in gran parte dipende non dal numero di parlamentari ma dai meccanismi di formazione del processo legislativo, meccanismi che non vengono minimamente toccati dalla riforma.
La debolezza e l'inesistenza di ragioni valide e sufficientemente ed esaustivamente argomentate a supporto del Sì - parere personale, ovviamente - mi spingono a restare sulla mia posizione. Quindi voterò No.
Alla fine, comunque, referendum a parte, ciò che a me importa sarebbe l'introduzione di una legge elettorale in grado di dare all'elettore la possibilità di scegliersi il candidato che preferisce, cosa che non è più possibile fare da quando, nel 2005, Calderoli sfornò il cosiddetto Porcellum, poi cambiato nel nome e nelle forme esteriori nel corso degli ultimi lustri ma senza mai modificarne la sostanza.
Commenti
Per questo motivo sono convinto che i Sì vinceranno a larga maggioranza.
il Referendum non si doveva fare , anche per il costo
di soldi pubblici .
Noi e vari conoscenti , non andremo a votare .
Buona giornata . Laura
Personalmente non mi sembra una buona idea astenersi, anche se devo ammettere che pure io in passato l'ho fatto.
Ciao Laura.
È vero anche che da anni i governi cambiano in tempi relativamente brevi (non ricordo neppure più quale sia stata lì'ultima legoslatura a durare cinque anni), e ciò è principalmente dovuto alla nascita del Movimento cinque stelle, che ha trasformato il sistema bipolare di prima, che assicurava maggiore governabilità, in un sistema tripolare, almeno all'inizio.
Piccola nota: quella del Presidente del consiglio non è una carica elettiva, quindi è normale che non sia eletto da nessuno. Viene nominato dal Capo dello Stato in base alle risultanze delle elezioni o alla situazione politca, e solitamente l'incarico gli viene affidato in base alla sua possibilità di avere i numeri per formare un governo.
Per quanto riguarda il No che aprirebbe la strada a Salvini e Meloni, la trovo un'ipotesi poco realistica, non fosse altro per il fatto che Salvini si è apertamente schierato per il Sì.