sabato 26 settembre 2020

Il calcio

Stiamo riuscendo in qualche modo a contenere i contagi e a evitare la seconda ondata pandemica, mentre tutto intorno a noi (Spagna, Francia, Inghilterra, Germania) la situazione è drammatica. In uno scenario del genere ci si aspetterebbe un aumento ancora maggiore di cautela, di prudenza; ci si aspetterebbe che l'agire e il ragionare collettivo fossero imperniati sulla consapevolezza di essere in balia di un equilibrio precario che potrebbe rompersi da un momento all'altro. E qual è, invece, l'argomento quasi unico di cui si discute da qualche giorno? La riapertura degli stadi. E tutto mentre stiamo pagando adesso il prezzo della dissennata decisione di aver aperto le discoteche durante l'estate. 
Io boh...

4 commenti:

  1. Nonostante sia un grande appassionato di Calcio, l'apertura degli Stadi lascia un po' perplesso anche me. Certo, non penso sia paragonabile a quella delle discoteche: tra gli spalti credo ci sia più possibilità di controllo e distanziamento. Il problema, in questo caso, sarebbero gli assembramenti esterni prima e dopo la partita.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mah, non so. Quando si aprirono le discoteche si disse che ci sarebbero stati i controlli e che sarebbero state fatte rispettare le norme precauzionali. Poi s'è visto com'è andata a finire.

      Elimina
  2. Guido ha centrato il punto. Il problema sono gli eventuali assembramenti fuori dallo stadio...
    Per il resto non la ritengo una decisione assurda.
    Il calcio comunque muove interessi economici e gli introiti zero al botteghino sono un problema per le società..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Senza contare le attività economiche collaterali. Immagino che anche da quel punto di vista il calcio muova un certo giro d'affari.

      Elimina

Se tutto è antisemitismo

  Le immagini che vedete qui sopra sono prese dalle prime pagine di alcuni dei principali quotidiani di destra di questa mattina: Foglio, Li...