giovedì 28 maggio 2009

Solo da noi è tutto perfettamente normale

Due tra i più prestigiosi giornali inglesi, il Financial Times (qui) e l'Independent (qui), hanno pubblicato, ieri, altrettanti articoli non proprio generosi nei confronti del premier italiano Berlusconi.

Il primo lo definisce addirittura "un pericolo e un esempio malefico per tutti", alludendo alle recenti vicende che lo hanno visto protagonista: dall'attacco indirizzato a Repubblica, rea di continuare imperterrita, com'è d'altra parte suo diritto, a fargli le famose 10 domande sulla vicenda Noemi, all'attacco alla magistratura e alla pericolosissima giudice comunista Gandus (che ovviamente non ci sta) per averlo accusato, nelle quasi 500 pagine della sentenza Mills, di esserne il corruttore.

Non meno pesante pure l'articolo dell'Independent, il quale ipotizza addirittura scenari simili alla vicenda Nixon.

Il lungo articolo dell'Independent, firmato dall'ex corrispondente da Roma, Peter Popham, ricostruisce punto per punto tutti gli sviluppi della "Berlusconi's story", chiedendosi se un leader coinvolto in così tanti scandali, controversie e processi, possa finire per perdere il potere a causa di una vicenda apparentemente minore, come la partecipazione al compleanno di una ragazza diciottenne, riportata inizialmente in un trafiletto di giornale da Repubblica, ma poi gonfiata dalla decisione di Veronica Lario di chiedere per questo il divorzio, sostenendo che suo marito ha incontri "con minorenni", che "non sta bene" e che "ha bisogno di aiuto". L'implicita allusione dell'Independent è allo scandalo Watergate, anch'esso iniziato con una piccola notizia di cronaca, un apparente tentativo di furto nel quartier generale del partito democratico americano, ma poi terminato con le dimissioni di Richard Nixon. (fonte)

Da segnalare che questi non sono gli unici due quotidiani esteri che si occupano del nostro premier e di come siamo messi in Italia, ma delle "anomalie" di cui volenti o nolenti siamo vittime, si occupano da tempo giornali e tv di mezzo mondo.

E la stampa italiana? Beh, evidentemente è l'unica che negli ultimi 15 anni non ha avuto la capacità, la possibilità o il coraggio di dire quello che è sotto gli occhi di tutto il mondo.

4 commenti:

  1. Fin dall'inizio io ho avuto lo stesso atteggiamento dei giornali stranieri e di "Repubblica", perché in qualsiasi paese normale la vicenda di Berlusconi sarebbe stata considerata pubblica e non privata.
    Un premieri, infatti, dovrebbe essere coerente con i valori che dichiara di rappresentare, non dovrebbe commettere reati e inoltre non dovrebbe esporsi con condotte che possono renderlo ricattabile (questo è un punto fondamentale che la maggioranza degli italiani non prende in considerazione).

    Solo in un paese ipocrita come il nostro, un paese in cui la doppia morale è giustificata dai più, tanti non hanno compreso la gravità dell'accaduto e i risvolti che tale vicenda ha. Primo fra tutti il fatto che il premier ha più volte mentito alla nazione dando versioni inventate circa il suo rapporto con una diciassettenne.

    Anche oggi "Repubblica" ci svela giustamente un altro tassello della storia: la zia di Noemi ha confermato che Berlusconi conosce la ragazza da quando aveva 17 anni, che lei lo chiamava "papi" e che si sapeva fin da gennaio che sarebbe andato al compleanno della ragazzina.
    Berlusconi disse invece di aver deciso tutto all'ultimo momento (peraltro impossibile, vista la questione della sicurezza: nessun premier si presenta all'improvviso in una festa privata, recando un regalino da 6000 euro).

    Dunque il premier ha detto varie bugie ai cittadini. I cittadini allora dovrebbero chiedersi se possono fidarsi di un uomo così disinvolto nel raccontare frottole.
    Inoltre sua moglie ha detto che "non sta bene". Non occorre essere geni per capire o porsi qualche domanda.

    Assumendomi sempre tutte le responsabilità per ciò che ho scritto
    saluti

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  2. "premier" e non "premieri", oops...

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. >perché in qualsiasi paese normale la vicenda di Berlusconi sarebbe stata considerata pubblica e non privata

    Già, lo stesso Augusto Minzolini, il nuovo direttore del tg1, da molti considerato molto vicino al premier, diceva nel 1994:

    "...La distinzione fra pubblico e privato è manichea: ripeto, un politico deve sapere che ogni aspetto della sua vita è pubblico. Se non accetta questa regola rinunci a fare il politico." (fonte)

    >Anche oggi "Repubblica" ci svela giustamente un altro tassello della storia

    E altri se ne stanno aggiungendo man mano.

    Ciao.

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