venerdì 1 maggio 2009

Quando la notte porta consiglio (e qualche porcata)

Solitamente, quando un governo, qualunque esso sia, ha in mente una porcata, sceglie un periodo particolare, così, giusto per cercare di dare nell'occhio il meno possibile. E' successo ad esempio per l'indulto del 2006, approvato alla chetichella in un caldo e soleggiato 29 luglio con la maggior parte degli italiani nel pieno delle ferie estive.

Ma spesso anche solo l'orario ha la sua importanza. Se poi sono le 2 abbondanti di notte, capite anche voi - sono maligno - che magari si conta sul fatto che la stragrande maggioranza degli italiani (tranne il sottoscritto) se ne sta nel suo candido lettino senza pensare a cosa può succedere a quell'ora all'interno delle austere mura parlamentari. E infatti la notizia non l'ha riportata quasi nessuno, tranne Repubblica e pochi altri. Ma cosa è successo di preciso?

Dunque, se ho capito bene, nel celeberrimo ddl sicurezza, ormai a vario titolo agli onori della cronaca praticamente da inizio legislatura, esiste una norma che obbliga l'imprenditore titolare di appalti pubblici a denunciare alla magistratura qualsiasi tentativo di estorsione pena la revoca di tali appalti. Questa norma è stata voluta - gliene va dato merito - da Roberto Maroni e dal sottosegretario Alfredo Mantovano, su appello del presidente di confindustria Sicilia e di varie organizzazioni antiracket. Ma ecco cosa è successo, nella famosa notte, secondo quanto scrive Repubblica:

Ma una modifica dell'ex aennino Manlio Contento lo fa cadere [l'obbligo di denuncia, nda] e raccoglie il sì del sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, che ha approfondito la questione col Guardasigilli Angelino Alfano, e dei due relatori ex forzisti Jole Santelli e Francesco Paolo Sisto. La Lega protesta, Mantovano spiega che "il testo è frutto di un accordo tra Interno, Giustizia, Economia e Sviluppo economico, con il via libera di palazzo Chigi". Ma la Giustizia fa dietro front. In aula si fronteggia la sola maggioranza perché Pd e Idv se ne sono andati per protesta. Si vota: vince il Pdl. Se fosse stata presente l'opposizione forse avrebbe prevalso il Viminale.

Da qui lo scontro tra Maroni, che era favorevole alla norma, e Alfano, ministro della Giustizia (?), che assieme al sottosegretario Caliendo ne ha voluto la soppressione. Ora, naturalmente, ciascuno porta le sue ragioni a motivo delle proprie posizioni, ma, dal mio modestissimo punto di vista, non penso che ci siano grossi dubbi sul fatto che tale norma avrebbe costituito un notevole deterrente alle infiltrazioni illegali (e mafiose) nella gestione degli appalti pubblici. Tanto è vero che lo stesso Maroni aveva notificato questa norma pure all'Antimafia.

Ecco, questo è quello che è successo. Non so che genere di commenti si potrebbero fare, in particolar modo dopo che da più parti, specie in seguito al terremoto in Abruzzo, si sono lanciati allarmi e segnali di preoccupazione per possibili infiltrazioni mafiose nella ricostruzione.

2 commenti:

  1. A parte il mio modestissimo parere che tale norma non avrebbe portato nessun beneficio, in quanto se io subisco un ricatto o la richiesta di un pizzo e cedo, farò ben in modo che nessuno ne sappia niente, rimane il fatto che l'opposizione DEVE fare opposizione, deve dire NO (sempre, ovviamente, se ritiene che vada detto, altrimenti può astenersi caso mai non se la senta di dire sì), ma MAI andarsene e non votare "per protesta". Ma che protesta è? Io protesto e dico no, non ci sto', non sono d'accordo; andarsene mi sa di bambini che dicono "io con te non gioco più". Ed in questo caso sembrerebbe, come riportato da Repubblica, che la norma avrebbe potuto essere bocciata. Ripeto, il tutto IMHO.

    Ciao.

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  2. Non so. Come ho scritto anche nel post, a me sembrava che la norma potesse avere una sua utilità (come evidenziava ancora ieri anche Pietro Grasso). In ogni caso a questo punto non lo sapremo più, a meno che la norma non venga ripresentata successivamente.

    Per quanto riguarda l'opposizione... vabbé, lasciamo perdere, va...

    :-)

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