A questo punto non ci sono più dubbi: il posto di Franceschini, che, come si sa, è segretario di passaggio, verrà definitivamente preso dopo le europee da Gianfranco Fini. Grazie a lui, e all'Italia dei Valori, è stata stralciata dal ddl sicurezza, attualmente in discussione alla Camera, anche la norma che obbligava gli studenti intenzionati a iscriversi a qualsiasi scuola a presentare il permesso di soggiorno. Fini, come è noto, non l'aveva presa bene, palesando il suo disappunto e il suo convincimento dell'incostituzionalità del provvedimento in una lettera inviata direttamente a Maroni. Lettera che evidentemente ha sortito i suoi effetti.
Da notare che questa è la seconda volta che il presidente della Camera punta i piedi contro provvedimenti presi dalla maggioranza di governo. E' di neanche un mese fa, infatti, l'abolizione della contestata norma che obbligava i medici a denunciare i clandestini che si presentavano nelle strutture pubbliche per farsi curare. Provvedimento, anche questo, contro cui sempre Fini si era scagliato pesantemente e che è stato alla fine ritirato. Sia nel primo caso, quello dei medici-spia, che nel secondo, quello dei presidi-spia, le rimostranze degli interessati sono state le medesime: siamo medici/insegnanti, non poliziotti.
Non ci sono particolari commenti da fare, solamente l'impressione che il frequente ricorso a questi tipi di provvedimenti potrebbe essere visto come una sorta di resa dello stato di fronte alla criminalità e alla lotta all'immigrazione clandestina, come dicono sia i medici che gli insegnanti quando ribadiscono di non essere poliziotti. Insomma, l'impressione è che la famosa linea dura, tanto strombazzata in campagna elettorale, sia di fatto un clamoroso buco nell'acqua, e per tentare di metterci una pezza si faccia affidamento su soggetti il cui ruolo è sicuramente diverso da quello che vorrebbe affibbiargli il governo.
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