Nei giorni scorsi, però, uno sciopero che ha coinvolto la quasi totalità (90% di adesioni) dei dipendenti della sede romana di una nota, anzi notissima, azienda è passato sotto silenzio. Solo il Manifesto, assieme a qualche testata di nicchia, ne ha parlato. Ecco un estratto dall'articolo de Il Manifesto:
Si sciopera anche nell'azienda del Grande Capo. La stampa non ne parla, è un tabù per le televisioni (soprattutto quelle del Biscione), ma ieri la Videotime di Roma (400 dipendenti Mediaset) si è fermata: Forum di Rita Dalla Chiesa non è potuto andare in diretta, ma è stato registrato il giorno prima; le varie edizioni del Tg5 sono state messe in onda grazie ai quadri, che per una volta hanno sostituito il personale semplice; anche per Matrix, si è fatto ricorso a una puntata «di magazzino». La protesta è stata organizzata dai tre sindacati Cgil, Cisl e Uil (dunque non dalla sola Cgil, per cui uno sciopero anti-Berlusconi sarebbe più «scontato»), che parlano di un'adesione al 90%. I 400 di Videotime Roma sono un decimo dei circa 4000 Mediaset (a loro volta divisi in 4 società: Rti, Elettronica Industriale, Endemol e, appunto, Videotime). Coprono gli aspetti tecnici di tutte le trasmissioni, di intrattenimento come i telegiornali, in tre centri: Palatino, Cinecittà ed Elios, sulla Tiburtina.
I motivi della protesta sarebbero principalmente due: salari inadeguati ed eccessiva esternalizzazione di molti servizi a società terze. Scrive a tal proposito televisionando.it:
Iniziamo col dire che i lavoratori della Videotime di Roma sono 400, il 10% dei 4000 dipendenti Mediaset, e sono stanchi di vedere gli assistenti personali delle star guadagnare molto più di loro: se un dipendente Videotime guadagna tra i 1200 e i 1500 euro al mese, una parrucchiera delle star può arrivare a 700-1300 euro al giorno. Non solo, ma i dipendenti devono vedersela quotianamente con altre ‘categorie’, oltre a quella degli ‘assistenti personali, ovvero con i service esterni (tecnici di ripresa, maestranze, parrucchieri sottopagati e senza tutele contrattuali, quindi più economici) e i dipendenti delle società esterne, spesso comunque appartenenti al gruppo Mediaset, come quelli di Endemol, della Corima (la società che fa capo alla moglie di Corrado Mantoni), della Fascino (società di Maria De Filippi) o della Triangle (di Paola Perego), ognuna delle quali si serve di propri collaboratori che spesso sostituiscono i dipendenti Mediaset.
In sostanza si finisce per sfavorire le risorse interne, spingendole spesso a turni di lavoro non contemplati dai contratti, che peraltro prevedono compensi inedeguati.
Insomma, alla fine, anche tra i lavoratori della famosa "azienda senza proteste" del premier albergano a volte disagio, scontento e malumore, ma per questi è ovviamente più difficile farsi sentire.
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