giovedì 4 novembre 2021

Fidel e Karol

Scrive Paolo Mieli ne Il tribunale della storia che se si vuole capire qualcosa di più della Cuba castrista occorre leggere un libro scritto oltre un secolo fa da Eberard Gothein: Lo stato cristiano-sociale dei Gesuiti nel Paraguay. Così, di primo acchito, viene da pensare che i Gesuiti del Paraguay c'entrino con Castro come Al Bano coi Pearl Jam, e invece non è così. Il nesso sta nel fatto che, scrive sempre Gothein, la struttura portante del gesuitismo fu l'idea che il movimento fondato da Ignazio di Loyola fosse un organismo politico in cui l'autorità dello Stato e quella religiosa coincidessero pienamente. Per i Gesuiti, cioè, l'idea di Stato coincide con quella di Stato teocratico. "Era, il loro, uno Stato teocratico in cui si coltivavano solamente alcuni lati dell'essere umano e ci si serviva della costruzione politica per reprimere tutto il resto".

Il punto comune tra il modello del Paraguay di tre secoli fa, quando i Gesuiti vi arrivarono per convertire i Guaranì, e la Cuba del dopo rivoluzione del 1959 sta nel fatto che, come scrive Loris Zanatta nel libro Fidel Castro, l'ultimo "re cattolico", "i pilastri etici e morali dell'antiliberalismo castrista sono quelli della cristianità ispanica. Il primo è la fusione tra politica e religione: compito dello Stato, per Fidel Castro, è convertire i cittadini all'unica vera fede, all'ideologia del regime, attraverso una capillare catechesi; lo Stato è il primo apostolo. Il secondo pilastro è l'impermeabilità al pluralismo: nazione e popolo sono per lui organismi viventi, il cui stato naturale è di unanimità e armonia. [...] Dissenso e conflitto sono patologie che li minano e vanno estirpati".

Fa una certa impressione pensare ad analogie tra l'ultimo leader comunista e il cattolicesimo, ma occorre tenere presente che Castro nacque e crebbe in questo ambiente. Lina Ruz, sua madre, analfabeta e cattolicissima, lo mandò a studiare prima al collegio La Calle di Santiago, poi in altri due collegi gestiti dai Gesuiti all'Avana, il Dolores e il Belén. Castro crebbe quindi plasmato dalla severità di quegli istituti cattolici, tra "disciplina militare e rigore morale". La passione per la politica venne in seguito e fu per lui una costola della religione, "l'arena del conflitto tra salvezza e dannazione".

A scanso di equivoci va detto che Castro, pur essendo nato e cresciuto in una famiglia e un ambiente cattolici, si allontanò quasi subito dalla fede perché diceva di non sentirsi adatto alla religione. Il successivo avvicinamento al marxismo-leninismo sancirà poi, definitivamente, questa allontanamento. Il rapporto col cattolicesimo, quindi, era imperniato quasi esclusivamente su affinità di idee, di visioni e condivisione di modus operandi, diciamo così. Entrambi, sia Castro che Wojtyla, erano accomunati dalla medesima ostilità verso "l'ethos liberale", che per Wojtyla era addirittura più importante dell'anticomunismo. È infatti su queste basi che i due si incontreranno (nel 1998, a Cuba) e sanciranno la loro amicizia.

A margine della storia, che ho riassunto in breve, dei rapporti tra Castro e il cattolicesimo, mi sono sempre chiesto perché, in generale, la Chiesa abbia combattuto così ferocemente il comunismo e abbia sempre tollerato, quando non ci è proprio andata a braccetto, tutte le maggiori dittature di destra che storicamente hanno insanguinato il pianeta. Hitler o Mussolini non erano migliori di Stalin, così come Pinochet non era migliore di Pol Pot, su questo credo non ci piova. Ogni dittatura, sia che fosse di destra o di sinistra, ha commesso atrocità, ma la Chiesa ha sempre fraternizzato coi primi e combattuto i secondi. Eppure, a livello filosofico e ideologico, a me sembra che il messaggio evangelico sia molto più compatibile con l'idea che stava alla base del comunismo che del fascismo. Insomma, per farla breve, è più cristiana l'idea di uguaglianza, di emancipazione, di condivisione, di fratellanza che stava alla base del comunismo o l'edonismo, l'individualismo e il messaggio proto-capitalista che era già in nuce nelle ideologie di destra? Una mia risposta ce l'ho, ma evidentemente non è quella giusta.

9 commenti:

Luigi ha detto...

In effetti la domanda ha un senso ma è difficile rispndere. Interessante il legame tra Castro e il cattolicesimo.

Franco Battaglia ha detto...

La Chiesa è una signora dittatura, a ben guardare.

Andrea Sacchini ha detto...

Sì, molto interessante. Ne ero all'oscuro pure io.

Andrea Sacchini ha detto...

forse non nel senso stretto del termine, ma in quello lato sicuramente sì.

UnUomo.InCammino ha detto...

Oppure dei popoli, quello marxista ha tentato di rimpiazzare quello cristiano ed è stato rimpiazzato da quello arcobalengo.
La uguaglianza non esiste neppure nei prodotti industriali rudimentali, basta affinare le misure e neppure due bulloni dello stesso lotto sono uguali.
Meno esiste, più viene martellata e inculcata nel menti dei fedeli.

UnUomo.InCammino ha detto...

Oppio dei popoli.
Scusate per le distorsioni dovute al furbofono.

UnUomo.InCammino ha detto...

Osservo stranito il distacco dalla realtà e la partecipazione alle ideologie che trovo qui dentro.

> Pinochet non era migliore di Pol Pot,

Il regime di Pinochet fu certamente migliore di quello di Pol Pot.
Ad esempio: il primo fece morti 10^3, il secondo 10^6 tre ordini di grandezza maggiori.
Poi ci sarebbero altre misure, come tenore di vita, libertà economica, etc. ma lascio perdere.

Ripetizioni acritiche di stereotipi: è proprio l'effetto dell'oppio (sulle menti) dei popoli.
Qui trovo anche un certo compiacimento sulle somiglianze tra due droghe.
Mah.

Andrea Sacchini ha detto...

Più che osservare un inesistente distacco dalla realtà, dovresti fare uno piccolo sforzo per cercare di capire ciò che ho scritto. Qualche anno fa l'Ocse ha certificato che noi italiani siamo all'ultimo posto per la comprensione di un testo scritto, cioè sappiamo leggere ma non capiamo quello che leggiamo, esattamente come hai fatto tu estrapolando la frase dal contesto e dandole un significato che non è suo. Ti mancano i fondamentali, amico mio, ossia la capacità di capire ciò che leggi, e io, se permetti, non è che posso mettermi a dibattere con uno a cui mancano i fondamentali. È una lotta impari, capisci? Il suggerimento che posso darti è di adoperarti in qualche modo per cercare di colmare tale lacuna. Poi, quando avrai appreso i fondamentali, e cioè cercare di imparare a capire il significato di un testo scritto, torna qua che parliamo, ok?

UnUomo.InCammino ha detto...

Fuffa.
Attenersi ai fatti e non distorcerli per le proprie credenze.

Anarchici in famiglia

A volte invidio la vita "anarchica" di Francesca, mia figlia minore, anche se spesso non concordo con le sue scelte. Anarchica nel...