martedì 18 agosto 2009

Confcommercio e la "canzone del pessimismo" (che non vale per i telefonini)

Se provassimo a seguire il pensiero (il)logico di qualcuno di nostra conoscenza, verrebbe quasi da dire che la nota associazione che raggruppa i commercianti si sia accodata a una certa sinistra colpevole di continuare a cantare la canzone del pessimismo. Effettivamente, i dati pubblicati ieri da Confcommercio e ripresi da tutti i giornali e telegiornali (manigoldi!) lasciano poco margine ad ambivalenze o a dubbi interpretativi. Curiosità: Confcommercio è la stessa associazione che non più tardi di un mesetto fa annunciava che il peggio era passato, che la maggior parte delle famiglie non aveva gettato la spugna e guardava al futuro con ottimismo (vi ricorda qualcosa?).

Beh, analizzando un po' i dati resi noti ieri, si evince chiaramente che riguardo ai telefonini, la spugna, le famiglie non l'hanno gettata sicuramente, anzi. Ecco infatti cosa riporta il sito dell'associazione in merito.

Calano i consumi delle famiglie nel 2008 (-1%) con una accentuata flessione per auto e moto (-15,1%), servizi di trasporto (-7,4%), elettrodomestici (-7,1%) e alcuni prodotti alimentari tra cui i prodotti ittici (-5,4%); bene, invece, i prodotti per la telefonia (+15,4%), le attrezzature per la casa e il giardino (+14,3%), i tessuti per la casa (+4,7%). Negli ultimi sette anni si registra un vero e proprio boom nell’acquisto di telefonini (+189%).

Sempre Confcommercio aggiunge poi che una lieve ripresa ci sarà nel 2010 e un ulteriore consolidamento nel 2011. Ma quello che è più interessante sono i dati.

Dalle percentuali, infatti, risulta che in media si rinuncia a comprarsi uno scooter, una macchina, si mangia meno pesce e carne ma al telefonino non si rinuncia - è infatti l'unico segmento in crescita, sia nel breve che nel lungo periodo. La cosa curiosa è che tutto ciò avviene nonostante le tariffe di telefonia mobile siano in Italia mediamente tra le più alte rispetto a tutto il resto d'Europa (rispetto all'Olanda, ad esempio, lo sono per il triplo), almeno secondo quanto affermato da uno studio dell'Ocse.

L’Italia primeggia in Europa per diffusione di telefonini (numero per abitante), ma si distingue anche per i costi delle tariffe, con bollette del valore triplo di quella olandese.
Il telefonino è più caro per chi ne fa un uso medio-basso, mentre è poco più conveniente per chi lo usa con più frequenza.
Sono alcune evidenze di uno studio Ocse, secondo cui nella classifica dei 28 Paesi presi in esame, l'Italia si posiziona sempre nella metà con i costi più alti: occupa infatti la 19esima posizione nel caso di utilizzo moderato del telefonino, la 20esima per chi fa un uso medio, la 16esima per chi invece ne fa un uso intensivo. (fonte)

Insomma, non importa la crisi, non importano le supertariffe, non importa che un giorno sì e l'altro pure qualche compagnia telefonica venga multata per pubblicità ingannevole, non importa che continuino a succhiarci soldi e spesso a truffarci con suonerie, loghi, oroscopi, canzoncine stupide e cretinate varie: al telefonino non si rinuncia.

Amen.

3 commenti:

Nick Jones ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Romina ha detto...

A pensarci bene, questi dati spiegano molte cose: se diminuisce la spesa per gli indispensabili generi alimentari e anche per libri e riviste, ma aumenta quella per i telefonini, si capisce poi perché qualcuno, e non dico chi, possa fare il bello e il cattivo tempo senza incontrare la minima resistenza.
Diciamo la verità, questa è una fotografia impietosa della nazione.

Fra l'altro, nella mia esperienza quotidiana noto proprio queste cose. Giuro che i negozi di telefonia mobile sono sempre pieni, mentre gli altri no, anzi.
D'altra parte, se pensi che, stando a quanto ho letto più volte, c'è chi dà il telefonino ai propri figli di appena 6 anni...Non so se rendo l'idea.

Ciao.

Andrea Sacchini ha detto...

Giuro che i negozi di telefonia mobile sono sempre pieni, mentre gli altri no, anzi.

Sbagliato. In questo periodo anche davanti a un'altra categoria di esercizi commerciali c'è sempre la fila: le ricevitorie! (almeno finché non uscirà questo benedetto 6).

Il che non fa altro che confermare, comunque, la "impietosa fotografia della nazione" che hai descritto.

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