mercoledì 19 agosto 2009

Gli immigrati non rubano il lavoro agli italiani. Chi glielo dice ai leghisti adesso?

Beh, pare proprio che uno dei puntelli, forse il principale, sui quali si reggeva (e si regge tuttora) gran parte della propaganda leghista sia destinato a cadere. La Banca d'Italia, infatti, ha pubblicato uno studio intitolato "L'economia delle regioni italiane nell'anno 2008" dal quale si evince sostanzialmente che non è vero, come affermato da molti - non solo leghisti, per la verità -, che la crescita di manodopera straniera ha come effetto quello di sottrarre possibilità di lavoro alla manodopera nazionale, ma in alcuni casi è addirittura il contrario. Vediamo di approfondire un po'.

Lo studio - per chi ha voglia si spulciarselo è disponibile qui in pdf (la parte relativa al rapporto immigrazione/lavoro la trovate da pag. 62) - fissa sostanzialmente due punti. Il primo, come già detto, mette in discussione il famoso cavallo di battaglia della lega. Scrive Bankitalia (il neretto è mio):

L’afflusso di immigrati dall’estero nell’ultimo decennio ha sostenuto la crescita dell’occupazione in Italia, contribuendo a contrastare il progressivo invecchiamento della popolazione. Gli stranieri hanno un tasso di occupazione superiore a quello degli italiani e percepiscono redditi da lavoro significativamente inferiori; a ciò contribuiscono un più basso livello di scolarità e una maggiore concentrazione in settori e mansioni a minor contenuto professionale e in imprese mediamente meno produttive.
[...]
La crescita della presenza straniera non si è riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani, che sembrano invece accrescersi per gli italiani più istruiti e per le donne.

In sostanza, Bankitalia non ha fatto altro che certificare quello che è sotto gli occhi di tutti, e cioè che la maggior parte della manodopera straniera va a coprire quei buchi rappresentati dai lavori a più basso reddito, considerati "umili" e in genere più faticosi degli altri: esattamente quelli che gli italiani in genere non vogliono fare. A questo si aggiunge il secondo punto interessante evidenziato sempre dall'istituto di via Nazionale.

Nostre analisi [di Bankitalia, nda] che tengono conto delle diverse caratteristiche individuali e dei mercati locali del lavoro, evidenziano in particolare l'esistenza di complementarietà tra gli stranieri e gli italialini più istruiti e le donne. Per queste ultime, la crescente presenza straniera attenuerebbe i vincoli legati alla presenza di figli e all'assistenza dei familiari più anziani, permettendo di aumentare l'offerta di lavoro. L'afflusso di lavoratori stranieri impiegati con mansioni tecniche e operaie può, inoltre, aver sostenuto la domanda di lavoro per funzioni gestionali e amministrative, che richiedono qualifiche più elevate, maggiormente rappresentate dagli italiani.

Non mi pare che questo paragrafo necessiti di grosse spiegazioni. Se io, donna, magari avvocato, manager, insegnante, ho la possibilità di contare su una colf o una babysitter che mi permetta di dedicare maggior tempo ed energie alla mia attività, il vantaggio è per entrambi: mio, che posso svolgere al meglio la mia professione, e di chi mi assiste i familiari a casa, professione anche questa a tutti gli effetti. Ecco la sinergia, la "complementarietà" di cui parla la Banca d'Italia nel suo studio.

Ovviamente, un tale documento, ripreso da tutte le principale testate, non poteva passare inosservato e lasciare indifferenti gli alti vertici leghisti. Il primo a farsi avanti per tentare di rimettere le cose a posto (a posto secondo loro, ovviamente) è il fine intellettuale Borghezio, secondo cui "E' una colossale balla che gli immigrati non tolgono lavoro agli italiani. Ed è opportuno che le istituzioni non contribuiscano a diffonderla". Ora, mi rendo perfettamente conto che ognuno ha la sua verità e che è giusto che cerchi di difenderla in tutti i modi. E d'altra parte come si fa non comprendere il travaso di bile di Borghezio? Scusate, a voi non capiterebbe lo stesso? Se qualcuno (metti ad esempio il centro studi della Banca d'Italia) se ne venisse fuori con uno studio documentato che di punto in bianco mette in discussione tutta la demagogia e i ragionamenti fatti con la pancia dati in pasto agli elettori, che hanno caratterizzato la vostra propaganda populista degli ultimi anni, non vi incavolereste un pochino? E non avreste delle ottime ragioni, quindi, a pretendere che le istituzioni non pubblicizzino tale documento? Visto che Borghezio in quest'occasione sembra un fiume in piena, direi di andare avanti e divertirci un altro po'.

"Io non credo a questa leggenda - sottolinea Borghezio - perché vedo una realtà molto diversa e Bossi ci ha insegnato a ragionare con quello che vediamo". Ecco, ragionare con quello che si vede è il peggior insegnamento che si possa dare a chi non riesce a vedere oltre il proprio naso. Se poi l'insegnante di riferimento è un soggetto di tale levatura...

Quel che vedo con i miei occhi - spiega - è che c'é un problema ancora vivo di cassa integrazione e licenziamenti per i nostri operai. Qui, certamente, il buon Borghezio non sbaglia. E' verissimo infatti che molte imprese, del nord come del sud, chiudono, o sono a rischio chiusura, o comunque continuano a fare massiccio ricorso alla cassa integrazione. Ma la domanda è: la lega dov'è? Borghezio dov'è? Cosa fa oltre a starsene all'europarlamento? Si è recentemente chiuso positivamente il caso Inns, l'azienda di Milano (di Milano!) salita alla ribalta nazionale per gli operai che per giorni, per cercare di salvare l'azienda dalla chiusura, se ne sono rimasti appollaiati su una gru a 50 metri da terra. Chi c'era al loro fianco a parte i colleghi di lavoro, le famiglie e le rappresentanze sindacali? Qualcuno ha visto per caso Borghezio o qualche esponente leghista nei paraggi? Qualcuno che abbia almeno rilasciato qualche dichiarazione di solidarietà? Era forse troppo impegnato ad andarsene a spasso col maiale per dissacrare qualche terreno da destinare a qualche moschea? (ah no, quello era Calderoli...). Borghezio dice che Bossi gli ha insegnato a ragionare con quello che si vede. Evidentemente la Inns era un'azienda troppo piccola (in fondo appena una cinquantina di operai) da vedere.

Ancora. Dov'era la Lega (e Borghezio) quando a gennaio scorso 850 lavoratori di Malpensa venivano messi in cassa integrazione in seguito alle conseguenze dell'accordo tra la nuova Alitalia di Colanninno e AirFrance, che di fatto ha penalizzato e ridimensionato enormemente lo scalo varesino in favore di Fiumicino, a Roma? Dov'era Borghezio? Boh, non si sa. Come non si sa come mai sia da tempo passata sotto silenzio questa storia. Avete notato? Una delle più grandi battaglie condotte dalla Lega (dalla base, però), quella di Malpensa (ricordate i titoloni de La Padania? "Futuri disoccupati... Grazie a Roma...") e della difesa dei lavoratori dello scalo varesino, nessuno parla più. Come mai? Massì, meglio soprassedere, meglio fare finta di niente e tornare a dare la colpa di tutti i mali del nostro paese ai lavoratori stranieri, giusto per continuare a tenere sotto sedativo gli elettori leghisti che magari cominciano a mostrare qualche segno di risveglio dal letargo.

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