giovedì 13 agosto 2009

A proposito della querela in rete

Beppe Grillo ha lanciato, qualche giorno fa, tramite il suo blog, un'iniziativa che mi pare sia piuttosto interessante: fornire patrocinio legale agli utenti internet vittime di querela per diffamazione.

Io ho dei buoni avvocati e molte querele, preferirei non averle, ma fa parte del gioco. Quasi sempre le ho vinte. La maggior parte dei blogger non ha soldi, e neppure l'abitudine a essere querelata da un potente che può usare, talvolta anche a carico dello Stato, avvocati di grido. L'intera Rete è a rischio querela, tutta la verità che è presente in Rete è un attacco al Regime. Non si può querelare la Rete, ma la si può limitare, porre restrizioni idiote presenti in Cina e in Birmania, come hanno fatto e stanno facendo. Si può anche colpirne qualcuno per educarne cento. Per questo voglio creare un pool di avvocati della Rete a disposizione dei querelati.
Chiedo a tutti gli avvocati che mi leggono che vogliono difendere gratuitamente i blogger di inviarmi i loro riferimenti. Li inserirò in una lista sul blog. Per i casi più complessi metterò a disposizione i miei avvocati, che ormai vantano una certa esperienza. Nel blog sarà disponibile a settembre un'area di aiuto per i blogger querelati con i fatti da sapere per difendersi, gli studi legali cui rivolgersi e l'elenco delle cause in corso contro le pubblicazioni in rete.

No, non preoccupatevi, non mi sono beccato nessuna querela (ancora). E' che la vicenda mi pare interessante e volevo fare un paio di riflessioni.

La querela è una pratica piuttosto in uso in ambito giornalistico; meno, molto meno, tra chi scrive in rete per diletto (vedi blogger e affini). Eppure non sono mancati, anche nel recente periodo, episodi di questo genere, anche se non riferiti specificatamente alla diffamazione. Quello ad esempio che in misura maggiore è rimasto nella memoria collettiva, specialmente degli utenti della rete, è l'elevato numero di querele intentate poco meno di un anno fa da Gigi Moncalvo contro molti blogger, ma anche semplici commentatori di questi, in merito alle critiche a una sua trasmissione radiofonica. Secondo Wikipedia, i querelati all'epoca furono in totale circa 150.

E' opinione comune, personalmente abbastanza condivisibile, che la querela sia ormai uno strumento che col passare del tempo ha perso la sua valenza di difesa dell'onore e del prestigio personale di chi la presenta, per trasformarsi - spesso, ma non sempre - in una sorta di strumento intimidatorio verso qualcuno, magari qualche voce scomoda. E ciò è in massima parte dovuto al fatto che presentare una querela non costa nulla, mente riceverla può invece creare qualche problema. Di carattere economico, certo, ma anche per tutto quello che attiene il trovarsi invischiati dall'oggi al domani in una cosa apparentemente più grande di se stessi, nella quale non si sa bene come muoversi, cosa fare, ecc... C'è da dire che sono state presentate, a livello legislativo, nel corso del tempo, diverse proposte per modificare in senso meno restrittivo l'istituto della querela. Penso ad esempio alla omessa rettifica come condizione per proporre querela, alla fissazione di un tetto massimo per il risarcimento del danno morale e altre cose, ma tutto è sempre rimasto lettera morta. Segno evidentemente che, a qualcuno, un po' più in alto, continua a stare bene così com'è.

Sull'altro versante, c'è da dire che la massiccia diffusione di internet ha dato e dà la possibilità a chiunque disponga di un semplice pc di poter senza nessuna difficoltà pubblicare qualsiasi cosa. E - va detto - non sono pochi quelli che abusano di questa opportunità, magari pubblicando con troppa leggerezza cose per le quali la querela forse è anche troppo poco.

Personalmente, come dicevo prima, nonostante mi stia paurosamente avvicinando al duemillesimo post pubblicato in questo blog (senza contare il mio sito internet e le varie malefatte letterarie che semino via Twitter o Facebook), e nonostante abbia scritto abbastanza spesso cose piuttosto fastidiose, nessuno si è ancora fatto vivo. Va bene, il mio non è certamente quello che si dice il blog dai grandi numeri, ma neppure Settolo, probabilmente, si aspettava una querela da parte di Moncalvo. Quando ho attivato questo mio piccolo spazio, ormai tre anni fa, avevo già da tempo cominciato a scrivere alcune cose sul mio sito internet, e questa esperienza mi ha permesso di intraprendere la "carriera" di blogger tenendo sempre presente alcuni punti fermi, primo tra tutti la documentazione. Prima di scrivere qualunque cosa, infatti, cerco sempre di documentarmi al meglio, e lo potete facilmente verificare dalla moltitudine di link alle fonti che trovate nei miei articoli. Inoltre, cosa più importante, cerco sempre di specificare quando ciò che scrivo è un'opinione mia oppure un fatto accertato.

Come capite bene anche voi, però, queste sono precauzioni che reggono o possono avere una loro utilità se chi propone querela non lo fa per scopi diversi per la quale la stessa è stata concepita, nel qual caso non c'è santo che tenga. Ecco perché, come dicevo all'inizio, l'idea di Grillo non mi sembra affatto male.

Se a qualcuno interessa, Daniele Marescotti, dello staff di peacelink.it, ha pubblicato nel 2005 una piccola guida adatta allo scopo, che può risultare molto utile per evitare guai a chi maneggia lo strumento "blog". La trovate qui.

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