giovedì 27 agosto 2009

Ci sono da spostare alcuni detenuti

Il Meeting di Rimini, in svolgimento in questi giorni, vede sempre più sovente l'intervento, oltre che di uomini di cultura, di scienza e di spettacolo, di personalità più o meno in vista (e a volte più o meno discutibili) del mondo della politica. In questi giorni sono passati ad esempio Calderoli, Formigoni, Sacconi, Alfano e altri di cui non ricordo il nome. L'intervento di Alfano, almeno stando a quanto riporta la stampa, merita sicuramente di essere commentato.

Come sapete, Alfano è il ministro della Giustizia. A me non sta particolarmente simpatico, in primo luogo perché estensore del famoso lodo che porta il suo nome - quello che ha provvisoriamente (in autunno ci sarà la sentenza della Consulta in merito) salvato il cavaliere dal processo Mills -, e poi per la riforma della giustizia che ha intenzione di portare all'esame del Parlamento al termine della pausa estiva dei lavori parlamentari. Ma non è di questo che voglio parlare adesso. Volevo, come scrivevo sopra, solo commentare alcuni passaggi del suo intervento a Rimini.

In sostanza Alfano si è lamentato con l'Unione Europea per il livello di sovraffollamento in cui versano le carceri italiane. E ciò in virtù del fatto che - dice sempre il ministro - circa 20.000 dei 60.000 e passa detenuti nelle carceri italiane sono stranieri.

Nelle carceri italiane "ci sono oltre 63mila detenuti. Oltre 20mila sono stranieri, il che vuol dire che le carceri italiane sono idonee ad ospitare i detenuti italiani. Con l'aggiungersi degli stranieri agli italiani si supera la capienza regolamentare ma anche quella tollerabile".
[...]
"Un fenomeno a cui l'Unione Europea -insiste Alfano- deve prestare attenzione. La Ue deve farsi promotrice di trattati o dare risorse economiche agli stati piu' interessati dal problema per costruire nuove carceri. Noi non intendiamo procedere sulla via seguita per 60 anni dalla Repubblica: trenta provvedimenti di indulto per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri".

Alfano, se non ho capito male, auspica che l'Unione Europea presti attenzione a questo fenomeno, magari rivedendo qualche trattato o qualche convenzione oppure tirando fuori i soldi per costruire nuove carceri, visto che l'Italia, in proposito, non pare esattamente in condizione. Sarebbe interessante a tal proposito capire bene cosa intende il ministro, anche perché non penso che si possa mettere in discussione il "dogma" che chi commette un reato viene incarcerato nel paese in cui lo commette. E questo vale anche per gli italiani.

Probabilmente qualche mio affezionato lettore ricorda la vicenda di Luca e Davide, i due ragazzi qui di Santarcangelo trovati in possesso durante una vacanza in Grecia di 20 grammi di hashish. La vicenda si è poi chiusa bene, ma inizialmente i due sono stati tradotti in un carcere greco e successivamente, dopo il rilascio temporaneo su cauzione, lo stesso stato ellenico ne aveva chiesto e ottenuto l'estradizione per essere processati in Grecia. Insomma, chi sbaglia paga nel posto dove ha sbagliato. Alfano - penso - vorrebbe forse, quindi, cercare di cambiare questo stato di cose, magari con l'avallo dell'Europa. E qui si impone un'altra riflessione.

Alfano pare seguire, quasi si fossero messi d'accorso, la via già intrapresa dal suo collega e ministro degli Esteri Frattini, il quale ha dichiarato pochi giorni fa, dopo le tragiche vicende di Lampedusa, che l'immigrazione è un problema di cui anche l'Europa si deve fare carico (in pratica ogni paese dell'unione dovrebbe secondo Frattini beccarsi la sua parte di immigrati clandestini che entrano illegalmente dall'Italia). Quindi, ricapitolando, pare che entrambi i ministri stiano giocando a una sorta di rimpiattino con l'Europa, la quale, secondo loro, dovrebbe farsi carico di due grossi problemi - immigrazione e sovraffollamento - tipicamente italiani. Problemi, specialmente quello dell'immigrazione, che era stato, come ho già scritto in altri post, uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale dell'attuale esecutivo. Insomma, se l'Europa non ci aiuta qui non se ne esce.

Qualche nodo comincia a venire al pettine?

2 commenti:

  1. a parte le idee di Alfano in sé - visto anche che ci sono delle carceri costruite che nn vogliono utilizzare - direi che la sua analisi è incompleta, dato che manca un dato importante: quanti sono i detenuti italiani all'estero? questi, secondo il suo ragionamento, andrebbero aggiunti ai 40.000 detenuti italiani in Italia...

    ps: mi sa me la sono persa, come è andata a finire la storia di Luca e Davide??

    RispondiElimina
  2. questi, secondo il suo ragionamento, andrebbero aggiunti ai 40.000 detenuti italiani in Italia...

    Mah, guarda, gli italiani detenuti all'estero (dati 2004, i più recenti che sono riuscito a trovare) sono 3170. In effetti un'inezia rispetto agli stranieri detenuti nelle nostre. Se ipoteticamente si potesse fare una sorta di "baratto", riportare cioè i nostri a casa e rimandare gli stranieri detenuti in Italia nelle carceri del proprio paese di origine, noi ne trarremmo sicuramente giovamento.

    come è andata a finire la storia di Luca e Davide??

    Bene.

    RispondiElimina

Il post sentenza

La sbornia post sentenza OpenArms ha dato la stura a dichiarazioni giubilanti che a tratti sembrano leggermente fuori dalla realtà. Cominci...