venerdì 28 agosto 2009

Il testamento biologico e il "libero convincimento" dei senatori

Le bordate lanciate dal nuovo esponente di punta del Pd, e cioè quel Gianfranco Fini intervenuto l'altro ieri alla festa dei democratici a Genova, erano troppo pesanti per qualcuno, e difficilmente si poteva pensare che non arrivasse una replica. Ma cos'aveva detto Fini di così grave da meritare addirittura l'onore di una replica congiunta da due dei senatori più "in" che bazzicano a Palazzo Madama? Vediamo di approfondire un pochino.

In realtà l'intervento di Fini alla festa del Pd a Genova ha toccato parecchi temi, tra cui l'immigrazione clandestina, l'eccessiva sudditanza del Pdl alle istanze della Lega ed altri, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso (e il travaso di bile di qualcuno) sono probabilmente state le sue parole sulla questione del testamento biologico. Parole semplici, chiare e - almeno da parte mia - totalmente condivisibili.

"Credo che non si tratti di favorire la morte ma di prendere atto dell'impossibilità di impedirla, affidando all'affetto dei familiari e alla scienza dei medici la decisione". Per questo il presidente della camera, Gianfranco Fini, ribadisce che farà "il possibile per correggere alla Camera un testo che difetta nel rispetto di questo principio".

Ospite della festa del Pd di Genova, Fini sottolinea di non voler fare "alcuna crociata contro i cattolici, per i quali ho il massimo rispetto ma - sostiene - chi dice che su queste questioni decide la Chiesa e non il Parlamento per me è un clericale. Per me spetta al Parlamento decidere".

Questo perché "ogni cittadino e ogni parlamentare deve rispondere alla sua personale coscienza. Su questioni relative alla vita e alla morte non ci può essere un vincolo di maggioranza o di partito".

Cosa c'è di sbagliato in quello che ha detto? Niente. Fini ha solamente ribadito due concetti molto importanti: (1) la scelta su come e quando morire spetta solo alla singola persona e (2) le leggi in Italia le fa il Parlamento e non la Chiesa, se è vero, come è vero, che la nostra Costituzione dice che viviamo in uno stato laico. Tutto questo mentre, praticamente in contemporanea, un altro ministro, Sacconi, auspicava al Meetenig di Rimini l'approvazione della "leggina" costruita ad hoc per Eluana Englaro, quella famosa porcata fortunatamente bloccata in extremis da Napolitano.

Puntuale, come dicevo, è arrivata la replica congiunta dei Senatori Quagliarello e Gasparri - quello che a me fa venire l'orticaria.

La legge sul testamento biologico approvata a Palazzo Madama è frutto del libero convincimento dei senatori, i quali non solo non possono essere tacciati in alcun modo di clericalismo, ma hanno avuto la possibilità di esprimersi nella libertà della loro coscienza anche rispetto ai gruppi di appartenenza, anche quando, come nel caso del PdL, all'esito di una lunga, approfondita e laica discussione si era giunti all'individuazione di una linea largamente maggioritaria.

Ora, nessuno mette in dubbio che il disegno di legge così com'è concepito sia il "frutto del libero convincimento dei senatori", come dice Gasparri, ma il punto è un altro: siamo sicuri che questo convincimento sia in linea con quanto pensa la maggioranza degli italiani? Qui, al contrario, il dubbio viene, e molto. Sondaggi ufficiali in merito non mi pare che esistano, ma sondaggi singoli effettuati da varie associazioni di rilevazione vanno tutti nella stessa direzione: la maggioranza degli interpellati vuole decidere autonomamente come morire (qui Aduc e qui Corriere, solo per segnalarne un paio).

Il nodo principale, quello che da più di un anno ormai è il fulcro delle polemiche, come avrete sicuramente capito ruota tutto attorno alla questione se il mantenimento dell'idratazione e della nutrizione (il famoso sondino) debbano essere considerati imprescindibili dalla volontà del paziente (come vorrebbe la legge così com'è scritta), oppure no. E' un nodo cruciale, come capite, che a seconda di come verrà "sciolto" determinerà in maniera incontrovertibile se siamo ancora liberi di scegliere, se l'autodeterminazione ha ancora un senso e se la libertà di coscienza in questo paese vale ancora qualcosa oppure no. Fini ha detto che farà di tutto per cambiare in questo senso il testo prima dell'ultimo passaggio in Parlamento. Non lo so come andrà a finire, ma se la legge resterà così com'è la sconfitta più grande sarà la nostra, in quanto non avremo più neppure la facoltà di decidere cosa fare della nostra carcassa.

E tutto questo, paradossalmente, grazie a un partito che si chiama Popolo della Libertà.

(fonte immagine: voglioscendere.it)

4 commenti:

Michele de Cerbo ha detto...

Piuù mi informo e tendo l'orecchio (e quel poco di buon senso che ancora possiedo...) e più rosico perchè il buon Gianfranco stia 'storicamente' 'dall'altra parte'.
Mi sembra che da ormai un non trascurabile intervallo di tempo stia dimostrando di essere una delle persone più dotate che la politica italiana possa offrire, al punto di contapporsi per cercare 'il giusto' ai sui stessi alleati. Delle volte sembra che sia in grado di affermare e sostenere tesi 'sinistro-democratiche' più del PD stesso... (se non poi tornare comunque su immonde schfezze... come la bossi-fini.. leggi varie sulla droga...)...

Michele de Cerbo ha detto...

.... dimenticavo di commentare la parentesi conclusiva... (.... allora rosico un po meno.....!!!)

Anonimo ha detto...

"Credo che non si tratti di favorire la morte ma di prendere atto dell'impossibilità di impedirla, affidando all'affetto dei familiari e alla scienza dei medici la decisione"....... di commettere, ai sensi e per gli effetti del Decreto Legge n.xxx del xxx, un omicidio premeditato, con tanto sentenza passata in giudicato. Da michelangelok

Andrea Sacchini ha detto...

stia dimostrando di essere una delle persone più dotate che la politica italiana possa offrire

Non saprei esattamente. A me Fini non convince del tutto, nel senso che, come è noto, non è la prima volta che con le sue esternazioni fa incavolare i suoi stessi alleati - penso ad esempio ai "rimproveri" per gli eccessivi ricorsi alla fiducia della maggioranza -, ma finora alle lamentele non mi pare che siano seguiti poi i fatti, anche se c'è da dire che la carica che ricopre non è che gli conceda ampi margini di manovra a livello di modifica dei testi di legge.

Adesso, come ha detto lui stesso, cercherà di fare il possibile per modificare la legge sul testamento biologico nel senso di lasciare una maggiore libertà di scelta. Vedremo se lo farà e come. E' un po' una sorta di prova del 9.

di commettere, ai sensi e per gli effetti del Decreto Legge n.xxx del xxx, un omicidio premeditato

Curioso. Io pensavo che l'omicidio consistesse nel porre fine alla vita di qualcuno. Peccato che, a mio parere (e di quello della suprema corte di Cassazione), nei casi Englaro e Welby, per citare solo quelli balzati agli onori della cronaca, non si possa già più parlare di vita, cosa che lo stesso Welby ha pubblicamente dichiarato addirittura a Napolitano.

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