La benzina è la benzina, gli aumenti sono gli aumenti ad hoc di quest'ultima e le risate sono quelle che emergono spontanee dopo aver letto del fallimento della trattativa governo-petrolieri nell'incontro di ieri al Ministero dello Sviluppo Economico.
La storia è nota, anzi stranota: siamo in agosto, ci sono le ferie, la gente si sposta in massa (per la maggior parte con l'auto), e le compagnie petrolifere che fanno? Aumentano i prezzi, naturale no? Qualcuno ricorda per caso qualche agosto degli anni passati in cui è successo qualcosa di diverso?
Scajola ha fatto la faccia cattiva, ma loro, i petrolieri, duri, neanche a pensarci a fare dietrofront, neppure per abbassare i prezzi alla pompa di quei 2 cent al litro che secondo il governo rientravano nel margine possibile di riduzione.
E quindi, anche qui seguendo un inutile copione già visto e rivisto, le associazioni dei consumatori strillano, il governo si incavola, la gente pure, ci si appella all'antitrust, all'osservatorio dei prezzi; ma alla fine il tempo passa, agosto finisce e chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato: la speculazione è la speculazione.
E, d'altra parte, in quale altro periodo dell'anno, se non adesso, è possibile mungere contemporaneamente 16 milioni di italiani?
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