Guardate un attimo questo filmato:
Correva l'anno 2002, mese di aprile. Berlusconi, da un anno a capo del suo 2° governo, lanciava da Sofia, dove si trovava in visita ufficiale, quello che è soprannominato il famoso "editto bulgaro". In pratica accusava Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi di fare un "uso criminoso" della tv di stato, pagata coi soldi pubblici, ed auspicava senza mezzi termini la dipartita dei tre.
Adesso date un'occhiata a quest'altro filmato:
Corre l'anno 2009, mese di agosto. Berlusconi, da un anno abbondante a capo del suo 4° governo (lo so, sembra incredibile), lancia da Palazzo Chigi, dove sta tenendo la conferenza stampa prima della sospensione estiva dei lavori di governo, quello che molti hanno già definito il "nuovo editto bulgaro".
Cambiano i tempi, cambia qualche personaggio, cambia leggermente il contesto, ma la voglia di eliminare, di togliere, di "epurare", di cancellare qualunque voce che canti fuori dal coro è sempre la stessa. In questo caso il malfattore è il temibile tg3, unico telegiornale che, a differenza di tutti gli altri, ha continuato, durante tutti questi mesi in cui l'esecutivo è all'opera, a raccontare certe cose: gli scandali della sua vita privata che privata non è (l'ha detto pure sua figlia), la verità sulla reale dimensione della crisi economica, la verità su molti annunci roboanti fatti dallo stato maggiore dell'esecutivo in merito a molti dei provvedimenti varati finora.
Nella personalissima visione del mondo del cavaliere, raccontare le cose, oppure, perché no, permettersi di accennare qualche critica all'operato di governo, equivale a fare un uso criminoso del tg stesso e addirittura della tv di stato. E un telegiornale che si permette di farlo è come un piccolo granellino di sabbia che ha il potere di inceppare tutto il meccanismo. Un meccanismo, tra l'altro, quasi perfetto, che prevede un pletorico spiegamento di uomini e mezzi costantemente all'opera per avallare quella realtà autocelebrativa e costruita su misura con la quale continuare a imbambolare chi non può difendersi perché non ha altri mezzi da cui attingere se non la tv.
A questo punto viene da chiedersi cosa potrebbe accadere dopo. Cosa rimarrebbe da sistemare nell'eventualità sciagurata che anche l'ultimo tiggì che ancora prova a raccontare qualcosa fuori dal protocollo dovesse soccombere ai diktat dell'imperatore. Beh, ci sarebbe ancora internet, l'altra voce e l'altro granellino di sabbia che ancora mette a repentaglio, seppure limitato ai soli utilizzatori della rete, che come è noto nel nostro paese sono una minoranza, l'incanto del mondo meraviglioso del cavaliere.
E anche lì, come probabilmente vi sarete già accorti, ci stanno da tempo provando.
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