lunedì 17 agosto 2009

Esternazioni a Ponte di Legno

Ponte di Legno è un bel paese alpino: piccolo, raccolto, tranquillo. Ci si arriva agevolmente scendendo giù dal Tonale verso Brescia. Ricordo di averlo visitato, qualche anno fa, mentre mi trovavo in villeggiatura con la famiglia a Vermiglio.

Ponte di Legno è anche - purtroppo, verrebbe da dire - una delle roccaforti della Lega, il posto in cui avvengono i raduni, gli incontri, e dove Umberto Bossi si reca ogni estate in vacanza, occasione questa in cui in più di ogni altra ne approfitta per dare fiato alle trombe. Anche quest'anno, naturalmente, c'è andato e i media non hanno perso tempo nel riportare qualche sua altra dichiarazione. Lo so, ci sarebbero cose più importanti a cui dedicare un post, ma suvvia, mezza Italia è in vacanza, lasciate divertire un po' anche me.

Sostanzialmente le - come chiamarle? - "cose" che raccontano i vari esponenti del carroccio sono sempre quelle, girano sempre attorno ai soliti argomenti. Ma si sa, l'elettorato medio della Lega non dà peso a queste inezie, l'importante è recarsi ai raduni vestiti da Obelix o da druido celtico e quelli lassù, dal palco, possono raccontare qualsiasi cosa, non ha importanza. Ecco che infatti, in ossequio a questa ciclica tendenza, Bossi è tornato alla carica con un vecchio cavallo di battaglia: l'inno di Mameli.

"Quando cantiamo il nostro inno, Và pensiero - il celebre coro del Nabucco di Verdi n.d.r. - tutti lo cantano perchè si conoscono le parole, non succede come con l'inno italiano che invece nessuno conosce".

Non so di preciso quanti siano gli italiani che non conoscono l'inno di Mameli. Due categorie sicuramente: i calciatori e lo stesso Bossi, giusto per dirne un paio. I calciatori si vede facilmente che non lo conoscono, basta guardare l'inizio di una qualsiasi competizione internazionale per rendersene conto. Bossi, invece, oltre a non conoscerne il testo non ne conosce neppure il significato, e questo lo ha portato a fare la famosa figura barbina dell'anno scorso, quando a un altro raduno, questa volta in Veneto, si scagliò contro il celebre versetto "che schiava di Roma Iddio la creò" pensando che Mameli, che probabilmente si starà ancora rigirando nella tomba, si riferisse all'Italia, mentre invece era alla Dea Vittoria. Oddio, non è che da questi signori si possa pretendere più di tanto, intendiamoci, ma suscita comunque ilarità il fatto che siano gli stessi che fanno le crociate contro gli insegnanti meridionali o per l'introduzione del dialetto nelle scuole.

Proseguiamo. Bossi, sempre a Ponte di Legno, ha poi presentato il trailer del film Barbarossa, che dovrebbe uscire in Italia a ottobre. Si tratta, come si evince facilmente dal titolo, di un film (scheda qui) che narra alcune delle gesta del famoso condottiero discendente dalla nobile famiglia tedesca degli Hohenstaufen. Bossi tiene molto a questa pellicola, come testimoniano alcuni passaggi ("perchè c'è Bossi che mi sta facendo una testa tanto [...] con questo cavolo di .. fiction .. di Barbarossa") di una nota intercettazione telefonica tra Berlusconi e Saccà. Chissà se lo stesso Bossi avrà avvisato (sempre ammesso che ne sia al corrente) che il regista, Martinelli, per riparmiare sui costi non solo ha utilizzato i rom (sì, avete capito bene) come comparse, ma ha addirittura girato gran parte delle scene in Romania al posto della gloriosa Legnano? Beh, non ha importanza, Bossi ai vari Obelix intevenuti ieri a Ponte di Legno non l'avrà sicuramente detto.

Al mitico raduno leghista è quindi arrivato Calderoli, un altro che in quanto a cultura non è secondo a nessuno, rilanciando ancora una volta la balzana idea di introdurre lo studio dei dialetti nelle scuole. Che non è più solo un'idea, almeno stando a quanto ha raccontato, ma ci sarebbe già in cantiere un progetto di legge apposito da presentare in Parlamento. Non so fino a che punto le trovate estive che sfornano in abbondanza questi signori possano essere considerate... trovate estive, appunto. Tenete sempre presente che questa gente è al governo e che cose come le ronde e il reato di immigrazione clandestina, impensabili fino a solo un paio di anni fa, sono diventate legge grazie a loro. Se a questo si aggiunge che perfino la Gelmini sulla questione dei dialetti non pare essersi buttata via, ecco che il cerchio comincia a chiudersi.

Racconta Repubblica che Bossi pare non abbia saputo trattenere le lacrime alla visione del trailer del film Barbarossa. Ecco, se penso a cosa ci aspetta in settembre, alla ripresa dei lavori parlamentari, qualche lacrima viene anche a me. Ma per tutti altri motivi.

2 commenti:

  1. si ipotizza che Alberto da Giussano non sia mai esistito

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  2. Già, e pare che anche su Mameli comincino a serpeggiare dei dubbi... :-)

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