giovedì 20 agosto 2009

Dacci oggi la nostra sabbia quotidiana

Forse almeno un merito il terremoto d'Abruzzo l'ha avuto: si è cominciato a parlare di sabbia. No, non la sabbia del mare. Cioè, sì, quella del mare, utilizzata però per costruirci i palazzi. Ricordate? Tutto cominciò i giorni immediatamente successivi a quel tremendo 6 aprile, quando venne alla luce che l'ospedale de L'Aquila, reso per il 90% inagibile dal sisma, era stato per buona parte costruito con cemento impastato a sabbia del mare. Da quel punto in poi è come se si fosse scoperchiato una specie di pentolone, che ha continuato, e continua tuttora, a vomitare storie e storiacce inerenti questo particolare (e pericoloso) "malcostume" edilizio, diciamo così.

I giornali hanno cominciato a scrivere di quanto accade in particolar modo al centrosud, dove pare che buona parte del patrimonio immobiliare sia stato costruito nel corso degli anni in questo modo. Storie che non riguardano solo le normali abitazioni e i palazzi, ma anche infrastrutture come il viadotto sulla Caltanissetta-Gela, sul cui cedimento, avvenuto a inizio estate, la locale procura è attualmente al lavoro per verificare collegamenti con le inchieste che sta conducendo sul calcestruzzo depotenziato. E' stata poi la volta dell'incredibile episodio venuto alla luce ad Agrigento, dove l'intero locale ospedale è stato posto sotto sequestro ed evacuato perché le analisi strutturali effettuate hanno certificato che potrebbe venire giù... col vento. Qualche giorno dopo (arriviamo ai primi di giugno) si è fatto vivo pure Bertolaso, il quale, per tagliare la testa al toro, ha dichiarato che in Italia ci sono circa 500 (cinquecento) ospedali che in caso di sisma potrebbero crollare e che per rimediare a questa situazione occorrerebbero una decina di finanziarie.

Il famoso malcostume cui accennavo prima, quindi, comincia a spostarsi. Vengono alla luce nuovi casi che testimoniano che non è solo il meridione a essere flagellato da questa piaga. E, a conferma di ciò, l'ultima storia, che risale all'altro ieri, arriva da Ostia, dove il comune ha ordinato lo sgombero forzato di alcune palazzine di sua proprietà perché a forte rischio crollo - in questo caso il cemento depotenziato è indicato come "leggenda". Insomma, pare che queste storie comincino a uscire con una certa frequenza dai trafiletti delle cronache locali per occupare le prime pagine dei giornali. Non che sia molto di consolazione, però...

4 commenti:

  1. uno dovrebbe iniziare a preoccuparsi sul serio... :-(

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  2. Già: dovrebbe. Come dovrebbe preoccuparsi di tantissime altre cose che succedono in Italia delle quali, invece, non importa niente a nessuno (almeno finché non capita qualche disastro).

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  3. ecco perché allora il Vaticano ha così tanta importanza in Italia: ci dobbiamo pur raccomandare a qualcuno... :-(

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