E' di queste ore infatti la notizia che il Vaticano ha censurato 41 tra sacerdoti e religiosi firmatari di un appello in tal senso. A rivelarlo è adistaonline.it, che proprio oggi dà notizia di questa inizativa censoria del Vaticano nei confronti dell'appello sulla libertà del fine-vita lanciato alcuni mesi fa, in concomitanza con la vicenda Englaro, da Micromega.
Ad agosto – riferiscono ad Adista fonti vaticane – sarebbe infatti partita dalla Congregazione per la Dottrina della Fede una lettera indirizzata ai vescovi diocesani e ai superiori provinciali dei 41 preti e religiosi contenente un ordine preciso: convocare i sacerdoti per richiamarli all’ordine ed eventualmente punirli. La libertà di pensiero e di espressione, secondo la Santa Sede, la colpa dei firmatari che avrebbero dato la loro adesione ad un testo giudicato contrario alla dottrina cattolica, dal momento che ammette la possibilità di rifiutare alimentazione e idratazione. L’aggravante è che il testo è stato pubblicato su MicroMega, cioè una rivista in ritenuta in Vaticano laicista ed anticlericale. (fonte)
L'appello a cui fa riferimento adistaonline.it è ancora consultabile in questa pagina di Micromega, e in calce allo stesso potete leggere i nomi dei religiosi firmatari. Pare - scrive Micromega - che le lettere siano in viaggio e prossime a essere recapitate ai destinatari, i quali dovranno decidere come comportarsi e che provvedimenti adottare nei confronti dei religiosi ribelli che non si riconoscono, perlomeno in questi temi, nei dettami della Chiesa.
Ora, ognuno è libero di pensarla come vuole, per carità, ma a me l'idea che nel terzo millennio ci sia ancora una Chiesa che utilizza parole come "richiamo all'ordine", "punizione" nei confronti di suoi sottoposti che magari non si riconoscono in alcune sue direttive, dà un po' i brividi.
"tecnicamente", invece e paradossalmente, non penso che ci sia nulla di strano: nel momento in cui diventi sacerdote ti impegni a mettere al primo posto la dottrina della Chiesa, e non le tue opinioni personali... è un po' come il caso in cui un "dipendente" non fa bene il proprio lavoro e viene richiamato dal direttore :-)
RispondiEliminapersonalmente, trovo molto più assurde le minacce di scomunica ai medici che avrebbero prescritto la pillola RU-486
nel momento in cui diventi sacerdote ti impegni a mettere al primo posto la dottrina della Chiesa, e non le tue opinioni personali...
RispondiEliminaSì, e infatti io non contesto questo, quanto il fatto che queste opinioni personali, che è legittimo avere pur continuando a seguire scrupolosamente le direttive della Chiesa, non si possano nemmeno esprimere.
non si possano nemmeno esprimere
RispondiEliminabeh, il loro è un lavoro a "tempo pieno", per cui non è strano che nn possano dire la loro opinione se questa va contro la dottrina della Chiesa... di fatto hanno già accettato questa "clausola" quando hanno deciso di diventare sacerdoti
di fatto hanno già accettato questa "clausola" quando hanno deciso di diventare sacerdoti
RispondiEliminaIn pratica, se non ho capito male, diventare prete implica automaticamente l'autocensura. Bah, non so se le cose stiano effettivamente così, e comunque occorre tenere presente che le idee di questi preti "ribelli" non rappresentano certo l'unico caso di contrasto aperto con le direttive della Chiesa da parte di suoi sottoposti.
Ricordi ad esempio l'emerita cretinata che disse Ratzinger sull'uso dei preservativi in occasione del suo viaggio in Africa? Bene, all'interno della stessa Chiesa ci sono persone che non solo la pensano diversamente, ma addirittura agiscono diversamente. Ovviamente aspettiamo una "punizione" anche per questi. :-)
diventare prete implica automaticamente l'autocensura
RispondiEliminanon è proprio autocensura, diciamo che è più una scelta fatta a priori :-)
l'emerita cretinata che disse Ratzinger sull'uso dei preservativi
sisi, la ricordo bene, anche se non ho mai letto il testo integrale di quel discorso...