lunedì 4 ottobre 2021

Canzoni e tempo passato

La radio passa Tanta voglia di lei, dei Pooh. Il mio collega ormai sessantenne dice: "Eh, le canzoni dei nostri tempi... oggi non ne fanno più di canzoni così!"

In realtà non è di certe canzoni che abbiamo nostalgia, ma del periodo ad esse collegato, un periodo ormai passato che generalmente tendiamo a idealizzare perché è stato quello della giovinezza. Anche i ragazzi di oggi tra quarant'anni diranno le stesse cose sentendo una canzone di questi anni qui.

Poi, certo, ci sono delle differenze non da poco. Noi siamo cresciuti con Fabrizio de André e i giovani di oggi con Sfera Ebbasta, qualcosa significa, ma in generale non sono le canzoni in sé a generare nostalgia, ma quegli anni ormai andati.

17 commenti:

  1. Perché, qualcuno andrà a provare nostalgia per Sfera Ebbasta? Il pensiero mi mette i brividi!

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  2. Buon pomeriggio a te, Hiraeth.

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  3. Mio figlio ha 21 anni e mi racconta che i giovani d'oggi (e lui né conosce tanti) amano e apprezzano la buona musica degli anni 70 (beatles, deep purple, ecc.) oltre ai rapper. Certo tanta musica di quegli anni era penosa (dammi una lametta che mi taglio le vene, ecc.). Oggi le musiche giovanili non sono all'altezza e i giovani lo sanno. Ma è solo questione di buona o cattiva musica. Altro discorso è la nostalgia (questo disco è la mia canzone d'amore...

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    1. Le mie figlie hanno 24 e 25 anni e ti posso confermare che sì, esistono giovani che ascoltano buona musica. Ed hai ragione sul fatto che anche in passato c'era della robaccia (la lametta della Rettore era una delle tante che si potrebbero menzionare).
      In definitiva, alla fine conta sempre l'ambiente musicale in cui crescono i figli. Le mie figlie sono cresciute ascoltando ciò che ascoltavo io e quindi è normale che un certo tipo di musica l'abbiano poi fatta propria. Francesca, ad esempio, è una fan sfegatata dei Nomadi; Michela ama De André, Guccini, Battiato, De Gregori, che è stata (ed è) la "mia" musica.

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    2. Mi associo. Anche i miei figli (23 e 26 anni) sono stati cresciuti ascoltando certa musica a continuano a farlo. Hanno integrato sì con cose contemporanee, ma hanno anche scoperto altri gruppi storici del passato. L'unica che non riesco a fare digerire a nessuno dei due è Ella Fitzgerald!

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    3. Penso che se i tuoi figli cominciassero ad apprezzare Ella Fitzgerald, in Italia sarebbero probabilmente gli unici. Però sarebbe bello :-)

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  4. E le interpreti? Penso a figure come Patty Pravo, la Vanoni, Milva, la stessa Berte, gente che anche oggi come inizia a cantare, riesce a dare emozioni!

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    1. Concordo. Pravo e Vanoni non sono le mie preferite, ma la "rossa di Goro" e la Berté in gioventù le ho adorate.

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    2. Certo, ad ogni modo sono sempre fra le migliori interpreti. Anche se le melodie si comprendono poco a poco, ma sono fino adesso un survaivol notevole!

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  5. Non sono d'accordo.
    Io sono nata a fine anni Ottanta, ma mi emoziono ascoltando Battisti e, perché no, anche i Pooh.
    E penso che la musica d'oggi faccia schifo. Ecco, l'ho detto. Basti guardare la lista delle canzoni ammesse a Sanremo ogni anno. Ok che bisogna stare al passo coi tempi, ma per me la musica è tutt'altra cosa.

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    1. E' vero esistono questo tipo di osservazioni soprettutto da una classe come la nostra sign_ra Claudia, rispetto agli autori attuali debbo dire che non hanno neanche la stessa voce, il timbro di voce che spesse volte esprime talento, tenacia e umilta'..

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  6. Dài, Claudia, sei troppo tranchant :-)
    Esiste buona musica anche oggi, basta saperla cercare anche al di fuori dai circuiti mainstream.

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  7. Personalmente non ho nostalgia di vecchie canzoni dato che prevalentemente ascolto solo quelle, con dovute rare eccezioni. Ammetto però nostalgia dell'ambiente e della società che si respirava quando quelle canzoni erano attuali. Prendi una qualunque hit parade degli anni 80, difficilmente trovi canzoni/artisti sconosciuti oggi: c'era una qualità musicale (voci, arrangiamenti, testi) che l'ha resa immortale, e che rifletteva quell'ambiente sociale che mi sta mancando.

    Dubito fortemente che le canzoni di oggi saranno ascoltate fra 30 o 50 anni come si fa adesso con canzoni dell'ultimo quarantennio del Novecento.
    C'è qualcosa di buono, certo, ma mescolato in quella che per me è spazzatura ma che riesce ad approdare anche a Sanremo. Spesso i cantanti/cantautori decenti sono meno famosi di quanto meriterebbero, oppure campano più di rendita poiché hanno un'offerta al pubblico che rispetto ai capolavori dei loro primi anni devo definire "commerciale" e con meno "cuore", meno cose da dire, vedi un Venditti o un De Gregori.

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    1. c'era una qualità musicale (voci, arrangiamenti, testi) che l'ha resa immortale

      Non solo. C'era un modo di fruire la musica che oggi è scomparso. Ricordo che ai miei tempi l'uscita di un album di artisti come Guccini o De Gregori era un evento, lo aspettava come si aspetta il Natale. E i cantautori spesso facevano passare anni tra un album e l'altro, non come adesso, dove album e canzoni escono a ritmo continuo e vengono immediatamente inghiottiti dal rutilante ritmo imposto dai media attuali. E c'era tutta una "liturgia"; un album veniva ascoltato e riascoltato, si imparavano a memoria i testi, si provava a strimpellarne qualche accordo con la chitarra. Insomma ci si "appropriava" di quella musica, si interiorizzava, le si dava un valore che oggi non le si dà più.

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    2. Il rituale dell'acquisto della musicassetta (non avevo lettore CD) contenente il brano beccato in radio o presentato in qualche trasmissione... L'avere qualcosa di fisico contenente una canzone ora lo perpetro con i film, detestando i vari servizi di streaming, dove paghi e vedi quello che vuoi, ma resta tutto volatile, perché in casa hai Netflix, Amazon Prime, non un oggetto che è tuo e svincolato da ogni abbonamento.

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  8. Auguri per il suo blog
    Colgo l'occasione di invitarla nel mio web: https://lacascinadeisogni.blogspot.com
    Grazie, aspetto un suo commento!

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