Non è vero che Antonio Di Pietro abbia fatto pasticci con i rimborsi elettorali dell’Italia dei Valori e con l’acquisto di case. L’ha stabilito il Tribunale civile di Monza, che in tre sentenze ravvicinate spazza via anni e anni di campagne del Giornale, condannando in primo grado il quotidiano della famiglia Berlusconi a risarcire l’ex pm per un totale di 244 mila euro, avendolo più volte diffamato con una serie di articoli. Soccombenti l’ex direttore Mario Giordano, i giornalisti Gian Mario Chiocci, Massimo Malpica e Felice Manti, oltre all’ex deputato Elio Veltri. Ma, al di là dei nomi, il punto è un altro. Le denunce penali e civili sono rischi del mestiere di giornalista e può capitare a tutti di incappare in una parola di troppo, un’inesattezza dovuta alla fretta, un eccesso di sintesi o di critica, insomma in un errore in buona fede. Qui invece i giudici hanno accertato un modus operandi di assoluta malafede: quello delle sistematiche campagne diffamatorie di chi sa di avere le spalle coperte da un editore pronto a investire milioni di euro per screditare, sui giornali e le tv che controlla in conflitto d’interessi, i propri avversari politici. Qui non si parla di cronisti che sbagliano, ma di killer che mentono sapendo di mentire.
Ora, che il Giornale di Feltri raccontasse qualche balla era noto a tutti - ci ho fatto pure una rubrica fissa. Che queste balle si trasfomassero in soldi da versare a Di Pietro un po' meno. Per la precisione, gli articoli ritenuti diffamatori nella sentenza di primo grado emessa dal tribunale civile di Monza, sono ben tre: "I trucchi di Di Pietro per sfuggire alle intercettazioni", "L’Italia dei Valori. Immobiliari. Di Pietro ha investito quattro milioni di euro in case. Ecco il suo patrimonio" e "Vi racconto i maneggi del mio ex amico Di Pietro. Quando tesserò 241 criminali". Tutti questi articoli sono stati ritenuti pieni di balle e lesivi della reputazione del leader dell'Italia dei Valori. La somma totale che Di Pietro si vedrà risarcire è di circa 344 mila euro.
Già che siamo in tema, vale la pena ricordare alcuni fatti che riguardano Il Giornale. Il primo è che il suo attuale direttore, Vittorio Feltri, è stato sospeso un mesetto fa dall'ordine dei giornalisti della Lombardia per tutte le balle relative all'ormai famoso caso Boffo. Poi, forse qualcuno ricorderà, all'inizio della scorsa estate Maurizio Belpietro, allora direttore del Giornale, si beccò una bella condanna per diffamazione per le dichiarazioni nei confronti del medico Mario Riccio, colui che staccò la spina a Piergiorgio Welby.
Ieri, poi, per chiudere in bellezza, è arrivata la notizia che Emergency ha sporto denuncia contro Libero e il Giornale per come hanno "gestito" tutta la vicenda del rapimento dei tre cooperanti dell'organizzazione di Gino Strada. E' il giornalismo di casa nostra.
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