mercoledì 1 dicembre 2021

Sullo scrivere tutti dello stesso argomento

Ho trovato delle interessanti e condivisibili riflessioni del sempre bravo Maurizio sull'omologazione delle discussioni su social e blog. Aggiungerei qualcosa, ma sono di corsa (sto andando al lavoro), lo farò magari nel pomeriggio.

7 commenti:

  1. E' capitato sui vaccini, come su Zerocalcare, o sulla violenza alle donne; ovvio che l'attualità imponga una sorta di attenzione. Poi c'è chi davvero imbastisce un blog sulle quotidianerie di Fanpage, e a tanti va bene così. Gli altri hanno una blogosfera sconfinata.. ;)

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    1. Beh, non ci vedo alcun male nei blog monotematici. Chi è appassionato di cucina, ad esempio, è giusto che nel suo blog parli di cucina. Mi infastidisce di più chi ti dice come dev'essere il tuo blog e cosa ci devi scrivere.

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  2. Esiste un’agenda dell’informazione che in qualche maniera viene imposta dai media (televisione, giornali, social…). Sono loro che decidono quale notizia deve essere data e quale no, quale è importante e quale non merita nemmeno una parola. E noi ci adeguiamo, non facciamo il minimo sforzo per cercarne altre, di notizie e di fatti. Seguiamo la corrente: tutto ciò si chiama omologazione del pensiero.

    Quando mio nonno buonanima incontrava un suo amico - allora i mezzi di informazione non erano così asfissianti come oggi – poteva parlare di qualsiasi cosa perché non era condizionato né da internet nè dalla televisione: ciò che diceva l’uno rappresentava quasi sempre una novità, un arricchimento per l’altro e viceversa, perché tra i due esistevano ancora delle differenze di cultura e di conoscenze, una diversa rappresentazione della vita. Il confronto accresceva e migliorava entrambi. Esisteva, in quel contraddittorio, un dare ed un avere. I loro discorsi non erano veicolati dall’esterno, non venivano forgiati dai programmi televisivi e dai social.

    Oggi non esiste più una diversa esperienza del mondo, perché ci abbeveriamo, tutti, alle stesse fonti di informazione. Si va sempre di più affievolendo quel modo variegato di pensare perché il mondo che ci viene raccontato e descritto dai media è lo stesso mondo che noi raccontiamo agli altri. Viviamo in una società uniformata che alla lunga appiattisce il cervello e la società che ci viene raccontata spesso è fuori dalla realtà (vedi la pubblicità), ci allontana e ci unisce, nello stesso tempo, attraverso un pensiero unico. Sono sicuro che se oggi mio nonno potesse incontrare quel suo amico, i due non parlerebbero né di semina né di potatura, non si consiglierebbero vicendevolmente su come ottenere un buon vino, ma i loro discorsi sarebbero rivolti al green pass…ai no vax …ai 5 stelle…a quello che ha scritto quel politico e alle scemenze che ha detto quell’altro…

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    1. Concordo, Pino. Tuttavia credo occorra distinguere alcuni aspetti. È vero che il mondo che ci viene raccontato è quello che arriva dall'informazione e dai social, ma è anche vero che si tende a scrivere di ciò che impatta nella propria vita. Molti parlano ormai solo di covid, pandemia, green pass ecc., ed è logico che questo comportamento risulti alla lunga stancante, ma è anche vero che, volenti o nolenti, la pandemia ha impattato sulle nostre vite in maniera dirompente. Ci ha costretti a cambiare abitudini, ha vincolato i nostri spostamenti, ha limitato fortemente la nostra libertà, quindi è normale che si continui a parlare di ciò.
      Poi, certo, che l'agenda della discussioni e del dibattere sia ormai dettata dall'informazione è sotto gli occhi di tutti.

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  3. Io non ho mai seguito una linea indicata da altri, per questo sono molto solitaria. Non seguo la moda e nemmeno le idee. Di tutto deve essere in coerenza con me stessa e deve ispirarmi e piacermi, libera di dire no e si. Ma ultimamente sento un piccolo fastidio social, un sassolino nella scarpa direi. Sono entrata su fb in gruppo letterario e ho notato che le persone leggono quasi tutte i stessi libri, proposti da mesi e quindi famosi. Questo fatto mi sconcerta molto e sono basita da questa omologazione, non ritenendola attuabile in un gruppo di cultura. Elisa

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    1. Neppure io seguo una linea indicata da altri, mi limito a scrivere le cose che mi interessano e i pensieri che mi passano per la testa. Commento anche poco gli altri blog, quindi è normale che abbia pochi lettori e pochi commentatori, ma è una scelta mia, quindi va bene così. Sui social non ci sono, mi porta già via troppo tempo il blog, per cui quel problema lì non ce l'ho.

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  4. A cominciare dai TG che danno sempre tutti le stesse notizie

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