mercoledì 29 dicembre 2021

Terza dose

Sono tornato a casa adesso dopo aver fatto la terza dose di vaccino in un hub di Rimini, quello sulla via Consolare. Appena arrivato, mi ha colpito la lunghissima fila di macchine di quelli in attesa di tampone. Dentro ogni macchina, persone che cercavano di ingannare il tempo consultando i propri smartphone, oppure ascoltando la radio, oppure, arresi al tedio e alla noia, appoggiando il capo al poggiatesta, come soldati in battaglia che gettano le armi e alzano bandiera bianca. Tutto questo mentre la fila avanzava a una velocità che se fosse stata equivalente al passo d'uomo si sarebbe potuta definire elevata. 

Ho pensato che una buona rappresentazione del concetto di tortura potrebbe essere appunto il trovarsi imprigionati in un'automobile senza potersi muovere, nel freddo di fine dicembre, coi vetri appannati e la macchina davanti che fa respirare a quella dietro i suoi fumi di scarico, in attesa che arrivi qualcuno con un abbigliamento tipo palombaro pronto a infilare un arnese nelle vie aeree superiori. Ho immaginato che il fiume umano in attesa di farsi tamponare non fosse composto esclusivamente da persone refrattarie ideologicamente ai vaccini ma anche da persone che per qualsiasi motivo non si possono vaccinare, ma mi chiedevo, riguardo ai primi: possibile che si preferisca sottoporsi ogni due giorni a questa tortura quando vaccinandosi una volta sola si risolverebbe il problema? 

Anche per vaccinarsi c'era un po' di ressa, ma niente di eccessivamente difficoltoso. Ho parcheggiato la macchina, sono entrato e nell'arco di mezzoretta ho fatto tutto e sono uscito. Mentre ero in attesa guardavo il personale sanitario presente nella struttura: gli addetti che accoglievano le persone e davano informazioni sui percorsi, quelli dell'accettazione, gli infermieri, i medici: in tutto, svariate decine di persone, e pensavo a queste svariate decine di persone moltiplicate per tutti gli hub vaccinali d'Italia. In pratica, l'equivalente di un esercito, messo in campo per tentare di averla vinta su un nemico con cui giochiamo ad armi impari, come credo sia ormai chiaro. Sia perché si tratta di un nemico che combatte con armi più efficaci, veloci e subdole delle nostre, sia perché - va detto - gli stiamo offrendo, inconsciamente o meno, un certo numero di agevolazioni. Da un lato lo combattiamo, dall'altro gli forniamo chance, la tipica ambivalenza di noi umani.

17 commenti:

  1. Io la terza la farò verso la fine di gennaio.Anch'io non capisco quelli che non vogliono fare il vaccino e che preferiscono fare il tampone ogni 2 giorni...Buona giornata,ciao.

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    1. Sono scelte che noi non comprendiamo ma che per loro sono valide. Specularmente, loro non capiscono chi preferisce vaccinarsi piuttosto che fare tamponi.

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  2. Molti sono spaventati dall’informazione, dalle fake news che circolano in rete. A Piazza Pulita hanno fatto vedere una signora davanti a una farmacia in attesa del tampone, diceva di essere spaventata dal vaccino e che aveva fatto un finanziamento per permettersi di fare tamponi ogni due giorni. La signora non era una no vax convinta, sembrava così spaesata e mi ha fatto tanta tenerezza. Fin dove ti può spingere la paura … sembra tutto così irreale eppure è continuamente sotto i nostri occhi.

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    1. Vero, e credo che i media e le modalità con cui hanno veicolato l'informazione scientifica abbiano grosse responsabilità, in merito.

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  3. C'è anche la terza opzione: adottare una condotta di vita tale da non dover fare né vaccini né tamponi. Non mi sognerei mai di fare un tampone ogni due giorni...
    E per quanto riguarda i vaccini, vedo che si continua a navigare a vista, ora pare addirittura la terza dose possa essere di una marca diversa dalle prime due. Grazie al cielo il ciclo vaccinale è come l'università, puoi abbandonarlo in qualunque momento e voltare pagina.

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    1. L'impressione, in effetti, è che si navighi a vista, e in parte è vero. Ma il governo è in difficoltà, e spesso è contraddittorio, perché combatte un nemico che muta, perché le informazioni cambiano, e anche perché le risorse non sono infinite, gli interessi in gioco sono spesso contrastanti seppur ugualmente importanti.

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  4. Sarebbe per me, proprio... Piuttosto arrivo al decimo vaccino! XD

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  5. Va benissimo, anche se ovviamente non concordo con la tua posizione.

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  6. Io farò la terza dose il 20 gennaio.
    Per il resto, condivido tutto. Mi chiedo spesso, infatti, come facciano alcuni a sopportare la tiritera dei tamponi infiniti pur di non vaccinarsi. Qui a Modena è scoppiato il caos al centro vaccinale proprio a causa dei tamponi: lunghissima fila di macchine ferme per ore e sistema in tilt. Giorni fa, un utente ha cercato persino d'investire un'infermiera che gli aveva chiesto di aspettare il suo turno.
    Purtroppo esistono anche questi episodi violenti.
    Ciao, Andrea,buona serata.

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    1. Mi chiedo anch'io come facciano, e alcuni ne conosco anche. A una mia richiesta di spiegazioni in tal senso, mi sono sentito rispondere: "Piuttosto che vaccinarmi..."
      Vabbe'!

      Ciao, Romina.

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  7. La questione su come si possa preferire un tampone ogni due giorni (io finora ne ho fatto uno solo, e ci terrei a non ripetere l'esperienza) al vaccino me la pongo da quando è stato introdotto l'obbligo di green pass. Comunque non sono solo i no-vax e coloro che non si possono vaccinare a mettersi in coda per i tamponi: sono sempre più numerose le persone, anche vaccinate con doppia e tripla dose, che devono tamponarsi perché sintomatiche oppure in seguito a un contatto stretto con pazienti infetti... e negli ultimi giorni c'è da aspettare così tanto che in pratica si fa in tempo a guarire o a uscire dalla quarantena. Anche perché ad allungare la coda c'è un sacco di gente che "si tampona" di propria iniziativa, colta da una sorta di paranoia poco razionale, ma comprensibile.

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    1. Io di tamponi ne ho subiti parecchi. Quando ancora non c'era il vaccino l'azienda in cui lavoro li faceva fare a tutti ogni 15 giorni. Non era obbligatorio, naturalmente, ma l'ho sempre fatto, non fosse che per il fatto che lo pagava l'azienda. Comunque è una cosa poco simpatica, in effetti.
      È comunque vero che le tipologie di persone che si sottopongono al rito del tampone sono le più diverse.
      Nella struttura in cui lavora mia moglie, ad esempio, per direttive interne lo fanno fare ai dipendenti con una certa regolarità, anche se sono vaccinati. E mia moglie ha fatto tutte e tre le dosi.

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  9. Notizia di oggi, amica con terza dose, positiva.
    I tamponi li fanno anche i vaccinati, perchè si sa che appunto, il rischio non viene meno.

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    1. In realtà, dati alla mano, chi è vaccinato ha meno probabilità di infettarsi e di trasmettere il virus e, soprattutto, molte meno probabilità di andare incontro a conseguenze serie (i vaccinati costretti a ricorrere alle cure ospedaliere sono una esigua minoranza rispetto ai non vaccinati).
      Poi, certo, ci si può infettare comunque. Anche un paio di miei colleghi si sono infettati pur essendo in regola col ciclo vaccinale, ma le conseguenze sono limitate ed equiparabili alle complicanze dovute a una normale influenza.

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    2. Ma certo, solo che c'è la corsa anche dei vaccinati a tamponarsi perchè hanno paura di contagiare gli anziani o i bambinidi casa.

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