venerdì 17 dicembre 2021

Libreria


Oggi pomeriggio ero in giro per Santarcangelo. Dopo essere passato in farmacia a prenotare la terza dose di vaccino ho fatto un salto in libreria, quella che vedete qui sopra. Se si esclude la biblioteca comunale, è l'ultimo posto in cui a Santarcangelo è possibile comprare libri. È un piccolo negozietto dove si entra in due persone alla volta e dove i libri sono stipati in qualche modo su improbabili scansie alte quasi fino al soffitto. Se il paradiso esistesse, potrebbe essere qualcosa di simile.

Il titolare è un ragazzo molto gentile e disponibile, a guardarlo viene voglia di chiedergli chi gliel'abbia fatto fare di avventurarsi nella improba impresa di vendere libri in Italia, il paese in cui si legge meno in Europa e forse nel mondo (e i risultati si vedono), e soprattutto viene da chiedergli come faccia a camparci. Ma soprassiedo: sono contento che ci sia.

Mi chiede in cosa possa essermi utile e io gli snocciolo i titoli di tre libri che voglio assolutamente leggere: La necessità del caso, di Jean-François Vézina; Homo Sapiens e altre catastrofi, di Telmo Pievani e Scritti corsari, di Pier Paolo Pasolini. Il libro di Pasolini ce l'ha in negozio e quindi me lo dà subito.



Gli altri due, invece, non ce li ha e li deve ordinare, in una settimana dovrebbero arrivare. Avrei potuto comprarli su internet, in uno o due giorni sarebbero arrivati e avrei probabilmente risparmiato qualcosa. Ma non m'interessa. In queste cose sono all'antica. Mi piace andare in libreria, sfogliare i volumi, annusarli, leggere le quarte di copertina, parlare col venditore, provare il piacere di passare in mezzo a quelle scansie traboccanti che sembra quasi debbano cadere addosso a chi passa lì in mezzo. Tutte queste cose internet non le può dare, ancora.

E poi voglio che l'ultima libreria rimasta a Santarcangelo non chiuda.

24 commenti:

siu ha detto...

Ah se tutti seguissero il tuo esempio caro Andrea... Basta Amazon, e nei limiti del possibile basta anche ipermercati e centri commerciali, compriamo piuttosto nei negozi e negozietti dei nostri paesi e delle nostre città, ne va non solo della loro sopravvivenza ma anche della qualità della nostra vita.
E il tuo giovane libraio di Santarcangelo fa tanta simpatia.

OLga ha detto...

Io non ho mai acquistato in internet,la merco voglio toccarla e vederla.Buona lettura degli scritti corsari!

Sara ha detto...

Perfettamente d'accordo con te!
Le librerie sono presidi di civiltà, vanno difese!

Andrea Sacchini ha detto...

Sì, è simpatico. Ma più che simpatico, cortese e disponibile.
Per quanto riguarda gli acquisti, quelli alimentari li faccio quasi esclusivamente nel negozio di alimentari dall'altra parte della strada, ma a volte tra queste piccole attività e le grandi catene di ipermercati ci sono differenze di prezzo molto rilevanti, e capisco che la tentazione di risparmiare sia forte in tante persone, specie di questi tempi.

Andrea Sacchini ha detto...

Lo inizierò quanto prima. Grazie Olga.

Andrea Sacchini ha detto...

Si cerca di farlo, ma a volte si ha l'impressione che sia una lotta impari.

Gas75 ha detto...

Gestire una libreria è uno dei miei sogni.
Nel mio paesello l'ultimo baluardo dove poter trovare alcuni libri è una cartoleria che ospita sui propri scaffali anche giocattoli, Lego, materiale scolastico e... un espositore Erbolario! Di libri ce ne sono davvero pochissimi, qualcuno in più d'estate... E dire che eravamo arrivati ad avere due librerie piuttosto grandi: una storica che faceva anche da cartoleria, con dei corridoi scaffalati tipo negozietto di alimentari, e un'altra, che ebbe vita breve, stile Feltrinelli, divisa in stanze tematiche, con anche poltrone dove accomodarsi a leggere. Ora i locali sono diventati rispettivamente una gelateria e un istituto di credito.
Le mie preferite sono però le bottegucce come quella che hai descritto, dove respirare la carta, percepire coi polpastrelli la grana delle pagine, scoprire un volume per caso o trovare un'edizione che si bramava da anni di recuperare... E no, queste cose Internet non le fornisce!

Andrea Sacchini ha detto...

Anche a me piacerebbe gestire una libreria. Ma temo che non sarei un buon libraio: mi perderei in mezzo ai libri e trascurerei clienti :-)

carlo49calati ha detto...

c'è soddisfazione a far sopravvivere coi nostri acquisti, anche se ci rimettiamo qualche soldo, certe piccole realtà che sono piccoli angoli di paradiso. Non c'è acquisto su Amazon che ti permetta di sfogliare la carta prima della scelta e dell'acquisto.
massimolegnani

Guchi chan ha detto...

Una delle cose che mi sarebbe piaciuta fare nella vita è aprire una libreria... Qua da me per fortuna ne resistono ben quattro (una in realtà è anche cartoleria) e ti dirò che, vista la situazione generale, la cosa mi meraviglia. Se dovesse chiudere la mia libreria preferita ci rimarrei malissimo!

Andrea Sacchini ha detto...

Vero. Ma il futuro in questo senso non è roseo.

Andrea Sacchini ha detto...

In effetti quattro librerie aperte destano sorpresa. Piacevole sorpresa, ovviamente.
Leggevo qualche dato e ho scoperto che nelle prime fasi della pandemia l'interesse per la lettura è generalmente calato, poi è ripreso con un certo inaspettato vigore. Peccato solo che questo vigore abbia interessato più che altro gli e-book, mentre il libro cartaceo è calato.

Andrea Consonni ha detto...

Anche a me sarebbe piaciuto aprire una libreria e abbiamo un paio di librerie di fiducia, anche se usiamo internet x libri un po' particolari e fuori catalogo. Negli ultimi anni però noto che è sempre più raro trovare librai che sappiano aprirti mondi, consigliarti libri che non sono sui giornali, su Youtube, sui social e che non pensino solo a venderti quello che hanno in libreria. Adoravo una libraia che dopo una discussione mi diceva, Questi libri non li ho in libreria e sarà una fatica farteli arrivare ma io c'è la metto tutta. Lei è stata bravissima a procurarmi un saggio su Thomas Jefferson fuori catalogo da un sacco

Federica ha detto...

A me piace molto andare in libreria... quella che ho più vicino a casa non è molto fornita ma la libraia è molto gentile e mi fa piacere andare da lei. Se non so già cosa voglio e invece ho voglia di curiosare vado in una un po' più grande ed un po' più efficiente ma dove il libraio è talmente "orso" che alla fine mi sta persino simpatico :)

Andrea Sacchini ha detto...

Pensa un po'. Temo che librai così non esistano più.

Andrea Sacchini ha detto...

Mi hai fatto ridere :-)

Franco Battaglia ha detto...

A Roma le librerie indipendenti devono inventarsi di tutto, principalmente sopravvivere con i libri di scuola, poi organizzare reading, incontri con gli autori, e una rete di rapporti confidenziali con gli acquirenti/lettori. Si creano alla fine connessioni e legami umani di mutuo soccorso, fatti anche di consigli di lettura, di stimolo alla ricerca o all'approvvigionamento. Un qualcosa che la grande distribuzione non può permettersi, e internet ancora meno. Ma fanno davvero una fatica incredibile. Voglio immaginare meno, in piccole realtà.

Andrea Sacchini ha detto...

Mah, sai, alla fine della giostra è il mercato che livella e seleziona. Se tutte le encomiabili iniziative che hai citato servono, bene, altrimenti ciao. La libreria di cui parlo nel post in realtà non vende solo libri ma anche articoli di cartoleria, altrimenti non credo sopravviverebbe.
Triste ma è così.

silvia ha detto...

Bravo!

Andrea Sacchini ha detto...

Grazie.

Mira Queen ha detto...

Passo oggi per la prima volta sul tuo blog e subito noto che sei dello stesso paese di mia mamma (te lo dico in dialetto 'Scurgheda')

Venendo all'argomento di questo post penso che non sia immaginabile un mondo senza librerie, soprattutto senza le piccole librerie come quella che hai descritto tu e non sarebbe immaginabile nemmeno un mondo senza i negozi di quartiere o di paese. Dipende anche da noi mantenerli vivi ma forse di fronte alle logiche dell'economia consumistica che fagocita tutto i piccoli gesti sono significativi ma non bastano.

Andrea Sacchini ha detto...

"Scurgheda" è a un tiro di schioppo da casa mia. E può pure darsi che conosca, magari di vista, tua mamma.

Per quanto riguarda le librerie, penso che sia solo questione di tempo prima che spariscano, e lo dico con tristezza.

Ciao Mira.

Mira Queen ha detto...

I miei genitori si sono trasferiti a Torino negli anni 60, però ho ancora zii e cugini sparpagliati tra Rimini e S. Ermete. Torno sempre con piacere da quelle parti.
Ultimamente frequento poco il blog (soprattutto il mio) ma tornerò a leggerti. Ciao









Andrea Sacchini ha detto...

Anche io ho aggiunto il tuo blog al mio blogroll.
Ciao Mira ;-)

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