giovedì 4 settembre 2008

Due parole per Luca e Davide


Non mi capita spesso di segnalare o portare all'attenzione di chi legge questo blog situazioni o eventi di questo tipo, specie se riguardano fatti che hanno a prima vista pertinenza "locale", per così dire. Faccio un'eccezione questa volta perché penso che la storia in questione meriti di essere segnalata.

Dal filmato qui sopra probabilmente avrete già più o meno capito quali sono i termini della vicenda. Molto brevemente, Luca e Davide sono due ragazzi di Santarcangelo che nel 2005, durante una vacanza in Grecia, sono stati fermati per un controllo dalla polizia ellenica e trovati in possesso di 21 grammi di hashish. Arresto immediato in loco e scarcerazione dopo pochi giorni dietro pagamento di una cauzione.

Ad aprile di quest'anno le autorità greche hanno emesso un mandato di cattura internazionale con richiesta di estradizione alle autorità italiane. Richiesta che è stata recentemente accolta dalla Cassazione. I due dovranno quindi obbligatoriamente tornare là, dove li attende:
  • L'immediata tradotta in carcere.

  • Processo di cui non si hanno date certe (non si sa neppure se sia già stato iscritto a ruolo, né tanto meno, quindi, una sua ipotetica data d'inizio).
Il codice penale greco non fa distinzione tra possesso di sostanze stupefacenti per uso personale e spaccio, e quindi Luca e Davide dovranno rispondere del reato di spaccio internazionale di sostanze stupefacenti, la cui pena minima prevista dalla legislazione greca sono 10 anni di carcere.

Perché ho segnalato questa vicenda? In primo luogo perché conosco di persona entrambi (sono stati miei colleghi di lavoro per alcuni anni), anche se questo ovviamente non va inteso come una forma di "garanzia", e in secondo luogo perché ritengo la pena sproporzionata rispetto al reato commesso. Attenzione, non sto mettendo in discussione il reato o il fatto che abbiano commesso un errore, perché è evidente (come ammettono anche loro stessi) che questo c'è stato.

Sto solo cercando di mettere in luce quella che secondo me (e non solo) è la sproporzione tra il dolo e la pena. Chi volesse approfondire un po' i termini della questione (anche per farsi un'idea più completa della vicenda), leggere i vari articoli pubblicati anche sulla stampa nazionale e magari firmare la petizione a loro sostegno, trova tutti i dettagli qui.

2 commenti:

andynaz ha detto...

il problema (oltre al rispetto delle leggi di un altro paese) è che ci sarà sempre chi pensa che sia <<ggiusto perché sono ddrogati!!>>

e non parlo dei politici (loro lo direbbero solo per distrarre le masse, magari neanche ci credono), ma a persone che oramai hanno perso qualunque senso critico... poi se qualcuno ubriaco ficca sotto col camion 4 ragazzi, allora non è un problema se non finisce in galera, ma gli diamo pure lo sponsor...

"forti con i deboli e deboli con i forti"

Andrea Sacchini ha detto...

Il punto è proprio questo, perché, come ho detto, nessuno sta mettendo in dubbio il fatto che abbiano sbagliato e in virtù di ciò debbano pagare. Anche perché altrimenti tutti i bei discorsi sulla "certezza della pena", "chi sbaglia deve pagare", e compagnia bella se ne andrebbero a ramengo.

Ma è il tipo di pena a cui vanno incontro che si addice più - perlomeno secondo i nostri parametri di valutazione - a un delinquente, cosa che i due non sono. A meno che fumarsi uno spinello non faccia automaticamente presumere questo.

I due hanno commesso uno sbaglio, e la pena dovrebbe essere proporzionata all'entità e al tipo di sbaglio. Per ora l'unica colpa che hanno è di averlo commesso in un paese che non fa questo tipo di distinzioni.

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