lunedì 8 ottobre 2007

Una cosa bellissima


C'è chi con le barzellette ci scrive i libri. Se Padoa-Schioppa va avanti con questo ritmo, da qui a capodanno dovrebbe avere materiale sufficiente anche lui. Ecco, per chi se la fosse persa, la frase completa pronunciata dal nostro (e solo nostro) Ministro dell'economia su Rai3 dalla Annunziata:
«La polemica anti tasse è irresponsabile. Dovremmo avere il coraggio di dire che le tasse sono una cosa bellissima e civilissima, un modo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili come la salute, la sicurezza, l'istruzione e l'ambiente»
Ovviamente la frase in sé è ineccepibile: parole sacrosante, verrebbe quasi da dire. Il problema però è che forse le cose non stanno proprio così, e Padoa-Schioppa dovrebbe saperlo, anzi sicuramente lo sa. Noi il coraggio di dire che le tasse sono una cosa bellissima ce l'avremmo anche, se fosse realmente così. Ma un'affermazione di questo tipo potrebbe farla uno che abita a San Marino o in uno di quegli stati in cui il pagamento delle suddette tasse presuppone una contropartita in servizi degna di questo nome.

Mi pare invece che dei 4 punti elencati dal ministro (salute, sicurezza, istruzione, ambiente), almeno i primi tre siano ben lontani da questo obiettivo. Prendiamo la salute. E' vero che non siamo ancora ai livelli della sanità americana, dove prima di curarti controllano la carta di credito o l'assicurazione, ma anche qui non è che ci sia tanto da ballare. Per non parlare poi della tempistica: Chiara, agli inizi di giugno, è andata a richiedere una visita oculistica per Francesca, la più piccola delle mie figlie: con l'asl c'era posto a gennaio: pagando, il giorno dopo.

A questo va aggiunta la non proprio rosea situazione per quel che riguarda ospedali, malasanità, ecc. Allora, io che ogni anno pago un certo numero di migliaia di euro in tasse, perché devo aspettare 7 o 8 mesi per una visita? O perché devo farmi il segno della croce e incrociare le dita prima di entrare in una sala operatoria? Lo so, sono cose già sentite e risentite, ma se qualcuno è in grado di dimostrarmi che non è così si faccia pure avanti.

Prendiamo la sicurezza. Se c'è una cosa che lo Stato deve garantire ai cittadini è la sicurezza, non ci sono scappatoie, non è una cosa che può essere demandata a qualche altro organo o istituzione: la sicurezza è forse una delle poche cose di competenza esclusiva dello stato. Allora, visto che le tasse "bellissime" dovrebbero servire a garantirci questa sicurezza - sempre secondo Padoa-Schioppa -, qualcuno mi può spiegare come mai le 8.000 e passa aziende che in Italia si occupano di installare casseforti, porte blindate e servizi di sicurezza vari stanno facendo da tempo affari d'oro? Forse me lo potrà spiegare Padoa-Schioppa. A questo punto, visto che i cittadini devono pagarsi di tasca propria una cosa che dovrebbe essere totalmente a carico dello stato, sarebbe auspicabile una legge che preveda una sorta di deducibilità dalle imposte dei soldi spesi dai cittadini per questo motivo. Sbaglio?

Sulla scuola è meglio stendere un velo pietoso. Ho due figlie che vanno in due scuole diverse e un pò il polso della situazione ce l'ho. Penso che sia sufficiente che dica che a entrambe, assieme a tutti i loro compagni, viene richiesto ogni anno un contributo supplementare per permettere alla scuola di far fronte alle spese spicciole: fotocopie, penne, carta, ecc... Ma non dovrebbero pensarci le "bellissime" tasse?

Insomma, se c'era ancora bisogno di dimostrazioni della enorme distanza che esiste tra gli inquilini di palazzo e ciò che succede nella vita reale, direi che Padoa-Schioppa ha sicuramente colmato questa lacuna.

13 commenti:

schrodcat ha detto...

Per una volta voglio spezzare una lancia a favore dei politici, anche se P Schioppa non è certo il mio idolo. Quello che dici nel commento è in buona parte condivisibile. Però penso che le parole vadano prese in un altro verso, ovvero atte a rammentare una dichiarazione di principio: che le tasse in sé e per sé non possono essere viste come una scure in mano al diavolo dell'ingiustizia. Il fine, ideale certo, che si prefiggono è nobile, mentre a volte tra la gente c'è una deriva di opposizione che non tiene conto del valore di questo fine.

Tutti sanno lamentarsi delle tasse, poi quando capita ad un familiare, spero non capiti mai a nessuno ma purtroppo a volte capita, una malattia che richiede cure costosissime che sono tutte a carico dello Stato, cosa dicono? Ci sono cure che possono costare allo Stato ogni mese l'equivalente di uno, due, quatttro stipendi normali.

Sono d'accordo: le tasse dovrebbero essere eque senza lavoratori privilegiati che riescono a scrollarsele di dosso (ma fanno poi ricorso ai servizi). Dovrebbero essere ben spese nei servizi. I servizi non dovrebbero prevedere "favoritismi". L'efficienza tempistica dovrebbe essere un automatismo e non l'eccezione. Ma detto tutto ciò, il rischio opposto è peggio: quello di promuovere una falsa idea dell'immoralità della tassa per poi abbattere lo Stato come garante di diritti civili. Ripeto, nessuno nel momento di bisogno grave ha mai trovato immorale appoggiarsi ai servizi pubblici.

Concordo, un ministro ha prima di tutto il dovere di rassicurare i cittadini che quei soldi siano ben spesi. Ma fa anche bene a ricordare che una parte SONO già ben spesi, e non dimentichiamolo.

Andrea Sacchini ha detto...

> che le tasse in sé e per sé non possono essere viste come una scure in mano al diavolo dell'ingiustizia.

Lo so, questo però presuppone che il pagamento delle suddette tasse abbia una contropartita in servizi degna di questo nome. E questo, in linea generale, non avviene.

E non si possono prendere come esempio i singoli casi sfortunati (che pure esistono e dei quali lo stato giustamente si fa carico), in quanto rappresentano l'eccezione, non la regola. Nel mio post questo l'ho sottolineato quando ho detto che la nostra sanità non è come quella americana, ma rimane il fatto che la nostra sanità (per tempistica, strutture ed efficienza) è a livelli di terzo mondo. Allora io, che nella misura delle mie possibilità contribuisco non poco al mantenimento di tutto il sistema, pretendo qualcosa di meglio.

Ripeto: per me le tasse non sono immorali. Lo diventano solamente quando pagarle non serve a niente.

schrodcat ha detto...

Sì, avevo letto quel che dicevi sulla nostra sanità nel far notare che "certo non è quella americana". Penso in effetti che sia un po' un eufemismo dire così, e la frase forse induce un po' ad un giudizio riduttivo. La nostra sanità sta a quella americana (in senso di diritto alla salute per tutti) come lo Space Shuttle sta alla carriola. Quindi fai conto che come paragone è come se tu mi avessi detto: certo, lo Space Shuttle non è messo male ai livelli di una carriola...

Ripeto, preciso che non mi riferisco alla competenza dei medici (comunque quelli italiani non sono affatto male in media, ma gli americani sono forse i migliori), ma al concetto di sanità come servizio per tutte le persone. Se c'è una cosa che gli americani possono invidiarci, oltre all'arte, è proprio questa. Forse l'unica...

Siamo la Svezia? No, certo che no, ma siamo più vicini alla Svezia che agli Stati Uniti. Che sia da terzo mondo, scusami se lo dico, non mi pare un'osservazione che abbia riscontro nella realtà.

Poi aggiungo anche una cosa: che qualche volta i cittadini ci mettono del loro. Tanti si sono lamentati del ticket del pronto soccorso. Io devo dire che sarebbe stato meglio che non lo si fosse "dovuto" inserire. Ma sono anche certo che se il cittadino italiano medio fosse stato in passato un po' più responsabile questo non sarebbe mai successo. Che la sanità sia gratis non dovrebbe voler dire che se hai un colpo di tosse devi subito correre al pronto soccorso.

Ecco, questo per chiarire che il primo punto su cui si giudica la sanità è poi proprio il come vengono trattati i casi che dici "sfortunati". Non mi sembra davvero poco che le centinaia di migliaia di persone a vario grado malate possano vivere tutta una vita nelle migliori delle condizioni sanitarie che la medicina oggi consente.

Poi ripeto, c'è un numero stragrande di cose da sistemare. Sono più che d'accordo. Ma non condivido l'idea che partiamo veramente da livello da terzo mondo.

Andrea Sacchini ha detto...

Mi dispiace, ma i riscontri non mancano, e te ne cito solo due (si potrebbe continuare quanto si vuole): questo e questo. E questo articolo, addirittura del 2004, è forse il più eloquente di tutti. Gli altri li puoi cercare da te googlando semplicemente malasanità.

Insomma, non saremo da terzo mondo, ma poco ci manca.

schrodcat ha detto...

Con rispetto parlando, si parlava di confornto della sanità nei diversi paesi del globo, e negli articoli che hai indicato non vi è la più lontana traccia di alcun confronto con le cifre e le statistiche di stati esteri, men ch meno dei paesi del terzo mondo.

Continuerò a cercarle. Vien da sé che fare confronti tra statistiche non è facile. Per esempio i dati della sanità italiana in questo caso parlano di un terzo dei casi rispetto a quanto riportato in quella statistica del quotidiano. Il confornto con paesi esteri, ivi inclusi quelli del terzo mondo, va quindi fatto confrontando dati coerenti (per esempio non posso prendere per buoni i dati che sono figli diretti del sistema legislativo italiano, dell'obbligatorietà dell'azionae penale che potrebbe non esistere in altri paesi, o della pignoleria di certi giudici che portano a giudizio, vedi caso Welby, persino medici che hanno seguito nientmeno che la Costituzione).

A questo aggiungo che, dato che parlavo chiaramente di accesso alla sanità pubblica, l'unica statistica che si possa confrontare è quella tra chi è vittima della malasanità in Italia, e chi è vittima sia delle malasanità SIA della negazione dell'assistenza sanitaria in altri paesi. Vale a dire, prendo ad esempio gli Stati Uniti, se viene fuori che ci sono decine e decine, se non centinaia di migliaia di persone che nemmeno vengono curate e muoiono perché non sono coperte, quelle per me entrano nella statitsica (farei a propoisito notare che tantissimi malati di cancro non possono fare nemmeno la chemio perché non soono coperti, e nessun giudice viene certo indagato per questo).

PS: io ho vissuto in altri paesi oltre all'Italia. Se parlo è perché ho anche una parziale cognizione di causa.

Andrea Sacchini ha detto...

> PS: io ho vissuto in altri paesi oltre all'Italia. Se parlo è perché ho anche una parziale cognizione di causa.

Secondo me, Schrodcat, siamo un pò usciti dal seminato. Il succo del mio post sta tutto nel fatto che non condivido le parole di Padoa-Schioppa quando dice che le tasse sono una cosa bellissima perché servono per coprire tutta una serie di servizi (compreso quello sanitario).

A mio parere, sulla base di quello che leggo e che vivo ogni giorno, i servizi che mi vengono offerti in cambio di ciò che pago come tasse (e io sono uno di quelli che pagano tutto fino all'ultimo centesimo, perché sono tassato alla fonte e non potrei evadere niente) sono ridicoli. E su questo non cambio idea.

Tu hai girato e vissuto in altri paesi e non metto in dubbio che avrai una visione più ampia della situazione, ma io vivo qui, ci ho sempre vissuto, e ritengo di avere una visione chiara e completa (suffragata dall'esperienza) di ciò che succede qui. Il confronto tra le sanità dei vari paesi del mondo, quindi, mi interessa fino a un certo punto.

Non so se tu hai figli: beh, io ne ho due, e ho avuto modo di girare per svariati anni tra pediatri, studi medici, ospedali, ambulatori e chi più ne ha più ne metta, e ti potrei raccontare delle cose (vissute in prima persona) da fare accapponare la pelle.

Quindi, sostanzialmente, rimango della mia idea: la sanità italiana per me non è assolutamente all'altezza di un paese civile, e non giustifica il livello delle imposte e delle tasse che pago per contribuire a mantenere tutto il sistema. Probabilmente apparterrò a quella categoria di persone che hanno avuto sfortuna, cosa vuoi che ti dica? Ma non posso raccontare una cosa che non sento vera. E su questo non cambio idea.

schrodcat ha detto...

A me non sembra di essere uscito dal seminato, al massimo posso ammettere candidamente di essermi spiegato male. Sono assolutamente d'accordo che la sanità vada migliorata. Sottolineo anche che almeno una parte delle migliorie necessarie non sono tanto dovute ai soldi sperperati, ma a problemi di gestione equa ed efficiente. E sfondi una porta aperta nel dire che a volte certe situazioni sono scandalose, e non faccio fatica ad immaginarlo. E per fare un esempio, c'è anche il problema dell'ugualgianza tra cittadini (non è che passo avanti nella fila se conosco qualcuno).

Preciso allora ancora una volta il mio pensiero: che quando parliamo di costi della sanità dobbiamo ANCHE ricordarci quante di quelle tasse vanno in prestazioni del cui costo raramente ce ne rendiamo conto, e che comunque formano probabilmente il 90% dei costi sanitari se includiamo gli stipendi: quanto costano le operazioni chirurgiche? (guarderò i numeri ma non mi stupirei se si trattasse di centinaia di migliaia l'anno) Quanto costano certi medicinali essenziali alla sopravvivenza di centinaia di migliaia di cittadini, che il servizio sanitario nazionale paga, in molti casi per la maggior parte se non anche per la totalità? Quanto costa tentare di guarire da malattie gravissime? Siamo consapevoli o no che alcune cure fornite dallo Stato, alcune delle quali a vita, possono costare dai cinquecento alle svariate migliaia di euro al mese per malato? Quanto costano i macchinari diagnostici? Quanto costa mantenerli? Perfino le autombulanze costano. Negli Stati Uniti ti presentano il conto perfino dell'autombulanza. Poi se l'assicurazione per la salute riconosce che ti era necessaria ti rimborsa, sennò manco ti rimborsa: il viaggio in ospedale te lo paghi tu. Tanto per fare un esempio della cosa più banale e forse tra le meno costose.

Probabilmente non tutti hanno un'idea precisa di quel che costa la medicina moderna. Di quel che costa vivere in media trent'anni più a lungo di un paio di secoli fa.

Poi capisco benissimo, chi si sente fregato è chi le tasse le deve pagare comunque e magari i servizi li usa chi riesce ad evaderle. Ma questo è un discorso più ampio, Padoa Schioppa non ha mai nascosto questo problema e non era a quello che si riferiva, ma ad un principio generale.

Le tasse dovrebbero pagarle tutti. Ed è vero, tanti costi devono essere tagliati. Soprattutto la gestione dovrebbe essere più razionale. Volevo solamente far notare che da qui, da queste osservazioni legittime, a far intendere che quei soldi sono IN BUONA PARTE spercati ce ne passa.

schrodcat ha detto...

Scusa l'ennesimo messaggio. Tanto per dare sostegno alle mie affermazioni con un po' di dati di fatto e meno chiacchiere, e per chiarire perché ritengo che quello della Sanità italiana sia, almeno per una parte, un mito. Riporto i dati dell'aspettativa di vita media che è un buon indicatore delle condizioni mediche, seppur correlate ad altri fattori come alimentazione (in effetti di qualità mediamente ottima in Italia) ed altro.

Aspettative di vita: l'Italia è al dodicesimo posto con 80,5 anni di vita media attesa. Si trova davanti a paesi civilissimi come: Norvegia (!!!), Olanda, Regno Unito, Belgio, Germania. Gli Stati Uniti, la più grande potenza economica, sono trentottesimi con 78,2 (evito di indicare alcune dei paesi che sorprendentemente li battono). La gran parte dei paesi che consideriamo terzo mondo si aggirano per lo più intorno ai 50 anni o al massimo poco sotto i 60, con punte in basso (tra i tanti) come la Nigeria a 46,9 e Zambia a 42,4 (quasi ultima).

Ripeto, l'accesso alle cure è solo uno dei dati statistici che contribuiscono all'aspettativa di vita e non è l'unico fattore che la condiziona. Ma mi sembrano statisiche utili.

schrodcat ha detto...

Aggiungo. Nel 2000 fu stilata dall'Organismo Mondiale per la Salute una graduatoria mondiale: l'Italia risultò sesta nazione al mondo in termini assoluti. Addirittura al terzo posto come parametri complessivi per efficienza/costi ed altri fattori. Per esempio, l'Italia è sesta come livello della salute pubblica, essendo però l'udicesimo paese in ordine di spesa complessiva pro capite. Vale a dire, spende (spendeva) meno di Olanda e Germania ma ha un rendimento migliore di questi paesi. Le posizioni corrispettive USA: 24 e 72.

In tutti i paesi si può e si deve migliorare, Italia compresa. Ma non siamo gli unici al mondo ad avere questi problemi, ed è una semplice e pura leggenda metropolitana quaella che ovunque altrove stiano messi meglio di noi. Anzi, saremmo un modello per tanti.

A me preccupa un po' l'atteggiamento eternamente disfattista perché ci sono tante cose che in Italia non vanno e stiamo molto peggio degli altri paesi, ma se ci mettiamo a criminalizzare pure quel poco che va un po' meglio che altrove, finiremo per dare man forte a chi si prefiggerà di smantellare tutto quel che è pubblico.

Andrea Sacchini ha detto...

> ma se ci mettiamo a criminalizzare pure quel poco che va un po' meglio che altrove,

Eh, ho paura, Schrodcat, che le nostre posizioni resteranno inconciliabili. Niente di male, ci mancherebbe, anzi guai se tutti la pensassimo allo stesso modo.

Puntualizzo solo che io non ho criminalizzato niente, la mia era pura e semplice critica unita a un forte dissenso per le parole di padoa-Schioppa, tutto qua.

Oltrettutto non mi sono mai sognato - come ho già detto - di fare paragoni tra la nostra sanità e quella di altri paesi. Ho solamente detto che - a mio, ed unicamente mio - giudizio (basato sulla mia evidentemente sfortunata esperienza) ci meritiamo una sanità qualitativamente di livello più elevato di quella che abbiamo (e che paghiamo).

schrodcat ha detto...

Caro Andrea, sono fortissimamente solidale con le tue esperienze negative e spero che non vi ricapitino mai più. Spero anche che non sia un segnale di un processo di decadenza ulteriore della nostra Sanità Pubblica.

Devo anche precisare che singoli episodi non fanno statistica. I miei ultimi due messaggi non riportavano opinioni, ma fatti, documentati, studiati, elaborati (al di fuori del passaparola di internet).

I fatti, e i numeri, sono immuni alle nostre opinioni, come alle nostre sensazioni e intuizioni, come anche alle nostre sfortunate o fortunate esperienze. Quindi per mio conto, ad essere inconciliabili non ritengo siano le tue opinioni con le mie, ma le tue con i fatti (preciso che dico questo perché, contrariamente a quello che affermi in questo tuo ultimo commento, nel post originario proponevi in maniera implicita un paragone col resto del mondo, dal quale l'Italia uscirebbe, secondo le tue stesse parole della tua prima risposta qui sopra, ampiamente perdente).

E mi scuso se sembro duro, ma per mestiere mi è stato insegnato a leggere i dati senza preconcetti e condizionamenti. Due gravi di peso diverso, nel vuoto, cadono a terra nello stesso identico istante, anche se ci sembra proprio che non sia vero.

Nel post chiedevi se qualcuno poteva dimostrarti il contrario: a modo mio in parte ritengo di averlo fatto, o poterlo fare se vuoi la documentazione completa. L'ho fatto nel senso che, se al 2000 eravammo il terzo paese al mondo per efficienza sanitaria complessiva, e al sesto per il livello tecnico della sanità, vuole semplicemente dire che fare funzionare la sanità come uno vorrebbe deve essere una cosa davvero, ma davvero complicata. Quasi tutti, e sottolineo quasi tutti, quei pochi paesi che ci sono riusciti fanno spendere ai propri cittadini più che da noi.

Tu chiedevi una dimostrazione e mi pareva parte del tuo post e non una frase buttata lì. Io ho semplicemente provato a darla. Se non eri intenzionato in ogni caso ad accoglierla, allora era una domanda retorica, perché alla fine ai dati statistici hai risposto nuovamente con le tue esperienze, di cui ripeto mi dispiace moltissimo ma che sono solo una parte di tutto l'orizzonte. E non mettiamola troppo sulle esperienze personali: io da ragazzino ho subito due interventi chirurgici senza farmi il segno della croce. Da allora godo di una salute da far invidia a qualunque persona. Ma non ritengo di fare statistica, e non ho usato certo questo argomento per convincerti.

Andrea Sacchini ha detto...

> Tu chiedevi una dimostrazione e mi pareva parte del tuo post e non una frase buttata lì. Io ho semplicemente provato a darla. Se non eri intenzionato in ogni caso ad accoglierla, allora era una domanda retorica, perché alla fine ai dati statistici hai risposto nuovamente con le tue esperienze, di cui ripeto mi dispiace moltissimo ma che sono solo una parte di tutto l'orizzonte.

Io chiedevo solo se qualcuno mi poteva dimostrare che non era vero il fatto delle attese estenuanti con l'asl e del giorno dopo a pagamento, non dimostrazioni in generale che la nostra sanità sia peggiore o migliore rispetto ad altre. Mi pare che nel post originale sia scritto piuttosto chiaramente.

> E non mettiamola troppo sulle esperienze personali: io da ragazzino ho subito due interventi chirurgici senza farmi il segno della croce. Da allora godo di una salute da far invidia a qualunque persona.

No no, invece a mio parere è proprio qui che va messa, sul piano personale. Anch'io da ragazzino ho subìto un intervento chirurgico agli occhi piuttosto delicato, grazie al quale ora sto anch'io da dio, ma questo non può farmi dimenticare di evidenziare tutte le successive esperienze negative che ho avuto.

schrodcat ha detto...

Chiariamo: se tu hai avuto delle esperienze negative, è fuor di dubbio che nessuno possa dimostrare il contrario; tipo, che hai avuto delle esperienze positive. Se un vaso s'è rotto nessuno può dimostrare che è ancora intatto. Quindi se quello era il senso dell'appello, ti do pienamente ragione.

Secondo punto per chiarire perché mi ero dilungato: se si parla di Sanità e soldi destinati ad essa, che era mi pare l'argomento al centro della discussione, è un conto. Se si parla di modus operandi dell'apparato è un altro. Per dirla terra terra: se alcuni medici fanno passare prima i raccomandati è un problema di sistema e cultura civile, ma non c'entra nulla con le tasse e con quanti soldi la Sanità ha a disposizione per funzionare. Se ci fossero più soldi e le attese si accorciassero, potrebbe ancora esserci gente che ci passa davanti. Questo è un problema da affrontare e risolvere, promuovendo il costume corretto anche tra i cittadini oltre che tra i medici, ma coi soldi e le tasse c'entra fino a un certo punto. Non sarà mica colpa dei politici se il mio vicino sta in combutta col mio medico?

Se uno è costretto ad attese lunghe il punto cruciale, mi sembra, è stabilire se esse abbiano riscontro nella disponibilità dei mezzi. Per esempio, se in un ufficio ci sono i soldi per un solo impiegato allo sportello, la fila la devi fare, perché nessuno lavora gratis. Quindi tutto sta a stabilire se i soldi per altri dieci impiegati ci sono, o non ci sono, oppure se è giusto pagare una quota extra per l'impiegato che lavora a prestazione.

Tutto qua. Il senso del post mi sembrava che era di far intendere che noi paghiamo abbondantemente in tasse destinate alla Sanità tutti i soldi necessari per non dover fare mai una fila per la salute. Io, pur ammettendo che sperperi ci sono e sono ben documentati, sono dell'avviso, dati alla mano, che coi soldi che la Sanità ha non c'è tantissimo margine di miglioramento, se tengo conto del fatto che siamo tra i primi paesi al mondo nel rapporto spesa pubblica e servizi offerti (nella Sanità).

Credo che lo Stato sperperi molti più soldi, e molto più inutilmente, nel pubblico impiego. Se si risparmiassero quei soldi ne andrebbero di più alla Sanità e molti problemi si risolverebbero. Che è un discorso diverso dal dire: la Sanità è un mezzo vuoto a perdere. Perché non è vero.

E ripeto, è colpa anche dei cittadini quando si rivolgono alla Sanità pubblica quando non ne avrebbero alcun bisogno, per capriccio e perché sono viziati (non mi riferisco assolutamente a te perché per quel poco che ti conosco sono sicuro che sei responsabile). Non diamo sempre la colpa agli altri, ecco. Molti si lemantano ma non avrebbero neanche il diritto di farlo. È un po' come il cittadino che si lamenta del cumulo di rifiuti sotto casa, ma poi butta sempre per strada le cartacce e fa fare i bisogni al proprio cane ovunque.

Mi piacerebbe anche che i comici alla Grillo tornassero a fustigare il costume. A mettere alla berlina i vizi, per far ricominciare a vergognare pubblicamente chi quei vizi ce l'ha. Da qualche anno a questa parte la colpa è tutta della politica, col risultato che alcuni cittadini si sentono esentati dal dover agire civilmente. Da quant'è che non sento un comico ridicolizzare davanti a milioni di persone il proprietario del cane che infesta i marciapiedi? O l'impiegato che va tre ore in pausa caffè? O il tizio che ti passa davanti perfino alla fila al bar?

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