La notizia del recente arresto per phishing del giovane di Varese (riportata anche dal Corriere), presenta due peculiarità molto interessanti. La prima è che si tratta del primo arresto in Italia per reati di questo genere (speriamo il primo di una lunga serie), e la seconda è rappresentata dalla frase pronunciata dal giovane al giudice: "Non credevo abboccassero così in tanti".
Questa affermazione la dice lunga su tutta una serie di cose, la più importante delle quali è sicuramente la conferma della gravità e dell'estensione del fenomeno phishing - tanto da lasciare sbalordito lo stesso autore della "bravata" -, molto spesso sottovalutata dall'utenza internet in genere.
Questa affermazione la dice lunga su tutta una serie di cose, la più importante delle quali è sicuramente la conferma della gravità e dell'estensione del fenomeno phishing - tanto da lasciare sbalordito lo stesso autore della "bravata" -, molto spesso sottovalutata dall'utenza internet in genere.
Per la maggior molti di noi, infatti, viene ormai naturale cancellare le varie e-mail con mittente Poste.it, Banca Intesa, Banca di Roma, ecc. Ma, purtroppo, in egual misura (se non maggiore), altrettanti abboccano e danno in pasto tranquillamente ai criminali della rete i propri dati personali.
Tutto ciò è confermato anche dal (triste) resoconto trimestrale pubblicato da anti-phishing.it (qui in pdf) relativo al primo trimestre di quest'anno. Solo per citare qualche cifra, estrapolata da tale rapporto, nei soli primi tre mesi di quest'anno la diffusione di questo pericoloso fenomeno ha avuto un'impennata in termini percentuali superiore al 1.700% (225 attacchi contro i 12 dello stesso periodo dell'anno precedente), con obiettivo preferito - come facilmente intuibile - l'ente Poste (87% degli attacchi).
In mezzo a tutto ciò ci sono i normali utenti, equamente divisi tra chi ha ormai fatto sua la buona abitudine di non lasciarsi "gabbare", cestinando subito tutto ciò che è di provenienza sospetta, e chi, invece, incautamente, continua a fidarsi di tutto ciò che gli piove nella casella di posta.
Speriamo solo che la notizia dell'arresto (con condanna tutt'altro che lieve) del phisher nostrano serva un pò da deterrente (anche se nutro qualche dubbio) contro chi in futuro avrà voglia di provarci di nuovo.
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