Il falso appello che circola in rete addirittura già da marzo, e che chiede con insistenza sangue del gruppo B+ per un bambino malato di leucemia fulminante, ha fatto una vittima illustre: Rita Dalla Chiesa (foto), l'attuale conduttrice su rete4 del programma Forum.
Mentre scrivo questo post (sono le 13,18) la trasmissione in questione è ancora in onda. Tra l'altro avevo già terminato di pranzare e se avesse tardato un altro minuto me la sarei persa. Vi faccio una breve cronaca di come si è svolta la vicenda. Vicenda che ha permesso a chi si è trovato causalmente a seguire la trasmissione di rendersi conto "dal vivo" di come funzionano queste bufale e di come è relativamente facile abboccare. Dicevo, i fatti.
Termina il dibattimento di una causa, e, come da prassi, la conduttrice legge le e-mail che i telespettatori mandano da casa in merito al dibattito in corso. A un certo punto però, con una certa enfasi, la stessa richiama l'attenzione dei presenti e dei telespettatori dicendo di aver ricevuto un'e-mail molto importante, e comincia a leggerne il testo. Mi accorgo subito che la Dalla Chiesa sta prendendo una solenne cantonata e lo faccio presente a Chiara che è lì con me.
La conduttrice non fa una piega, prendendo come oro colato l'appello dell'e-mail, e tira dritto nella lettura pregando addirittura gli autori del messaggio di contattarla in modo da farle avere il recapito telefonico esatto. Stacco pubblicitario. Al ritorno in studio la Dalla Chiesa si rivolge nuovamente alle telecamere ammettendo di aver preso una cantonata (evidentemente avvisata da qualcuna delle e-mail in arrivo), e legge il testo di una pagina web in cui è riportata l'origine "bufalina" dell'appello. Il pubblico in studio rumoreggia e i commenti indignati dei presenti non tardano a farsi sentire, accavallandosi tra loro. Alla fine la Dalla Chiesa chiude l'"incidente" con un sollevato "beh, per fortuna si trattava di una bufala".
Si parla spesso di bufale in rete e dei numerosi falsi appelli che vi circolano, e sono molti i siti internet che mettono in guardia gli utenti sulla pericolosità di queste catene di S. Antonio (anche io nel mio piccolo lo faccio). Nonostante ciò molti continuano a cascarci e a inoltrare disinvoltamente a tutti i propri contatti qualsiasi panzana capiti nella casella di posta. Il fatto capitato alla Dalla Chiesa è emblematico del meccanismo di funzionamento di questi falsi appelli e vale più di mille post scritti su un blog (ovviamente per chi l'ha seguito).
La storia è nota: per qualche oscura ragione (che poi tanto oscura non è) dietro lo schermo di un computer si tende a lasciar cadere per terra qualsiasi forma di autodifesa dettata dal buon senso. Si dà a tutto ciò che circola in rete un'autorevolezza che in realtà non ha. Scusate, ma se incontraste per strada un tizio che vi chiede sangue per un bambino leucemico, voi cosa fareste? Non gli chiedereste almeno chi è, chi lo manda, come si chiama, dettagli sull'ospedale, recapiti telefonici, indirizzi, ecc.? In internet no. Qualsiasi cosa piova nella casella di posta assume automaticamente un'aura di divino e di incontrovertibilmente vero, mentre invece non è così. Come accade quasi sempre anche nella vita reale, infatti, anche in rete tutto ciò che circola è una bufala fino a prova contraria.
Se vi interessano i dettagli, la sequenza temporale delle varianti di questo falso appello, che come ho detto circola già da marzo, è questa: 1, 2, 3.
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Ho sempre dubitato di questo appello...poi ho pensato: magari poi mi denunciano per diffusione dei dai personali come nome cognome e numero di telefono...ora ho cercato su google il numero di cellulare e sono approdato agli articoli antibufala, come sospettavo...
RispondiEliminaLo so. Bisogna sempre partire dal principio che tutto quello che arriva nella casella di posta è una bufala fino a prova contraria.
RispondiEliminaCiao.
Secondo me la gente prende le parole che legge nella sua email per oro colato perchè ha bisogno di sentirsi parte del mondo!
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