Petizione di Anti Digital Divide
Chiunque si interessa un pò di ciò che succede nel mondo dell'informazione e segue i fatti che accadono, avrà sicuramente notato che fino all'8 settembre, giorno del V-Day di Beppe Grillo, nessuno ne ha fatto parola. O, meglio, nessuno dei media tradizionali (essenzialmente stampa e tv).
Poi, visto che il successo della manifestazione non poteva essere taciuto per ovvi motivi, tutti ci si sono gettati a pesce. Ma non nel senso di riportare correttamente la cronaca dell'evento e magari approfondire qualcuno dei temi oggetto della manifestazione (la critica fatta con cognizione di causa è sempre ben accetta), ma nel senso di attaccare l'ideatore, Grillo, e la stessa internet, colpevole di aver fatto da elemento trainante nel mettere insieme un milione e mezzo di persone bypassando i canali tradizionali.
Tutto ciò è sfociato in una serie di articoli pubblicati su molti quotidiani nazionali in cui si insultano platealmente e pesantemente gli utenti della rete, senza distinzioni, rei soltanto - come ho detto prima - di essere stati capaci di organizzarsi da sé.
L'associazione antidigitaldivide.org ha organizzato una petizione con lo scopo di portare all'attenzione degli internauti questi articoli (a confronto dei quali le battute di Grillo sono caramelle) e per chiedere ai giornalisti (giornalisti?) autori quantomeno delle rettifiche. Ovviamente è inutile sperarci, ma già il fatto che questi articoli vengano fatti conoscere è sicuramente positivo.
Riporto qui sotto un estratto del testo della petizione:
Poi, visto che il successo della manifestazione non poteva essere taciuto per ovvi motivi, tutti ci si sono gettati a pesce. Ma non nel senso di riportare correttamente la cronaca dell'evento e magari approfondire qualcuno dei temi oggetto della manifestazione (la critica fatta con cognizione di causa è sempre ben accetta), ma nel senso di attaccare l'ideatore, Grillo, e la stessa internet, colpevole di aver fatto da elemento trainante nel mettere insieme un milione e mezzo di persone bypassando i canali tradizionali.
Tutto ciò è sfociato in una serie di articoli pubblicati su molti quotidiani nazionali in cui si insultano platealmente e pesantemente gli utenti della rete, senza distinzioni, rei soltanto - come ho detto prima - di essere stati capaci di organizzarsi da sé.
L'associazione antidigitaldivide.org ha organizzato una petizione con lo scopo di portare all'attenzione degli internauti questi articoli (a confronto dei quali le battute di Grillo sono caramelle) e per chiedere ai giornalisti (giornalisti?) autori quantomeno delle rettifiche. Ovviamente è inutile sperarci, ma già il fatto che questi articoli vengano fatti conoscere è sicuramente positivo.
Riporto qui sotto un estratto del testo della petizione:
Questa petizione è scritta dall'associazione Anti Digital Divide per reagire agli attacchi offensivi e diffamatori ai danni della rete e di chi la utilizza, perpetrati dai giornalisti Filippo Facci, Paolo Granzotto, Giampiero Mughini con la complicità delle testate, il Giornale, Libero e la trasmissione Televisiva Porta a Porta. A seguire sono riportati gli stralci di articoli e un video in cui i giornalisti affermano che la rete è il peggio del nostro paese, i naviganti sono dei subacculturati, sono i bruti e gli informi di Nietzsche, ignoranti nell'anima, invidiosi sociali ecc ecc. Queste offese sono arrivate dopo che la rete ha dimostrato di essere in grado di superare e scavalcare i mezzi di stampa tradizionali e organizzare una manifestazione nazionale, che ha coinvolto più di un milione di persone, senza che giornali e TV ne parlassero. Molti giornalisti nel giudicare il V-day, evento che senza internet non sarebbe stato possibile, hanno dato più importanza ai vaffanculo e alle battute che alle centinaia di migliaia di persone coinvolte ed ai temi affrontati. Hanno parlato di mancanza di stile, di forma, per poi usare pesanti parole e offese molto gravi contro i manifestanti e la rete. Si è parlato per giorni della BATTUTA Prodi-Alzheimer, come di una cosa gravissima, per poi non accorgersi che tra i naviganti della rete, pesantemente offesi, ci sono migliaia di malati, anche di Alzheimer, che grazie alla rete possono fare molte cose che altrimenti gli sarebbero precluse. Nella rete ci sono milioni di persone che, GRATUITAMENTE, mettono a disposizione la loro conoscenza, preparazione, offrono il proprio aiuto, organizzano eventi, manifestazioni, per tutelare i diritti delle persone. Quindi le offese ai danni di chi naviga in rete sono da ritenersi estremamente gravi rispetto alla battuta di un comico.Il testo completo della petizione, compresi i link agli articoli oggetto della stessa, lo trovate qui, mentre la pagina di antidigitaldivide.org che ne parla è qui. Rammento sempre, per correttezza e per chi avesse intenzione di sottoscriverla, che le petizioni online non hanno valore legale, ma solamente simbolico e statistico.
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