lunedì 22 ottobre 2007

"Why not", arrivederci

Premetto che non sono un esperto di inchieste giudiziarie, né, allo stesso modo, mi intendo di modalità di svolgimento delle stesse per tutto quel che concerne spostamenti di magistrati, incompatibilità, avocature di inchieste e così via. Mi limito semplicemente a leggere le notizie e a cercare di capire alcune cose. Alcune volte ci riesco, altre no. In questo caso la cosa che non capisco (o che forse capisco troppo bene) ha a che fare con la sottrazione dell'inchiesta why not al pm De Magistris (foto), per presunte e non meglio precisate forme di "incompatibilità".

Ma vediamo di riassumere i fatti per chi magari fosse all'oscuro della vicenda.

Brevemente, Luigi De Magistris è il pubblico ministero (ex) titolare, a Catanzaro, dell'inchiesta denominata why not. Tale inchiesta ha a che fare con una specie di "nuova tangentopoli", che ha per oggetto tutta una serie di reati finanziari che vanno dalla truffa riguardo a finanziamenti europei per finire col finanziamento illecito ai partiti e con l'appropriazione indebita e l'abuso di ufficio. La lista di nomi eccellenti coinvolti a vario titolo in questa vicenda è piuttosto lunga e contempla al suo interno giornalisti, uomini d'affari, agenti del Sismi, della Dia, prefetti e qualche politico. Già, i politici. Attualmente, tra quelli "eccellenti", risultano indagati nell'ambito di questa inchiesta Romano Prodi, attuale Presidente del Consiglio, e Clemente Mastella, Ministro della Giustizia. Il primo si dice "tranquillo" e il secondo "sereno". Vabbé.

Per una di quelle strane "coincidenze" per le quali per il momento non abbiamo elementi - se non semplici supposizioni - per definire diversamente, al pm De Magistris, già da tempo nelle mire del guardasigilli, viene avocata l'inchiesta. L'avocatura è una particolare procedura espressamente prevista dal nostro ordinamento giuridico, che consiste nel trasferimento a sé, da parte di una procura, di un'inchiesta di cui titolare è un altro soggetto (generalmente di "grado" inferiore).

Bene. Fin qui i fatti. Ora ci sarebbe da fare qualche considerazione personale, Proviamo.

Ufficialmente il magistrato inquirente è stato rimosso per "incompatibilità". Ma incompatibilità di che tipo? Ambientale? Parentale? Territoriale? Non si sa, perché non c'è scritto da nessuna parte chiaramente. Le fonti che (a fatica) ho trovato, parlano genericamente di una qualche incompatibilità di tipo ambientale (quotidiano.net qui), probabilmente nata in seguito al provvedimento disciplinare (anche qui i motivi sono ignoti sono chiarissimi) scaturito dopo le ispezioni disposte dal ministro Mastella (guarda a caso l'indagato). Quindi, stringendo, ci troviamo di fronte a un magistrato che è stato - per "coincidenza" - esautorato dal suo incarico in concomitanza con l'indirizzamento della sua indagine verso i "piani alti". A questo punto verrebbe da dire troppo alti.

Che l'indagine del pm avesse preso una direzione un pò pericolosa, diciamo così, se n'era già accorto da qualche tempo qualcun'altro, tanto che sia De Magistris che la sua collega Clementina Forleo (il giudice che sta indagando sulla liceità della scalata alla Banca Antonveneta da parte dell'ex Bpl, nella quale sarebbero implicati altri politici eccellenti) sono da tempo bersagli di intimidazioni e minacce, come giustamente segnalato da Romina nel suo blog.

Ora, sia chiaro, può essere benissimo che gli ispettori di Mastella abbiano trovato elementi che giustifichino in qualche modo il provvedimento disciplinare e il conseguente "invito" al pm ad abbandonare l'inchiesta, così come può essere benissimo che Biancaneve sia stata svegliata dal principe azzurro col bacio dopo aver morsicato la mela avvelenata, ma a mio parere (e penso non solo mio) le motivazioni potrebbero essere anche altre.
[...] "Per una volta, inseguire gli aspetti tecnico-giuridici della decisione del Procuratore generale di Catanzaro di strappare di mano l’inchiesta “Why Not” su Prodi, Mastella & C. al titolare, cioè al pm Luigi De Magistris, è inutile e fuorviante. Meglio andare subito alla sostanza, che è questa: il magistrato che aveva raccolto elementi sufficienti per indagare Mastella per abuso, truffa e finanziamento illecito, cioè riteneva di aver trovato i soldi, non potrà portare a termine la sua indagine, ormai in dirittura d’arrivo. Il fascicolo passerà a un altro magistrato, che impiegherà mesi per studiarsi tutti gli atti. E, se non vorrà fare la fine di De Magistris - attaccato da destra e da sinistra, difeso da nessuno, ispezionato per mesi e mesi, trascinato dinanzi al Csm, proposto per il trasferimento immediato e infine espropriato del suo lavoro - ascolterà l’amorevole consiglio che gli danno il governo e l’opposizione una volta tanto compatte: archiviare tutto, lasciar perdere, voltarsi dall’altra parte". [...]
Questa, naturalmente (estratto di un articolo di Travaglio pubblicato qui), è una possibile ipotesi, ma a mio avviso quella che più si avvicina alla realtà dei fatti. A noi piacerebbe credere che effettivamente il magistrato sia stato esautorato dal suo incarico per incompatibilità, ma, abbiate pazienza, come si fa a crederlo veramente? Su quali basi? Non esiste il movente, si direbbe se si parlasse del delitto di Cogne. Anche qui non esiste il movente, che invece è ben chiaro nel caso opposto, quello cioè che il pm sia stato tolto dalle balle perchè stava arrivando troppo in sù.

A questo punto ognuno può tirare le sue conclusioni. Mastella ha annunciato nuovamente in queste ore di non avere nulla da temere e di sperare anzi che l'inchiesta avanzi il più celermente possibile (ovviamente senza il De Magistris). Ha fatto benissimo. Se l'inchiesta, una volta giunta finalmente al termine, dimostrerà la completa estraneità del ministro, io sarò il primo a ripubblicare con gioia la notizia sul mio blog. Ma, per ora, mi limito a chiudere questo piccolo post con alcune parole del magistrato tratte da una sua intervista rilasciata a Repubblica (qui):
[...] "Se uno arresta chi fa la tratta di esseri umani o i trafficanti di droga gli arrivano i telegrammi e gli applausi, gli dicono che è il magistrato più bravo d'Italia. Ma poi viene cacciato quando indaga sulla pubblica amministrazione. Cosa significa allora? A questo punto la partita non può essere più - visto che il tema è così alto - trasferite o non trasferite De Magistris. Io pongo un altro problema: un magistrato così può rimanere in magistratura. E io, così lo so fare il magistrato, anche se mi mandano a Bolzano o a Novara o a Cagliari. Questo è il tema che è in gioco nel Paese: se un magistrato può continuare a indagare su tutti i cittadino oppure no". [...].

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