martedì 1 maggio 2007

Il caso Vaccarella da non sottovalutare

Cosa si nasconde dietro le dimissioni del giudice della Corte Costituzionale Romano Vaccarella (foto)?

Lo so, avevo promesso in un mio precedente post che non avrei più parlato di politica. Ma ogni tanto accadono cose che fanno venire il sospetto che i signori che abbiamo mandato a rappresentarci (detta così sembra quasi credibile) stiano architettando qualcosa per mettercelo ancora una volta silenziosamente in quel posto. A tal proposito vanno citati almeno un paio di fatti.

Primo fatto. Dunque, se non avete trascorso l'ultimo mesetto internati in qualche eremo in alta quota isolato dal mondo, e se nel frattempo avete dato magari di sfuggita un'occhiata ai titoli dei giornali, vi sarete accorti che si fa un certo parlare da un pò di un misterioso referendum elettorale.

Secondo fatto. Alcuni media hanno riportato piuttosto velocemente (poi vi spiegherò perché) la notizia che un giudice della Corte Costituzionale (Vaccarella appunto) ha rassegnato le dimissioni in seguito a una presunta mancanza di smentita, da parte del governo, alla circolazione di notizie in merito a presunte pressioni dell'esecutivo alla Corte Costituzionale sul suddetto referendum.

Se non siete già scappati via, occorre a questo punto che vi faccia un breve quadro per capire cosa è successo, come i due fatti che ho citato sono connessi e come pare lorsignori abbiano intenzione di mettercelo lì (naturalmente da come ho capito io la cosa, quindi usate le dovute cautele).

Il sistema elettorale in vigore attualmente nel nostro paese è di tipo proporzionale con premio di maggioranza, sia per quanto riguarda la Camera che il Senato, attribuito su base nazionale per il primo caso e su base regionale per il secondo (risparmiatevi la fatica di chiedermi dettagli tecnici in merito, sarebbe tempo sprecato). Il premio di maggioranza (una cosa inventata dal centro-destra e che esiste solo in Italia) è appunto un "premio" - in voti - che viene attribuito alla coalizione che ottiene il maggior numero di consensi.

Visto che, come ben sappiamo, è permesso alle singole liste di unirsi in coalizioni, da ciò deriva che più una coalizione è grande e più ha la possibilità di portarsi a casa il famoso premio. Ecco il motivo per cui abbiamo coalizioni con un numero spropositato di partiti e partitini (tutti belli sorridenti e uniti in campagna elettorale ma che cominciano a litigare il giorno dopo le elezioni) che portano a situazioni ridicole, tipo quella di ritrovarsi ad esempio nello stesso gruppo Mastella (democristiano che più democristiano non si può) e Rifondazione.

Bene. In caso si raggiungesse il quorum delle 500.000 firme, necessarie per promuovere il referendum, sulla scheda si troveranno tre quesiti. Nel primo dei tre (quello più malvisto dai politici, anche se gli altri non sono da meno) viene chiesto al cittadino se è in pratica favorevole ad abrogare la possibilità di collegamento tra più liste, cioè che più partitini (il più delle volte senza alcuna affinità se non quella di "fare numero", con le conseguenze che sappiamo) si possano unire insieme. In caso di successo del quesito succederebbe che il premio di maggioranza non sarebbe attribuito alla coalizione vincente ma alla singola lista. E in più verrebbe innalzata la cosiddetta quota di sbarramento, la percentuale minima che consente a un partito di avre rappresentanza in Parlamento.

I motivi per cui sia il centro-destra che (in misura maggiore) il centro-sinistra vedono come la peste l'esito favorevole di una tale ipotesi non c'è bisogno che ve lo spieghi io. Ecco perché da tempo entrambi gli schieramenti cercano di fare il possibile per trovare un accordo che consenta di bypassare il ricorso al referendum.

Ma evitare il referendum è possibile solo in tre modi:
  • che non venga raggiunto il quorum delle 500.000 firme necessarie
  • che si vada a elezioni anticipate
  • che la Corte Costituzionale giudichi incostituzionali - e quindi inamissibili - i quesiti (fate molta attenzione a questo punto)
Il primo dei tre punti presenta un certo grado di incertezza. In teoria è possibile che il numero necessario non venga raggiunto, ma è altrettanto possibile un esito positivo. In ogni caso affidarsi solo alla speranza che non passi è per i politici un rischio troppo grande.

Il secondo punto non è ben visto in misura maggiore dal centro-sinistra, visto che allo stato attuale i sondaggi paiono indicare una leggera prevalenza dello schieramento opposto qualora si andasse alle urne. In ogni caso, ipotizzando elezioni anticipate, sonni tranquilli non li dormirebbe neppure l'attuale opposizione.

Rimane il terzo punto. Il referendum per essere approvato deve, dopo aver naturalmente raggiunto il numero di firme necessario, essere vagliato dalla Corte Costituzionale, l'organismo che annovera tra i suoi compiti quello di accertare la validità costituzionale dei quesiti proposti. In pratica deve verificare che le richieste dei promotori del referendum non cozzino palesemente conro i pilastri fondamentali su cui si fonda la nostra Costituzione.

Se avete seguito il filo del discorso fin qui e avete fatto 2 + 2, possiamo arrivare al fatto di questi giorni che accennavo all'inizio: le dimissioni di uno dei giudici membri della Corte Costituzionale. Leggendo quanto riportato dai mass media, scopriamo che i motivi che hanno spinto il giudice a mettere in atto la sua decisione sarebbero da ricercare nel fatto che il governo non si sarebbe affrettato a smentire alcune voci secondo le quali lo stesso esecutivo avrebbe fatto pressioni presso la Consulta per ottenere l'illegittimità dei quesiti referendari.

Ovviamente la vicenda delle dimissioni di Vaccarella è state "tirata" a favore di una parte politica o di un altra a seconda di chi fosse a esprimere un parere in proposito. In ogni caso, almeno stando a quanto riporta il Corriere, il governo o un suo rappresentante si presenterà in Parlamento per chiarire la questione.

Questi i fatti. Le considerazioni che si potrebbero fare a margine della vicenda sono molte: innanzitutto va detto che (siamo sempre nel campo delle ipotesi, per carità) se venisse in qualche modo accertato che la Consulta si è dimostrata sensibile ai "suggerimenti" di questa o quella parte politica, ci sarebbe da stare poco allegri. La Corte Costituzionale è per sua natura un organo supremo di controllo che dovrebbe essere contraddistinto dall'imparzialità di giudizio e dalla capacità di non subire condizionamenti di sorta. Eventuali accertamenti che le cose non sono sempre andate così implicherebbero conseguenze, di immagine ma non solo, che difficilmente resterebbero circoscritte all'ambito nazionale.

In più (sempre nell'ipotesi che ci sia stato qualcosa di poco chiaro) ci sarebbe la dimostrazione di quello che è ormai purtroppo ampiamente accertato, e che cioè l'agire dei nostri governanti è sempre più improntato alla formulazione di accordi "tra loro" che possibilmente esulino da un qualsiasi coinvolgimento del cittadino, quando, in virtù di come è strutturato il nostro sistema democratico, dovrebbe invece proprio essere il cittadino ad avere voce in capitolo.

Non voglio con questo articolo dare l'idea di convincere nessuno a firmare per sottoscrivere il referendum. Mi limito solo a segnalare che esiste; chi desidera si può informare (tutte le info qui) e poi decidere in base al proprio convincimento personale.

Rimane comunque l'amara riflessione, in qualsiasi modo finirà questa storia, che è sempre più difficile credere che ci troviamo in una democrazia dove il parere del cittadino conta veramente qualcosa.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Andrea.

> In più (sempre nell'ipotesi che ci sia stato qualcosa di poco chiaro) ci sarebbe la dimostrazione di quello che è ormai purtroppo ampiamente accertato, e che cioè l'agire dei nostri governanti è sempre più improntato alla formulazione di accordi "tra loro" che possibilmente esulino da un qualsiasi coinvolgimento del cittadino

Mia convinzione personale che sia esattamente così, indipendentemente dall'accertamento del fatto: i politici hanno ormai preso coscienza di essere una privilegiata oligarchia e l'intervento del "popolo" (termine sempre usato ed abusato nei discorsi politici), come direbbe Camilleri, gli "rompe i cabasisi".

Comunque il referendum, per quanto crei problemi al politico, si può abilmente aggirare: sbaglio o in passato avevamo votato in favore del maggioritario? Sbaglio o avevamo detto no ai finanziamenti pubblici ai partiti?
E poi dicono che i giovani non si interessano alla politica...

Ad ogni modo, per essere imparziale, è importante mettere in rilievo che il referendum per modificare la legge elettorale è stato promosso dal centrodestra, autore proprio della suddetta legge (cos'è, si sono accorti di aver sbagliato, diciamo un "pò in ritardo"?), mentre un politico del centrosinistra ha affermato che "Il referendum rende un cattivo servizio alla democrazia, perchè mette in discussione le istituzioni e gli strumenti di partecipazione democratica, che sono i partiti" (fonte AGI ) . Complimenti ragazzi, queste sono prodezze, autentici numeri da circo!!!

Buonanotte. BigFab.

Andrea Sacchini ha detto...

> Comunque il referendum, per quanto crei problemi al politico, si può abilmente aggirare

Beh, non so, ma penso che se il quorum delle 500.000 firme viene superato sarà difficilmente aggirabile.

> Ad ogni modo, per essere imparziale, è importante mettere in rilievo che il referendum per modificare la legge elettorale è stato promosso dal centrodestra

Guarda, sono sincero, non mi sono interessato a quale parte politica appartenessero i promotori di questo referendum (la lista è qui), per il semplice motivo che l'aspetto che volevo mettere in evidenza della questione erano i motivi delle dimissioni del giudice della Consulta.

Le eventuali implicazioni politiche non mi interessano.

Ciao Bigfab. :)

Anonimo ha detto...

Ciao Andrea!

> Beh, non so, ma penso che se il quorum delle 500.000 firme viene superato sarà difficilmente aggirabile

Intendevo dire che, come per altri referendum, anche se questi vengono ratificati con il voto, i ns. politici riescono a fare il gioco delle tre carte, modificando le cose a loro piacimento: abbiamo votato un referendum in favore di una legge elettorale maggioritaria e ci troviamo una proporzionale, abbiamo detto no ai finanziamenti pubblici ai partiti e loro si prendono i soldi come rimborso per le spese elettorali. Bleah!

> non mi sono interessato a quale parte politica appartenessero i promotori di questo referendum

No, non mi sono espresso bene: il voler "essere imparziale" era riferito a me, perchè intendevo commentare due fatti negativi, uno per parte, relativi a questa questione: il centro destra che promulga un referendum contro la legge elettorale precedentemente fatta proprio da loro, il centro sinistra (o per meglio dire, Bertinotti), che dice che il referendum non fa bene alla democrazia. Ri-bleah!

Saludos, BigFab.

Andrea Sacchini ha detto...

Ah, ok, adesso ho capito bene.

Saludos!

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