OLPC sta per One Laptop Per Child (logo qui a fianco). Il progetto (sito ufficiale qui), ideato dall'informatico Nicholas Negroponte, non ha finalità di lucro ed è stato concepito con l'intento di fornire a ogni bambino di molti paesi in via di sviluppo un pc col quale accedere alla conoscenza e alle moderne forme di comunicazione.
La macchina in questione (immagine qui sotto) altro non è che un normale laptop, di dimensioni ridotte e a basso costo, studiato e concepito per ottimizzare al massimo l'impiego di energia, tanto è vero che per farlo funzionare è sufficiente un piccolo generatore che inizialmente era addirittura alimentato a manovella. Tra le caratteristiche tecniche principali vanno sicuramente segnalate la connessione WiFi, la tastiera impermeabile, prese usb e la webcam integrata. Da notare inoltre che non esiste hard disk ma una memoria Flash, che consente agevolmente di archiviare immagini e testi.
Altra caratteristica interessante è il fatto che tutto il software installato nel laptop è open source e gratuito: dal sistema operativo (Linux) fino ad arrivare al word processor, come si legge nell'apposita pagina del sito ufficiale. Insomma un progetto nato all'insegna della più completa libertà in ambito software.
Dal prossimo 12 novembre tale progetto prosegue il suo cammino sulla base della formula give 1 get 1, ossia anche nei paesi "ricchi" (inizialmente USA e Canada) sarà possibile acquistare per $399 una coppia di laptop uno dei quali verrà destinato ai bambini dei paesi in via di sviluppo. Com'è facilmente intuibile, un progetto di tale portata fa gola a molti, in particolar modo a chi vede nel tipo di mercato a cui è destinato il progetto un bacino di possibile utenza (e quindi di guadagno) tutt'altro che trascurabile. E con qualche problema in questo senso Negroponte ci ha già avuto a che fare in passato.
Ovviamente non poteva non dirsi interessato l'acuto zio Bill, il quale già a fine 2006 aveva tentato un primo approccio al progetto. Ma riuscire a "fare entrare" gli elefantiaci sistemi Windows - sulla cui fame di risorse (ram e compagnia bella) circola ogni tipo di leggenda - sul "povero" pc di Negroponte (studiato per funzionare con un'apposita versione di Linux e con molte parti prodotte direttamente dall'associazione) si è rivelata impresa ardua, tanto che il progetto è stato inizialmente abbandonato.
Per poco però, perché da quanto si legge in giro Microsoft, che in realtà non ha mai abbandonato completamente l'idea di far parte del progetto, sarebbe già tornata alla carica. Will Poole, corporate vice president Microsoft, ha infatti affermato, in un articolo apparso qualche giorno fa su Reuters e ripreso da WebNews, che il big di Redmond sta investendo ingenti risorse per tentare di adattare il suo Xp al pc di Negroponte. Insomma, zio Bill vuole a tutti i costi essere della partita; non si arrende all'idea di non poter "infilare" Windows nel suddetto pc (che, come termine di paragone, sarebbe un pò come voler infilare un piede grosso in una scarpa piccola).
E, sinceramente, non potrebbe essere diversamente. L'eventuale esclusione di Microsoft dal progetto, infatti, negherebbe a zio Bill la possibilità di spiattellare sotto il naso di milioni di bambini (potenziali futuri clienti) il suo Windows. Bambini che, viceversa, attualmente hanno la possibilità di iniziare a mettere le mani su pc liberi da vincoli di qualsiasi genere e di imparare fin da subito che l'informatica e i software non sono di "qualcuno", non sono "concessi in licenza" con 40.000 clausole capestro di contorno, ma sono di tutti e tutti hanno la possibilità di metterci le mani.
Scenario, questo, tra i maggiormente temuti da Microsoft.
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