Si danno da fare, in Vaticano. Si danno un gran da fare. Monsignor Rino Fisichella, come riportava la stampa già nei giorni scorsi, ha presentato ieri, infatti, la lettera del Papa che istituisce il Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione. Si tratta, facendo un parallelo con la politica, di una sorta di nuovo dicastero con l'obiettivo di dare un'accelerata vigorosa all'opera di evangelizzazione, anche utilizzando le nuove tecnologie.
I motivi di questa solerzia sono in gran parte noti: la fuga in massa dei fedeli. Non solo dalla religione cattolica, intendiamoci. Ne scriveva proprio ieri Piergiorgio Odifreddi sul suo blog: "A fronte di 2,1 miliardi di cristiani e 1,5 di musulmani, nel mondo ci sono ormai 1,1 miliardi di non credenti: dunque, più dei 900 milioni di induisti, 380 milioni di buddhisti, 300 milioni di animisti, 23 milioni di sikh, 14 milioni di ebrei e 4 milioni di shintoisti. Inoltre, sembra che il numero di atei e agnostici aumenti al ritmo di otto milioni e mezzo l’anno: più nei paesi più avanzati, e meno in quelli islamici".
Insomma, si capisce bene perché il Vaticano ha fretta (e Ahmadinejad pure). E, a mio parere, è bene non farsi incantare troppo dagli allarmi sui rischi a cui andrebbe incontro una società che si allontana da Dio o dalla religione (qualunque essa sia). L'unico rischio di cui si preoccupano infatti i movimenti religiosi e i loro leader, è solo ed esclusivamente la perdita del potere (compreso quello economico).
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