domenica 3 ottobre 2010

Belpietro, i dubbi di D'Ambrosio

Libero, questa mattina, come vedete dall'immagine della prima pagina, se la prende un po' con Repubblica e Il Fatto, responsabili a suo dire di aver dubitato della veridicità del racconto fatto dal caposcorta di Belpietro. "Il Fatto e Repubblica seminano dubbi sull'agguato al nostro direttore", si trova scritto in bella evidenza nel sottotitolo.

A dire la verità, come si è già visto, non sono solo Repubblica e il Fatto a nutrire qualche dubbio, ma tutti quelli che hanno messo insieme un po' i vari racconti, le varie versioni e hanno provato a tirare le somme. A questo proposito, questa mattina Repubblica pubblica una interessante intervista all'ex procuratore Gerardo D'Ambrosio, capo del pool di mani pulite nei primi anni '90. Pure lui nel 1995 fu "salvato" da un agguato simile dalla prontezza della stesso caposcorta di Belpietro. Un agguato per la verità piuttosto anomalo - il responsabile, come sta accadendo ora, non fu mai trovato.

Dice D'Ambrosio rispondendo all'intervistatore: "La ricostruzione dell'agguato che ho letto sui giornali presenta diverse stranezze. Se è vero che ha sparato tre colpi di pistola, mi stupisce che un professionista come lui, con una calibro nove parabellum non abbia colpito il bersaglio da quella distanza. A meno che non abbia sparato a scopo intimidatorio". Ora, intendiamoci, io non sono un esperto, ma pare strano anche a me che un poliziotto che si trova una pistola puntata in faccia spari in alto.

Poi arriva una stoccatina anche per Gasparri, il quale aveva espresso alcune riserve sul fatto che le indagini siano state affidate al magistrato Armando Spataro, da Gasparri ritenuto poco imparziale: "Spataro, oltre a essere un ottimo magistrato, è il coordinatore della sezione antiterrorismo: le indagini non potevano essere affidate che a lui. Gasparri si occupi dei fatti suoi; se non conosce come funzionano gli uffici giudiziari, eviti di parlare".

Poi il giornalista gli chiede come finì il suo caso: "L'ipotesi dell'agguato nei miei confronti è rimasta solo un'affermazione di Alessandro M." [il caposcorta, ndr]. "Lei non ci ha mai creduto", chiede quindi il giornalista. "Io dovevo credere a un uomo della mia scorta - dice il magistrato -. Resta il fatto, oggettivo, che non ci sono mai stati altri riscontri". Esattamente come adesso. Almeno finora.

2 commenti:

  1. mi pare di aver letto che la casa si trova non lontano da via Montenapoleone, in una zona piuttosto centrale di Milano. Ma non ci sono delle telecamere da queste parti?
    quando ci sono andata io ce n'erano almeno 5 nella sola via montenapoleone ma credo ve ne fossero di diverse in tutta la zona.
    e poi ho letto su Il Messaggero che nessuno nel condominio ha sentito gli spari!
    in Ogni caso staremo a vedere. Certo sbagliare con una "parabellum" da pochi metri è veramente una cosa singolare!

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  2. Sì, nella zona ci sono molte telecamere perché c'è uno showroom di Armani a pochi passi. E pare che nessuna di queste abbia ripreso alcunché. Mah, staremo a vedere...

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