domenica 24 ottobre 2010

Il Giornale scopre il conflitto di interessi (di Fini)

Certo che sono forti. Diciamocelo. A questi fa un baffo la storiella del dito e della luna, della pagliuzza e della trave. Sono disposti anche a passare per ridicoli pur di servire il padrone. Ma a me la cosa che riesce sempre a stupire (anche se non so fino a quando) sono i lettori. Possibile che accettino (non si rendono conto?) di farsi turlupinare in questo modo?

Ci sono due "articoli", oggi, sul Giornale che parlano di conflitto di interessi. Uno è l'editoriale di Sallusti, e l'altro un breve pezzo che riporta un'intervista a Bondi. Nell'editoriale di Sallusti si legge (il neretto è mio): "Gianfranco Fini ha aperto la campagna del Nord. Ieri era ad Asolo, cuore del Nord Est leghista, domani sarà a Milano. Il suo gigantesco conflitto di interessi non colpisce commentatori e opposizione". Bondi, invece, dice: "E' una 'grave anomalia' che Gianfranco Fini incarni insieme il ruolo di leader di un partito che 'vuole cambiare le priorità della maggioranza' e la 'delicata funzione istituzionale' di presidente della Camera".

Falliti tutti i tentativi di toglierlo di mezzo con le bufale della cucina e della casa a Montecarlo, ai berluscones non è rimasto altro da fare che cercare di puntare tutto sul "gigantesco conflitto di interessi" di Fini, il quale non può allo stesso tempo appartenere a Futuro e Libertà e fare il presidente della Camera. Capite anche voi che la cosa è gravissima, terribile, uno scandalo planetario, una concentrazione di poteri nelle mani di un solo uomo che non ha eguali in nessun paese del mondo.

Poi, vabbè, si potrebbe anche segnalare che in nessun paese del mondo il capo del governo è padrone di televisioni, di giornali, di assicurazioni, di case editrici, ma questo per Sallusti e soci non è un "gigantesco conflitto di interessi": è un'opportunità.

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