sabato 29 gennaio 2022

Fumetti

Sull'ultimo Venerdì di Repubblica c'è una interessante inchiesta (qui) sulla diffusione dei fumetti nel nostro paese, dove tra le altre cose si parla dell'ottimo stato di salute in cui versa questo particolare settore editoriale. Due cose interessanti: nel 2021 appena chiuso circa nove milioni di persone sono andate in libreria, più o meno regolarmente, per comprare fumetti (rilevazione relativa alle sole librerie, che quindi esclude edicole e fumetterie); il fumetto è solo cartaceo. A differenza dei libri, che possono essere acquistati e letti su aggeggi elettronici, il fumetto viene letto solo su carta.

La cosa un po' mi ha sorpreso, dal momento che lavoro in un'agenzia di distribuzione stampa e ogni giorno mi vedo passare per le mani tonnellate e tonnellate di fumetti destinati esclusivamente alle edicole. Non pensavo che anche le librerie avessero un così attivo mercato dei fumetti. Bella, questa cosa.

L'inchiesta in questione mi ha fatto venire in mente l'infinita serie di fumetti che leggevo da bambino e da ragazzino prima del passaggio ai libri: Topolino, Braccio di ferro, Tex, Zagor, Diabolik, Il comandante Mark, Dylan Dog i primi che mi vengono in mente e che mi riportano al periodo più spensierato della mia vita. Tra l'altro, molti di questi (in particolare molti numeri di Topolino) li conservo ancora, da qualche parte.

I fumetti mi fanno venire in mente un aneddoto di cui parlò Francesco Guccini in una intervista di qualche anno fa, in cui raccontava che quand'era giovinetto doveva leggerli di nascosto perché suo padre glieli proibiva. Glieli proibiva perché temeva che i fumetti, con tutte quelle figure, lo disabituassero alla lettura. I libri andavano bene, e suo padre gliene regalava in continuazione, ma i fumetti no, quindi lui se li faceva prestare di nascosto da qualche amico e li leggeva quando suo padre non c'era. Dal momento che Guccini in mezzo ai libri ci ha passato tutta la vita e che è diventato a sua volta scrittore di romanzi, direi che i timori di suo padre erano palesemente infondati.

13 commenti:

  1. anche certe cartolerie per sopravvivere vendono fumetti e manga, che sembrano la nuova frontiera degli adolescenti... a questo punto una cosa verrebbe da chiedersela: e i contenuti? quali valori/messaggio trasmette un fumetto? me lo chiedo perché sembra, come dici, stiano in parte sostituendo la lettura dei libri...

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    1. Credo che la questione "valori/messaggio" sia indipendente dal mezzo con cui vengono veicolati i suddetti valori vengono veicolati. In questo senso esistono fumetti e libri scadenti e fumetti e libri ottimi.

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  2. In effetti mai compreso l'ostracismo verso i fumetti: non solo sono narrativa, ma anche disegno... unisce due arti!
    Poi c'è ancora chi pensa così, è notizia di qualche giorno fa del tizio (non ricordo, uno scrittore forse) che ha lasciato intendere che i fumetti siano letture "facili", di serie b.
    Francamente fa ridere, oggi.
    Penso a Berserk, che mangia in testa al 90% dei... libri.

    Comunque, sì: le librerie dal 2020 hanno conosciuto un grande exploit del fumetto, e ora il reparto apposito è veramente grande^^

    Moz-

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  3. Non so se si possa parlare di ostracismo. È da sempre in circolazione l'idea che i fumetti siano un tipo di lettura più "leggera" e più riferibile a un target di lettori inquadrabile in ambito infantile/giovanile/adolescenziale, mentre i libri sono riferibili a un target di lettori più "maturi", adulti.
    Per me, ad esempio, è stato così. Da bambino e da adolescente leggevo fumetti come se non ci fosse un domani, poi, progressivamente, mi sono avvicinato ai libri e ho letto solo quelli. Non perché non m'interessino più i fumetti - probabilmente se mi capitasse in mano un numero di Tex lo leggerei - ma semplicemente perché i libri mi danno soddisfazioni e appagamenti che i fumetti non mi danno più.
    Non è detto che questo sia la regola, intendiamoci, anche Umberto Eco leggeva fumetti oltre ai libri, per dire, ma per me è così.

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    1. Certo, ma secondo me dipende anche dai fumetti.
      Io faccio sempre l'esempio di Berserk (lettura veramente complessa, colta, particolare... a cui aggiungiamo pure disegni tra i migliori di sempre) ma ci sono tantissime opere che sono oggettivamente superiori a tanti romanzi (Monster, per dirne un'altra, o Maus, o i lavori di Vittorio Giardino).
      Chiaro che il fumetto non è solo quello popolare mensile (e sai quanto lo adoro, vedi Diabolik), ci sono tantissime opere per tutti i livelli^^

      Moz-

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    2. Mi hai incuriosito. La prossima volta che mi capiterà in mano Berserk proverò a leggerlo :-)

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  4. Ottimo stato di salute... e dall'inchiesta escludono le edicole?
    Come fare previsioni meteo nazionali guardando dalla finestra di casa. 🙄
    Perché non parlano dei continui rincari, dell'andare a tentoni della Bonelli nel cercare di tenere a galla una baracca dove mancano nuovi lettori?

    Il papà di Guccini ha fatto bene, promuovendo nel figlio il gusto del "proibito" che da adolescenti è ben più di stimolo che dell'avere tutto alla luce del Sole. 😉

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    1. Una volta ho letto in un libro che la differenza tra leggere una pagina scritta e guardare un'immagine sta nel "lavoro" che deve fare il cervello. Se io ad esempio trovo scritta la parola cane, il cervello deve tradurre i simboli in lettere, metterli insieme, formare la parola e interpretarla fino a "visualizzare" il cane. Detta così sembra una sciocchezza, ma per il cervello è un lavoro enorme, lavoro che si ripete per ogni parola incontrata in un libro. Se invece io vedo l'immagine di un cane, arriva immediatamente al cervello già pronta, per così dire; quindi non deve fare nessuno sforzo. Può darsi che il papà di Guccini sapesse questa cosa e proibisse i fumetti al figlio per questo motivo, chissà :-)

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    2. Quindi Guccini padre vietava anche le trasposizioni cinematografiche dei film per lo stesso motivo? 😉
      Io penso che conta anche chi scrive il libro.
      Ci sono poi fumetti dove le vignette sono un piacere per gli occhi, mostrando un luogo, una scena, in modo più immediato di una ricca descrizione, e favorendo quindi un certo ritmo alla storia senza doversi soffermare in manzoniane descrizioni; e anche qui ci sono fumettisti più o meno piacevoli al lettore, per tratto, stile, realismo.

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    3. >Io penso che conta anche chi scrive il libro

      Ma certamente. Ho riportato quel passaggio di Guccini solo perché all'epoca mi incuriosì, poi magari ci sono altri particolari che non so. Può anche darsi che, alla fine, suo padre non fosse neppure così "talebano". A volte Guccini ama esagerare, scherzandoci anche un po' su, le cose.

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  5. Guccini ha scritto la sceneggiatura di un fumetto con Bonvi.

    In Francia hanno un nome più corretto: la striscia disegnata.
    Ora finalmente di parla di graphic novel... lo stesso U. Eco disse che uno dei suoi autori preferiti era Hugo Pratt con Corto Maltese. Ma potrei continuare...

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    1. Beh, a me la dicitura "fumetti" non dispiace, mi sembra che renda benissimo l'idea di cosa siano. In fondo i dialoghi sono inseriti in nuvolette di fumo, no? :-)

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  6. Si si, per carità, ma solo in questi ultimi anni stanno cominciando ad avere più spazio nel panorama culturale. Hugo Pratt definiva le sue storie letteratura disegnata.

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