Dopo la serendipità, di cui avevo parlato qui, la sincronicità. Ho letto questo libro su suggerimento di Giorgio, che me l'aveva segnalato tempo fa nei commenti a un post. A dire il vero, l'ho preso in mano con qualche timore, convinto che potesse rivelarsi troppo ostico per me; invece, in generale, l'ho trovato non dico semplice, specie in alcuni punti, ma quasi sempre comprensibile, e soprattutto interessante.
Che cos'è la sincronicità? Detto in poche parole, è un concetto che fu introdotto dallo psicanalista Carl Gustav Jung nel 1950 e che si basa sull'assunto che due eventi, non collegati tra loro da nessuna causa, accadendo simultaneamente creino un senso per la persona che ne è soggetta. Lo psicologo francese autore del libro, Jean-François Vézina, scrive: "Per quanto riguarda la realtà dei fenomeni psichici, la sincronicità è senza dubbio una delle idee più audaci di tutta l'opera di Jung, ma anche una delle più necessarie. Che cos'è in realtà la sincronicità? L'etimologia ci dà qualche informazione: sun-chronos, il tempo che "procede insieme", il tempo che coincide con se stesso. In altre parole si tratta di due avvenimenti non collegati da nulla secondo la causalità classica, ma che tuttavia, accadendo simultaneamente, creano un senso per la persone che li vive."
Il libro in questione prende principalmente in esame la sincronicità all'interno dell'ambito relazionale (perché abbiamo incontrato quella determinata persona? Perché proprio in quel particolare momento?), ma il concetto si estende naturalmente anche al di fuori, esaminando i motivi per cui un personaggio di un film, un libro, un accadimento qualsiasi della nostra vita varchi a un certo punto le porte della nostra esistenza. Quante volte, ad esempio, diciamo che il tal libro (film, opera musicale ecc.) ci ha cambiato la vita (sa il cielo quante volte lo dico anche io)? E a volte ce la cambia davvero, come successe ad esempio ad Abramo Lincoln.
Scrive Vézina: "Lincon, da giovane, non era molto ricco ed era destinato a una carriera manuale piuttosto che intellettuale. Un giorno incrociò però un perfetto sconosciuto che trasportava un misterioso barile. Lo sconosciuto, che non aveva di che mangiare e aveva bisogno di soldi, si rivolse a Lincoln per venderglielo. Il barile, apparentemente banalissimo, non interessava Lincoln, che comunque diede il suo ultimo dollaro allo sconosciuto perché potesse comprarsi qualcosa da mangiare. Arrivato a casa, Lincoln aprì il barile per scoprirvi, non senza sorpresa, una raccolta completa dei commenti di Blackstone [Commentaries on the laws of England, autorevole opera giuridica settecentesca di sir William Blackstone]. Quei fondamentali testi giuridici furono per Lincoln una sorta di 'sincronicità necessaria'; in effetti risvegliarono il suo interesse per quella disciplina e gli permisero di farsi una cultura prima di diventare presidente degli Stati uniti."
Il libro è molto interessante e ha una sua utilità, in primo luogo perché consente di conoscere qualcosa del pensiero di Jung, di cui io ero a digiuno; in secondo luogo perché mostra come una visione sincronistica della vita possa controbilanciare una sua visione esclusivamente razionale e meccanica (presente!). La sincronicità, come si premura di precisare l'autore, non è un concetto scientifico, allo stesso modo in cui non lo è il fatto che una farfalla che sbatte le ali a Pechino provochi un uragano a New York, anche se questa metafora, articolata dal matematico Edward Lorenz, ha la sua genesi in ambito scientifico. L'autore si augura che questo libro aiuti chi lo legge a intavolare un dialogo con l'ignoto che attraversa la vita di ognuno. Chissà... In ogni caso, si tratta di un libro molto interessante e istruttivo.
In effetti dev'essere interessante! E poi mi hai fatto venire in mente Synchronicity dei Police XD
RispondiEliminaAnche a me, non appena letto il titolo. E anche all'autore, che lo cita nel libro come il disco più bello e più significativo della sua adolescenza (e come dargli torto, tra l'altro?) :-)
EliminaMolta della nostra vita si incanala per via di infiniti casi. Ti consiglio il film Sliding doors, se non già visto. Non faccio fatica a crederci. Basta dare un'occhiata con occhio obiettivo a molte svolte della nostra esistenza.
RispondiEliminaNe ho sempre sentito parlare ma non l'ho mai visto. Recupererò...
EliminaEffettivamente. Effettivamente sto pensando a parecchi momenti di sincronicità della mia vita.
RispondiEliminaCredo che, chi più e chi meno, tutti ne abbiamo.
EliminaSiamo solo noi, col nostro bisogno di un significato, a dare un senso a posteriori a ciò che è accaduto, scegliendo opportunamente un evento e non tutti gli altri. Ha senso, e ci descrive.
RispondiEliminaCerto, ci descrive perfettamente. Viviamo vite che dal punto di vista antropologico e biologico non hanno alcun senso, ma non ci rassegnamo e cerchiamo in ogni modo di dargliene uno. Non saremmo umani se non lo facessimo.
EliminaSono davvero contento che la lettura di questo libro ti abbia offerto stimoli nuovi! Per esperienza trentennale mia e dei miei pazienti ti posso dire che quando uno è veramente pronto dentro per qualcosa di nuovo, quando desidera la cosa veramente giusta per sè, nel giro di poco tempo la vita gliela fa incontrare. Se al contrario uno cerca qualcosa che per anni non incontra mai dovrebbe pensare che o la cerca nel modo sbagliato o che quella cosa in effetti non gli corrisponde davvero. Tutto questo senza diventare fanatici della sincronicità che la vedono dappertutto, ovviamente!
RispondiEliminaÈ stato effettivamente un libro molto stimolante. Grazie per avermelo segnalato, Giorgio.
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