martedì 1 giugno 2021

Unanime condanna per la scarcerazione di Giovanni Brusca

"La politica unanime condanna la scarcerazione di Giovanni Brusca", titola Huffingtonpost, e a seguire tutto l'elenco dei commenti estremamente indignati dei pezzi grossi del momento, dall'immancabile Salvini alla Meloni passando per Letta e Carfagna fino ad arrivare al redivivo Tajani. Tutti a chiedersi come sia possibile che un criminale di tal fatta sia libero, a strillare che è inaccettabile, una schifezza, una vergogna, e nessuno che accenni al fatto che Brusca è uscito dal gabbio grazie a una legge dello stato fatta da quella stessa politica che oggi si indigna.

Viene in mente De André quando in Don Raffae' canta che lo stato "si costerna, s'indigna, s'impegna, poi getta la spugna con gran dignità". Alla fine, le parole più intelligenti e di buon senso, in mezzo a questo mare di ipocrisia, le ha dette Maria Falcone, sorella del giudice ucciso proprio da Giovanni Brusca, che non essendo in politica e non avendo quindi un elettorato da coccolare a suon di slogan ipocriti diretti alla pancia, ha detto: "Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata."

La notate la distanza che separa il buon senso dall'ipocrisia?

11 commenti:

  1. Tutti pronti a gridare al lupo al lupo, gli impostori.

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  2. E sarà pure protetto una volta fuori. Spero con non troppa attenzione.

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  3. Questa storia dà molto da pensare da qualsiasi parte la si guardi, è difficile farsi un'idea precisa.

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  4. Il pensiero a cui mi sento più vicino l'ha espresso perfettamente Giulio Cavalli qui.

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  5. Io credo che quella legge sia da cambiare, è stata fatta in un determinato momento storico, non bisogna diventare dogmatici per paura di apparire giustizialisti.

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    1. Non saprei. È una legge che ha consentito di ottenere grossi risultati nella lotta alla mafia, e penso che rappresenti ancora oggi un importante segnale per tanti mafiosi, che, così come Brusca e altri, potrebbero essere invogliati a pentirsi e a collaborare. Ma, ripeto, non ho certezze in merito.

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  6. Ciao.
    Ieri su Chi l’ha visto la Sciarelli ha fatto lo spezzone del racconto di Chiodo al processo per l’uccisione di Giuseppe Di Matteo.
    L’uomo raccontava gli ultimi istanti di vita del ragazzino.
    La giornalista non ha aggiunto niente al filmato solo che bisogna non dimenticare .

    Ho visto oggi su YouTube il video dove Brusca chiedeva perdono ai parenti delle sue vittime .
    Alla moglie e al figlio.
    Poi ho visto l’intervista al padre del piccolo Giuseppe Di Matteo anche lui pentito di mafia e collaboratore di giustizia .
    Cercavo nelle sue parole quando raccontava la morte del figlio un cedimento , un ‘emozione una traccia d’unanimità.
    Sai che non ci ho trovato niente.
    Impressionante.

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    1. Non guardo la TV da anni, quindi non so che dire. Concordo comunque con ciò che ha detto la giornalista, cioè che non bisogna dimenticare.

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  7. C’è poco da dire , parlava del figlio morto come se stesse a raccontare della partita di calcio.
    Penso che siano bestie della peggior specie.
    Ma la legge come si dice è uguale per tutti.

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  8. Maria Falcone ha infatti detto tutto. Umanamente questa cosa fa schifo anche a me, ma è un passaggio naturale. I collaboratori di giustizia (infatti non li chiamano neanche più pentiti, perché pentiti non lo sono affatto) sono uno strumento importante che ha a disposizione la Giustizia italiana, e va sfruttato. Come i collaboratori, sia chiaro, sfruttano a loro volta le agevolazioni che ne conseguono. È uno dei tanti compromessi sui quali si poggia il nostro Paese.

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    1. Sì, è così, anche se, da un certo punto di vista, questa situazione può anche essere vista come una sorta di resa dello stato, in base al ragionamento secondo cui non riuscendo (non volendo?) lo stato a sconfiggere la magia deve accettare compromessi con questi personaggi per tentare di farlo.

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