sabato 26 giugno 2021

Forse occorre rivalutare i "sepolcri imbiancati"

Sto leggendo in questi giorni Il cristianesimo antico. Da Gesù a Costantino, un saggio dello storico Paul Mattei (è francese, quindi presumo si pronunci "Matteì") che racconta come nacque e si sviluppò il cristianesimo prendendo in esame i tre secoli che vanno dalla nascita di Cristo all'imperatore romano Costantino, colui che, tra le altre cose, sdoganò il cristianesimo nell'Impero romano e creò Costantinopoli, l'odierna Istanbul.

Il libro in questione si dilunga molto nella descrizione della società giudaica precristiana dell'epoca e del contesto sociale e politico in cui nacque Gesù, e ho trovato una cosa interessante riguardo ai famosi/famigerati farisei, gli appartenenti alla casta sacerdotale (una delle tante, all'epoca) che nel Vangelo Cristo prende a male parole definendoli "sepolcri imbiancati", un epiteto che diventerà un loro marchio di infamia e che, ancora oggi, viene largamente utilizzato per designare chi indulge in vistosi e ipocriti formalismi. 

Ecco, proprio riguardo ai farisei, l'autore scrive: "Di loro i vangeli hanno divulgato un'immagine detestabile: sepolcri imbiancati, ipocriti che insegnano ma non agiscono, e soccombono al più sterile legalismo. Di fatto abbiamo già visto che Gesù, per più di un aspetto, poteva assimilarsi ai maestri farisei. Si aggiungerà che, come loro, egli credeva alla risurrezione della carne, e che, come lui, essi non ignoravano l'esigenza di amore verso ogni prossimo. Inoltre, da quanto sappiamo non risulta che i farisei siano stati i sostenitori più accaniti della rovina del Nazareno."

Il riferimento sotteso, qui, è a un'altra casta sacerdotale: i sadducei, i grandi sacerdoti custodi esclusivi del culto del Tempio. Una casta sacerdotale chiusa, arrogante, fortemente autoreferenziale e totalmente impermeabile al diffondersi del nascente culto cristiano, laddove, invece, la casta dei farisei si era dimostra fin dall'inizio molto più tollerante e aperta. I sadducei - con loro Gesù non ebbe mai nulla a che spartire -  erano aristocratici che disprezzavano fortemente il popolo, e furono gli unici, per opportunismo, a scendere a patti coi romani. C'è poi da aggiungere che due dei maggiori fautori della condanna di Cristo, Anna e Caifa, erano importanti sacerdoti sadducei. Stando così le cose, risulta abbastanza misterioso il fatto che Gesù si sia scagliato contro i farisei e non abbia mai menzionato i sadducei, che da una prospettiva filo-cristiana erano sicuramente ben peggiori. Comunque, questo è.

Tutto questo discorso per dire, tornando a oggi, che la valenza fortemente negativa che ruota attorno al sintagma "sepolcri imbiancati" forse così negativa non è, e che quando diamo a qualcuno del fariseo forse non lo carichiamo di un'offesa così grave.

6 commenti:

Sari ha detto...

Penso vada di moda rileggere i personaggi storici del passato remoto - che quello prossimo potrebbe essere facilmente smentito - per rimodellarne alcune figure. (Forse fra poco santificheranno Nerone)
Così ha fatto anche lo scrittore Paul Mattei che, stando al suo sentimento, ha riabilitato i Filistei che forse a quel tempo soffrivano di cattiva nomea. I tempi sono troppo lontani e la bibbia è stata preda di troppe selezioni o rivisitazioni per potersi farsi un'idea precisa degli avvenimenti (ho letto dei Filistei su Wikipedia) ma comunque è sempre interessante parlare del passato e leggere con occhio diverso quel che si pensava di sapere.

Andrea Sacchini ha detto...

Beh, riguardo a Nerone, è da molto tempo (alcuni secoli) che gli storici tentano con ben poco successo di riabilitarlo. Tra questi c'è Alessandro Barbero. In questo video, ad esempio, tenta di spiegare che molta della sua terribile fama è prevalentemente composta di luoghi comuni, diffusi abilmente dai suoi avversari politici ed arrivati fino a noi. Luoghi comuni totalmente privi di riscontri storici.

Alberto ha detto...

È difficile se non impossibile estirpare i luoghi comuni. Per (quasi) tutti i farisei sono sepolcri imbiancati e tali rimangono. Va a spiegare che la verità storica non è quella. E non è senz'altro verità storica il vangelo.

Andrea Sacchini ha detto...

Assolutamente no. I vangeli sono trasposizioni scritte di racconti che sono circolati per via orale per decenni, prima di essere vergati, con tutto ciò che ne consegue in termini di attendibilità (e ciò è testimoniato dalle contraddizioni e divergenze anche tra i soli tre sinottici).
Gli scritti certi e storicamente attendibili su Gesù sono pochi e brevi paragrafi di Tacito, Svetonio e pochi altri, i quali descrivevano genericamente Gesù come uno dei tanti predicatori apocalittici che circolavano in Galilea.

Franco Battaglia ha detto...

Ben vengano le riabilitazioni che pescano nel remoto più oscuro. Il problema è quando si cerca di rivoltare pagine di Storia orrenda ancora calde.

Andrea Sacchini ha detto...

Più che ribaltare direi manipolare e/o strumentalizzare.

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