Bottiglie e soldi
La vicenda di Ronaldo che nasconde le bottiglie di Coca-Cola in conferenza stampa; l'azienda che dopo il gesto del giocatore perde qualche miliardo di dollari in borsa e la UEFA che ipotizza sanzioni a carico del giocatore, mi pare descrivano come meglio non si potrebbe cos'è il calcio oggi.
Ora, intendiamoci, nessuno è nato ieri e non credo esista ancora qualcuno così ingenuo da scoprire solo oggi qual è il "motore" che muove tutto, ma a me stupisce sempre la chiarezza con cui questi meccanismi si palesano, così come ancora mi stupisce il fatto che non si faccia neppure più nulla per tentare di dissimularli.
Non c'è nulla di cui scandalizzarsi, naturalmente, né si dicono queste cose per mettere in campo ridicoli moralismi. Semplicemente, si constata come ormai, eccetto poche eccezioni, ogni aspetto e ogni accadimento della società si muova in ossequio a quello che è "il generatore simbolico di tutti i valori", senza che ci si preoccupi neppure più di nasconderlo.
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Motivo? Se da una parte pensano di aumentare livello e spettacolo, dall'altra c'è la volontà delle squadre ricche di non dividere più gli introiti con tutte le squadre affiliate alle federazioni.
Negli altri sport questa cosa succede ormai da anni. Euroleague e Eurocup nel Basket, Top 14 nel Rugby, tornei di tennis organizzati da ATP e WTA e non dalla federazione internazionale.
E il problema penso stia proprio lì. Se il giro di soldi diventa altissimo e creiamo un professionismo così fuori controllo, poi è inevitabile che chi abbia più soldi voglia prenderne il controllo.
L'aspetto sociale: se c'è gente disposta a spendere 30 euro al mese (se non di più) per SKY o altro pur di avere le partite da seguire, lo sport poi diventa un'azienda, con tutti annessi e connessi.